Si è concluso a Bologna il Bio CNG European Tour

Il Bio CNG European Tour a Cabo da Roca, in Portogallo

Si è concluso oggi presso CH4, all’interno di Bologna Fiere Water & Energy, Il Bio CNG European Tour 2023, nuova scommessa dedicata alla mobilità ecologica dell’Associazione Culturale Torino-Pechino con l’indispensabile supporto di Piccini Paolo Spa e Ngv-Italy. L’iniziativa ha avuto inoltre il patrocinio di Consorzio Italiano Biogas, Assogasmetano, Ngv-International Academy, Bologna Fiere Water & Energy, Metanoauto.com e Festival Ecofuturo.

L’obiettivo era quello di verificare la fattibilità di tre viaggi utilizzando prevalentemente biometano lungo tre diversi itinerari verso i confini del continente europeo: dall’Italia a Portogallo, dall’Italia all’Estonia e dall’Italia alla Turchia, tre percorsi che si vanno ad aggiungere a quello raccontato nel 2022 quando un primo progetto raggiunse Capo Nord partendo da Milano, dimostrando la realizzabilità di un viaggio percorso per l’87% usando solo biometano.

Complessivamente i quattro viaggi hanno avuto una lunghezza di oltre 25.000 chilometri e sono stati utili per verificare come nell’intero itinerario, che ha toccato ventisei nazioni europee, esistano infrastrutture per rifornirsi di gas naturale e quindi anche la potenzialità di rifornirsi di biometano. Quest’ultimo ha permesso di percorrere ben 17.630 chilometri, pari al 69,5% delle strade seguite nei quattro viaggi. Il metano da fonte fossile è stato protagonista di ulteriori 6.105 chilometri (24.1%), mentre la benzina è stata necessaria in appena 1.614 chilometri (6.4%), prevalentemente in aree fortemente isolate del nord Europa.

Come nel 2022, la scelta del veicolo utilizzato è ricaduta su un’automobile di serie, una Seat Leon 1.5 TGI con impianto a metano e con una capacità di bombole di 17,7 chilogrammi. Un’auto alla portata di tutti e con un’autonomia che può arrivare anche a cinquecento chilometri in caso di guida attenta. Lontani dallo scenario dei prezzi di rifornimento del 2022, il costo medio a chilometro del viaggio è stato di circa 4 eurocent, dimostrando ancora una volta come i costi del gas naturale siano quelli più convenienti tra i carburanti in circolazione. I rifornimenti più costosi del viaggio sono stati quelli effettuati in Portogallo e Polonia, che hanno superato i 2,5 euro per chilogrammo. Quelli più convenienti in Serbia, Bulgaria, Grecia e Spagna, quasi sempre attorno ad un euro per chilogrammo.

La lunga avventura è stata utile anche per osservare il ruolo delle aziende italiane nello sviluppo e nella distribuzione del biometano in Europa. In più di un’occasione, grazie a piccoli eventi organizzati dai nostri principali sponsor, abbiamo potuto confermare come il “made in Italy” e la lunga esperienza nel settore del gas naturale abbiano un ruolo fondamentale per la crescita di simili esperienze in altri paesi. L’auspicio è anche quello che il biometano assuma un ruolo sempre più centrale nelle politiche europee e che la sua crescita possa essere sostenuta sempre di più ribadendo la sua centralità in percorsi di economia circolare o di maggiore autonomia energetica dei singoli paesi.

Bio Cng European Tour 2023, ai confini dell’Europa con il biometano

Ha preso il via venerdì 15 settembre la seconda edizione del Bio Cng European Tour organizzato dall’Associazione Torino-Pechino con la preziosa collaborazione di Piccini Paolo Spa e NGV-Italy.

La partenza della prima tappa è avvenuta dalla stazione mobile di rifornimento di biometano ubicata nel piazzale dell’azienda Piccini Paolo Spa a Sansepolcro in Toscana. L’avventura gode del patrocinio di Consorzio Italiano Biogas, Assogasmetano, Festival Ecofuturo, Bologna Fiere Water & Energy, NGV-International Academy e World Gas Mobility Council.

Tra i nuovi partner tecnici dell’Associazione Torino-Pechino c’è anche Metanoauto.com, decisiva nel supportare i tre viaggi grazie alla propria applicazione “aMetanoauto” con la quale l’equipaggio sceglierà di volta in volta dove effettuare i rifornimenti di gas naturale tra i quasi cinquemila distributori presenti nel continente europeo. 

La conclusione del viaggio è prevista l’11 ottobre in occasione di Bologna Fiere Water & Energy e CH4 presso la Fiera di Bologna, dopo un’avventura lunga oltre 12.000 chilometri divisa in tre settori che vedranno ogni volta il ritorno in Italia. Già partito il viaggio che porterà la Seat Leon di Piccini Paolo fino a Cabo da Roca, in Portogallo, punto più occidentale del continente europeo. Il passo successivo sarà quello di raggiungere i Paesi baltici fino a Narva, l’ultima città prima del confine russo. Infine il tour europeo varcherà il confine continentale in Turchia attraverso lo stretto del Bosforo per poi tornare verso l’Italia scoprendo anche i progressi dei paesi balcanici nel mondo di metano e biometano.

Considerando anche il viaggio del 2022 fino a Capo Nord attraverso Paesi scandinavi ed Europa centrale, la missione del Bio Cng European Tour avrà visitato quasi tutti gli Stati europei e potrà testimoniare a che punto sia la diffusione del biometano nel vecchio continente e dove siano le maggiori opportunità di espandere l’utilizzo di questo gas pulito, figlio di un’economia davvero circolare poiché prodotto da biomasse, rifiuti, scarti alimentari e deiezioni animali. Il biometano probabilmente non potrà sostituire fin da subito tutto il gas proveniente dai giacimenti, ma potrà ridurre la dipendenza di molti paesi dalle importazioni e dai capricci del mercato.

Il Bio Cng Tour permetterà di tracciare un importante bilancio delle infrastrutture già esistenti legate al mondo del gas naturale e degli obiettivi da raggiungere, anche con l’importante strumento dei metanodotti virtuali che possono arrivare in qualunque angolo d’Europa, anche quelli più lontani dai metanodotti.

Appuntamento dunque a Bologna tra l’11 e il 13 ottobre per poter ascoltare di persona l’esito di questa avventura ecologica e per valutare la convenienza, anche dal punto di vista economico, di questo carburante pulito.

Bio Cng European Tour 2023, da Lisbona ad Istanbul a biometano con l’Italia protagonista

La partenza dell'edizione 2022 da Milano

Saranno svelati a breve tutti i dettagli del Bio Cng European Tour 2023, anche se dalla presentazione del logo della nuova avventura e dalle prime dichiarazioni del presidente dell’Associazione Culturale Torino-Pechino Guido Guerrini è possibile capire dove punterà la bussola del nuovo viaggio.

Nel 2022 il Bio Cng European Tour si prefisse l’obiettivo di dimostrare come fosse possibile, partendo dall’Italia, raggiungere il Circolo polare artico utilizzando solo biometano. Dopo aver raccontato come l’asse nord-sud del vecchio continente sia percorribile già oggi usando solo biometano, è ora il turno di raccontare come sia possibile attraversare l’Europa anche da ovest ad est con almeno due diversi itinerari. Il viaggio partirà dall’Italia e raggiungerà Cabo da Roca nei pressi di Lisbona, il punto più ad ovest del continente europeo. Da lì, rigorosamente percorrendo una strada diversa rispetto a quella dell’andata, la spedizione tornerà in Italia per poi ripartire verso Istanbul.

Anche in questo caso due diversi itinerari per raggiungere la porta dell’Asia e tornare di nuovo al punto di partenza. Quasi diecimila chilometri e non meno di undici nazioni per raccontare come sia possibile attraversare due volte l’Europa usando solo il biogas ottenuto dalla trasformazione di rifiuti, scarti alimentari e deiezioni animali.

Il biometano – del tutto simile al metano di origine fossile che l’Italia importa principalmente dall’estero – è un’energia prodotta a chilometro zero e permette al Paese di essere meno dipendente dai capricci del mercato e di rendersi in parte autosufficiente.

L’avventura inizierà a metà settembre per concludersi a Bologna nella cornice di BFWE (Bologna Fiere Water&Energy) durante la seconda settimana di ottobre. I compagni di viaggio istituzionali e privati del Bio Cng European Tour saranno resi noti nelle prossime settimane assieme alla data e al luogo di partenza, oltre all’itinerario e alle tappe intermedie di un’avventura destinata ad entrare nella storia dei viaggi ecologici.

Il nostro 2022: vicecampioni del mondo energie alternative e sul tetto d’Europa con il biometano

La partenza ufficiale del Bio CNG European Tour

Un’annata sopra ogni più auspicabile previsione quella vissuta dall’Associazione Torino-Pechino durante il 2022, anno di ripartenza di molte attività ferme per quasi due anni a causa della pandemia di Covid-19, ma allo stesso tempo caratterizzata dalle nuove difficoltà successive alla crisi tra Russia e Ucraina, soprattutto nel settore energetico e in quello della mobilità.

I due momenti centrali dell’attività dell’associazione hanno ruotato attorno al Bio Cng European Tour e alla Fia Eco Rally Cup. In entrambi i casi i ragazzi della “Torpec” sono stati in grado di far parlare di sé. Come promesso un anno fa è cresciuto il coinvolgimento delle realtà valtiberine all’interno dei progetti dell’associazione, senza rinunciare a consolidate collaborazioni di carattere nazionale.

La scommessa con il biometano

Il Bio Cng European Tour ha visto una normalissima automobile alimentata a biometano raggiungere per la prima volta Capo Nord, il punto più settentrionale d’Europa, e Rovaniemi, il villaggio dove secondo la tradizione vive Babbo Natale. Il viaggio ha dimostrato la fattibilità di reperire biometano lungo un percorso di circa diecimila chilometri che ha attraversato nove differenti paesi europei.

Un’importante eco mediatica su scala internazionale ha caratterizzato l’avventura richiamando molta attenzione nei confronti del viaggio, che ha avuto modo di essere stato ospitato in forma di racconto in prestigiosi eventi del mondo del gas naturale. Il Bio Cng European Tour non è stata un’avventura fine a sé stessa ma piuttosto una prima esplorazione delle potenzialità del biometano in Europa, con l’ulteriore prospettiva di ripetere il viaggio tra qualche anno per osservare la crescita della rete infrastrutturale attorno all’energia pulita.

Oltre a Piccini Paolo Spa, che ha messo a disposizione auto e competenze, il viaggio ha avuto la collaborazione di Snam4Mobility e Ngv-Italy, oltre a molti altri partners del mondo del gas naturale. Alla guida del veicolo Guido Guerrini e Fabio Cofferati, già reduci dall’avventura del 2021 lungo le strade della Siberia.

Un mondiale da ricordare

La Seat Leon di Piccini Paolo Spa protagonista del Bio Cng European Tour ha contribuito anche ai successi nel campionato del mondo che la Fia dedica alle nuove energie, dato che numerosi trasferimenti e ricognizioni sono avvenuti con l’auto alimentata a biometano.

Tutte le sette gare della stagione 2022 della Fia Eco Rally Cup hanno visto l’equipaggio composto da Guido Guerrini e Artur Prusak raggiungere piazzamenti a punti. Per l’esattezza, a un iniziale sesto posto hanno fatto seguito ben sei podi in tutte le gare restanti, impreziositi dalle vittorie nella gara slovena e in quella italiana. Solamente tre punti il distacco nella classifica finale tra i vincitori del titolo iridato e la coppia Guerrini-Prusak. Il team italiano ha inoltre contribuito in modo determinante alla vittoria di Kia nella classifica costruttori.

La partecipazione alla Fia Eco Rally Cup è stata possibile per merito della collaborazione tra la “Torpec” e gli altoatesini Team Autotest Motorsport e K-Motors Bolzano, grazie a cui è stata messa a disposizione una efficientissima Kia e-Niro.

Orfani del campionato italiano

Anche quest’anno l’Associazione Torino-Pechino non ha potuto prendere parte al campionato italiano Aci-Sport dedicato alle energie alternative per via dei regolamenti che escludono dalla disciplina propedeutica alla Fia Eco Rally Cup gli ex vincitori di titoli nazionali o internazionali, in aggiunta alle limitazioni strumentali previste dal campionato nazionale.

Ad impreziosire la bacheca dell’associazione c’è stato tuttavia il conferimento da parte del Coni della medaglia di bronzo al valore sportivo a Francesca Olivoni e Cesare Martino, vincitori del campionato nazionale 2020, l’ultimo disputato senza limitazione regolamentari, che vide l’equipaggio vincere il titolo tricolore con il sostegno di Piccini Paolo Spa e Scuderia Etruria Racing.

Un 2023 con importanti novità

Con l’inizio del 2023 prenderà vita anche il quindicesimo anno della vita dell’Associazione culturale Torino-Pechino. L’obiettivo è un’ennesima stagione caratterizzata da viaggi e gare sportive, mantenendo la tradizione dell’uso di carburanti ecologici e di veicoli a basso impatto ambientale. La scelta, da parte dell’associazione, di rafforzare il legame con il proprio territorio sarà una priorità dell’azione e della progettazione delle attività.

Il campionato mondiale Fia dedicato alle energie alternative prenderà il via già in gennaio con una gara che sarà condizionata dalla neve e dalle basse temperature in terra svedese. Nei prossimi giorni scioglieremo la riserva sull’equipaggio e sul veicolo individuato per il mondiale Fia.

Più complessa la progettazione di viaggi ecologici, anche a causa della difficile situazione geopolitica che caratterizza il continente euroasiatico. Ma ogni difficoltà si può trasformare in un nuovo inizio, e non è da escludere che la “Torpec” possa sbarcare per la prima volta in un nuovo continente.

Concluso il Bio Cng European Tour: tutti i numeri di una scommessa vinta

Presso un sito di produzione di biometano in Svezia

Alla fine i chilometri complessivi sono stati diecimila, con nove nazioni europee visitate e quattordici confini attraversati. 8.716 chilometri sono stati percorsi usando biometano, mentre i restanti 1.284 con carburanti tradizionali. Se il viaggio si fosse limitato al raggiungimento del Circolo Polare Artico, e quindi senza l’escursione a Capo Nord, la percentuale di chilometri coperti usando solo biometano sarebbe stata del 100%. La voglia di andare il più lontano possibile usando una normale automobile ha di fatto posto le premesse per una ulteriore scommessa successiva: poter confrontare il viaggio appena compiuto con uno futuro, magari quando apriranno nuovi distributori o ci saranno auto di serie con maggiore autonomia che potranno permettere di migliorare il risultato ottenuto.

Il Bio Cng European Tour non solo ha regalato emozioni, ma soprattutto è stato utile per una verifica sul campo delle infrastrutture legate al biometano attraverso il continente europeo. Sulla direttrice nord-sud ed in particolare in qualsiasi viaggio attraverso il centro e nord Europa c’è da essere soddisfatti poiché la possibilità di imbattersi anche per caso in stazioni di biometano è piuttosto alta. L’Italia ha grossi margini di crescita e dovrà prendere spunto anche dalle esperienze maturate all’estero da chi ha scommesso su questo biocarburante molto prima che le recenti problematiche internazionali lo portassero ulteriormente al centro dell’attenzione.

Perché il biometano conviene

Analizzando gli aspetti economici del Bio Cng European Tour emergono dati interessanti che dimostrano come, nonostante il forte aumento dei prezzi, il gas naturale continui ad essere molto più conveniente della benzina. È importante ricordare che l’auto usata per il lungo drive test era una Seat Leon 1.5 TGI con impianto a metano di serie e una capacità di bombole pari a circa 17,7. Lo stile di guida è stato realistico, ovvero non troppo concentrato sui consumi ma senza mai superare i limiti di velocità.

Complessivamente, nella parte di viaggio effettuata usando il biometano, sono stati consumati 290,62 kg di gas naturale per un costo complessivo di 573,58 euro, pari a circa 6,5 centesimi di euro a chilometro. Il costo medio di un kg di biometano durante il viaggio è stato di 1,97 euro, con il prezzo più basso pagato in tre diverse occasioni in Germania (0,99) e quello più alto in Danimarca (3,5).

Abbiamo rifornito di benzina in tre differenti nazioni: in Italia alla partenza, Norvegia e Finlandia durante il viaggio. Il prezzo medio dei nostri “pieni” di benzina è stato 2,07 euro/litro. Complessivamente abbiamo consumato 74,72 litri di carburante con un consumo medio di 17,2 chilometri con un litro. Il prezzo a chilometro è stato di circa 12 centesimi di euro, praticamente doppio rispetto a quello del biogas.

Problematiche emerse e virtuosismi da seguire

Il problema oggi più sentito è quella legato al prezzo. È impressionante osservare la differenza tra le nazioni attraversate, in particolar modo i punti di rifornimento tedeschi, dove si trovano con facilità prezzi attorno all’euro al chilogrammo, rispetto alle altre nazioni, Austria esclusa, dove mediamente il prezzo del biometano è doppio se non triplo. Interessante la differenziazione del prezzo in Finlandia, dove il biometano costa un terzo in meno rispetto allo stesso gas di provenienza fossile. In Scandinavia e in gran parte della Germania è quasi impossibile trovare punti di rifornimento con il metano fossile essendo quasi tutti bio, al contrario che in Italia. Altro punto dolente è quello dell’orario e modalità di rifornimento: all’estero ci insegnano che usare la politica del self-service, all’interno di aree di servizio presidiate o in presenza di una colonnina di pagamento con istruzioni, è la normalità. Si può fare rifornimento giorno o notte, festivi, superfestivi o feriali senza alcun problema. Non è un caso che abbiamo scelto come ultimo punto di rifornimento in Italia la stazione di “Io vado a metano” di Verona sud, completamente automatizzata e nella quale si può rifornire sempre.

L’accoglienza del viaggio e i progetti futuri

Ovunque siamo andati abbiamo ricevuto inviti a visitare luoghi di produzione e distribuzione del biometano o abbiamo fatto semplici incontri con appassionati del mondo del gas naturale. Quello che ci ha colpito è stata la rivoluzione della mentalità nelle persone incontrate e nei cittadini delle aree dove abbiamo fatto visite approfondite. Ancora prima dell’aspetto economico o della problematica dell’approvvigionamento del gas naturale di provenienza russa, africana o norvegese, i nostri interlocutori erano sensibili a come ogni parte di un rifiuto debba essere recuperata e trasformata in fonte di energia. Principi culturali maturati nel tempo e non frutto di politiche improvvisate. Ci ha colpito che in Paesi come quelli scandinavi, tra i più evoluti in tema di mobilità elettrica, il biometano non sia affatto snobbato ma giustamente valorizzato come ulteriore fonte di energia disponibile a chilometro quasi zero. Non ci ha mai stupito trovare spesso stazioni di ricarica elettrica convivere con punti di rifornimento di biometano, e il fatto che il gas naturale in alcune occasioni fosse la fonte di produzione ecologica dell’energia usata per le ricariche delle auto.

Il Bio Cng European Tour ha voluto anche cercare di raccontare il mondo del biometano con un pizzico di ironia, aspetto che ha permesso a molte persone di avvicinarsi a una realtà della quale fino a prima del nostro viaggio conoscevano ben poco. I protagonisti della spedizione, assieme ai principali sostenitori come Piccini Paolo Spa, Snam4Mobility e Ngv-Italy, organizzeranno un incontro pubblico nel mese di settembre per approfondire tematiche e dinamiche incontrate sulle strade dell’avventura appena conclusa. 

Il Bio Cng European Tour è arrivato a Capo Nord

L'equipaggio ospitato da Babbo Natale a Rovaniemi

È dunque possibile arrivare a Capo Nord con il biometano? Nell’estate 2022, epoca del viaggio sostenuto da Piccini Paolo Spa, Snam4Mobility e Nvg-Italy, la risposta è quasi sì, dato che l’auto prescelta è riuscita a percorrere il 93% del viaggio usando solo energia pulita. Ancora eccessivi gli 841 chilometri di distanza tra l’ultima stazione di rifornimento svedese, a Boden, e la strada più a nord del continente europeo. Salendo dalla Finlandia la situazione non sarebbe migliore, visto che da Oulu a Capo Nord la parte senza biometano è di oltre 900 chilometri. È invece possibile da entrambe le strade, ed è questa vera notizia e missione del viaggio, raggiungere il Circolo Polare Artico e poi rifornire di nuovo per proseguire. I più attenti a questo tema diranno che Guido Guerrini e Fabio Cofferati potevano scegliere un’auto con autonomia maggiore, ma i due viaggiatori e i loro sponsor avevano precedentemente chiarito la volontà di voler fare il viaggio usando un’automobile normale come quelle a disposizione di qualsiasi famiglia italiana. Troppo semplice, e allo stesso tempo poco pratico, allestire un veicolo con un’autonomia tripla rispetto al normale.

I numeri del viaggio

Sono 4.620 i chilometri percorsi dalla Toscana a Capo Nord, dei quali 4.267 usando solo biometano e 353, gli ultimi prima dell’arrivo, con carburanti tradizionali. Il percorso non è stato quello più breve che collega l’Italia alla Lapponia ma ha dovuto tenere conto di numerose deviazioni per poter effettuare rifornimenti all’incirca ogni 350-400 chilometri. A questo va aggiunta la scelta fatta durante il viaggio di non usare traghetti, almeno all’andata, in modo da raggiungere Capo Nord, cosa da qualche anno finalmente possibile, grazie ai ponti tra le isole danesi, quello tra Copenaghen e Malmo e il tunnel sottomarino poco prima dell’isola di Mageroya.

I “pieni” di biogas sono stati dodici con un prezzo medio di 2,20 euro. Il rifornimento più economico è avvenuto in Germania (0,99 al kg), quello più costoso in Danimarca (3,50). Con il nostro stile di guida, rispettoso dei limiti di velocità ma sempre con andatura sostenuta, abbiamo percorso mediamente 30,6 chilometri con un chilogrammo di metano. Interessante osservare come i paesi scandinavi abbiano sviluppato un’importante cultura della mobilità ecologica. Lungo le strade percorse dall’equipaggio italiano ci sono stati incontri con tante auto elettriche, ma allo stesso tempo con tante auto e camion alimentate a gas naturale o metano liquido.

La rotta verso sud

Il viaggio di ritorno avrà alcuni aspetti similari a quello di andata a partire dal fatto che le stazioni di biometano dovranno essere cercate una ad una. Stavolta sarà la prima parte del viaggio a necessitare di carburanti tradizionali mentre la spedizione tornerà ad utilizzare biometano molti chilometri dopo Capo Nord. Da Oulu, in Finlandia poco al di sotto del circolo polare e affacciata sul Golfo di Botnia, riprenderà la marcia attraverso la terra finnica per poi trasferirsi in Svezia via mare e continuare in Danimarca, Germania, Austria e Italia. Il viaggio sarà più lento e con la volontà di incrementare il chilometraggio avvicinandosi al tetto di 10.000 chilometri per valutare poi la reale percentuale della parte effettuata a biometano.

Al Circolo Polare Artico con il biometano

Il veicolo in allestimento per il Bio Cng European Tour

Tempi duri per il mondo del gas naturale sia grazie alla crisi internazionale in corso che per le turbolenze di mercato iniziate già nello scorso autunno. In questa fase storica molti paesi, tra cui l’Italia, hanno portato ancora più al centro dell’attenzione la produzione del biometano, il gas prodotto dalla trasformazione di rifiuti, scarti alimentari e deiezioni animali e che ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista nel mercato del gas naturale.

La scommessa di Guerrini, supportata dall’azienda toscana Piccini Paolo Spa, da Snam4Mobility e da Ngv-Italy, è proprio riuscire a dimostrare cosa si può fare già oggi utilizzando il biometano presente nelle stazioni di rifornimento italiane ed europee. La risposta a questa domanda è che si può raggiungere il Circolo Polare Artico – esattamente la città finlandese di Rovaniemi dove si trova il Villaggio di Babbo Natale – utilizzando solo gas non di origine fossile. Del resto proprio quelli del Nord Europa e la Germania sono i paesi più virtuosi nella produzione di biometano, seguiti dall’Italia, che su questo tema da molti anni non sta solo a guardare. L’itinerario sarà di circa diecimila chilometri e toccherà nove differenti paesi europei.

Un’avventura meno impegnativa sul fronte chilometrico rispetto a quelle a cui Guerrini e compagni di viaggio ci hanno abituato in passato, ma avvincente e per niente facile dovendo effettuare una vera e propria caccia al tesoro alla ricerca dell’energia pulita. Un viaggio che si pone anche l’obiettivo di comparare il prezzo del biometano con quello di benzina e gasolio, per dimostrare che nonostante gli importanti aumenti degli ultimi nove mesi, il gas naturale resta il carburante più economico e naturalmente più ecologico.

Guerrini sarà accompagnato per gran parte del viaggio dal vespista-scrittore Fabio Cofferati conosciuto lo scorso anno durante due differenti traversate della Siberia per raggiungere il Giappone in occasione dei Giochi Olimpici. L’incontro è raccontato nel fortunato libro “Ancora in Vespa da Milano a Tokyo”. Cofferati salirà a bordo della Seat Leon a biometano scelta per il viaggio per rivivere un’avventura in terra scandinava che lo vide già protagonista su due ruote nel 2016.

Il viaggio inizierà con una pre-partenza in Toscana mercoledì 20 luglio, mentre la partenza ufficiale si svolgerà il 21 mattina dalla sede della Regione Lombardia alla presenza delle figure più importanti legate al mondo del gas naturale. Alla stazione di rifornimento di biometano a Madignano (Cr) di proprietà di Snam4Mobility verrà effettuato il primo pieno di questa avventura.

Il “Bio Cng European Tour”, oltre che il supporto di importanti realtà nazionali, vanta il patrocinio di Regione Lombardia, World Gas Mobilty Council, Ngv International Academy, Consorzio Italiano Biogas, Assogasmetano, BolognaFiere Water&Energy e Festival Eco Futuro.

Parte il Bio Cng European Tour

La mappa del percorso (base Google Maps)

L’associazione culturale Torino-Pechino ha il piacere di annunciare che nei prossimi giorni prenderà il via una nuova scommessa, il Bio Cng European Tour. Dopo aver attraversato l’Eurasia con veicoli alimentati a gpl, metano, dual fuel diesel-metano ed infine lo scorso anno con l’innovativo sistema ibrido-metano, tenteremo un viaggio a base di solo biometano.

Il gas prodotto dalla trasformazione di rifiuti, scarti alimentari e deiezioni animali ci permetterà di viaggiare verso la penisola scandinava dopo aver attraversato l’Italia e l’Europa centrale. Molti potrebbero pensare che ci apprestiamo a vivere un’avventura molto meno impegnativa di quelle precedenti tra Siberia, Pamir o Deserto del Gobi. Se calcoliamo i chilometri questo è vero, ma se osserviamo le difficoltà che incontreremo la scommessa sarà comunque interessante.

Dove si può arrivare oggi con il solo biometano rinunciando a carburanti tradizionali e allo stesso gas naturale di provenienza fossile? L’affascinante risposta è: fino al Circolo Polare Artico, per l’esattezza fino al Villaggio di Babbo Natale nella città di Rovaniemi in Finlandia. Circa duecento chilometri a sud del Circolo Polare si trovano ben due punti di rifornimento, uno in Svezia e l’altro in Finlandia, paesi che hanno scelto di puntare sul biometano. Con questa certezza cercheremo di organizzare altri rifornimenti per non consumare neppure una goccia di benzina che, in caso di emergenza, il serbatoio della Seat Leon messa a disposizione da Piccini Paolo Spa, potrà comunque garantire.

Alla guida del veicolo ci sarà un equipaggio in parte inedito e per alcuni aspetti sorprendente. Ad accompagnare lo storico animatore delle varie spedizioni verso l’Asia Guido Guerrini sarà nientepopodimeno che il vespista-scrittore Fabio Cofferati! Ebbene sì, la casuale conoscenza reciproca avvenuta lungo le strade della Siberia lo scorso anno, magistralmente raccontata dallo stesso Fabio nel fortunato libro “Ancora in vespa da Milano a Tokyo” ha prodotto questo curioso risultato!

Cofferati è stato scelto non tanto per le sue indiscutibili capacità di raccontare viaggi, ma principalmente per la sua costante produzione di biometano con la quale forse potremo anche superare il Circolo Polare e porci nuovi obiettivi.

Nei prossimi giorni ufficializzeremo le partenze italiane che si svolgeranno a Sansepolcro, Milano e in alcuni distributori di biometano in Italia. Il viaggio è stato possibile grazie a importanti collaborazioni del mondo del gas naturale e con aziende della valtiberina toscana, oltre a contare su importanti patrocini sempre provenienti dal mondo della mobilità a metano e biometano come Ngv-Italy, World Gas Mobilty Council, Consorzio Italiano Biogas, Assogasmetano e Festival Eco Futuro.

Un 2021 ricco di viaggi e gare per l’Associazione Torino-Pechino

Si conclude il quattordicesimo anno di attività per l’associazione culturale Torino-Pechino, realtà che ha portato il nome della Valtiberina e quello dell’Italia in giro per il pianeta. Momento centrale del 2021 è stata la scommessa vinta relativa al viaggio dall’Italia al Giappone in occasione dei Giochi Olimpici di Tokyo, mentre durante il resto dell’anno abbiamo preso parte, unico team italiano, al campionato mondiale energie alternative della FIA. Gas naturale (metano e biometano) l’alimentazione durante il viaggio ed elettrico nei rally e nei trasferimenti per raggiungere le sedi di gara del campionato. Per la prima volta non abbiamo preso parte a gare del campionato italiano per via delle norme che ci rendevano impossibile la partecipazione. Molte le idee per il 2022 e la voglia, ricambiata, di un impegno diretto della Valtiberina sulle nostre attività.

L’audace scommessa della “Milano-Cortina-Tokyo – Ripartiamo insieme”

Il viaggio, inizialmente programmato per il 2020 ma fermato dalla pandemia di Covid-19, ha visto una Toyota C-HR ibrida con un impiano a metano/biometano riuscire nell’impresa di raggiungere l’Oceano Pacifico partendo dalle città di Milano e Tokyo che ospiteranno le Olimpiadi del 2026. Un cammino “green” reso possibile da prestigiosi partner come Snam, proprietaria del veicolo, Landi Renzo, costruttrice dell’impianto, e Piccini Paolo Spa, installatore dello stesso. L’avventura ha avuto il sostegno di tutte le principali associazioni italiane ed estere che supportano l’utilizzo di metano e biometano oltre al patrocinio dei comuni di Milano e Cortina d’Ampezzo. La difficoltà maggiore dal punto di vista organizzativo è stata riuscire a superare tutte le problematiche relative alle norme Covid di diversi Paesi, aspetto che ci ha fatto perdere quasi due settimane durante il viaggio di andata.

Il risalto mediatico del lungo viaggio ha superato ogni aspettativa con pagine dedicate dalle più importanti testate italiane oltre all’attenzione di canali televisivi e radiofonici. Il viaggio ha visto l’attraversamento di dieci nazioni in ognuna delle quali è avvenuto almeno un rifornimento di metano o biometano, a riprova della ormai capillare estensione della possibilità di fare rifornimento in ogni angolo d’Europa. I chilometri percorsi sono stati circa 30.000, dei quali l’80% (24.000) utilizzando il solo gas naturale. I numeri di quella che molti hanno ribattezzato l’auto del futuro sono stati molto convincenti: l’auto percorre in modalità benzina circa 24 km con un litro. Utilizzando il gas naturale abbiamo percorso attorno ai 40 km con un kg che all’epoca del viaggio costava circa un euro in Europa e tre volte meno in Russia. Un pieno di metano per noi costava circa 10/11 euro in Europa e 3 o 4 in Russia e ci permetteva di percorrere oltre 400 km.

Gli obiettivi che ci eravamo prefissati, dimostrare l’affidabilità e l’economicità del veicolo e far comprendere come i rifornimenti di metano e biometano non siano affatto difficili in una lunga avventura come questa sono stati pienamente raggiunti, così come quello di raccontare come fosse possibile ripartire per un’avventura motoristica nonostante fossimo nel mezzo della pandemia.

Non è stato possibile entrare in Giappone a causa delle restrittive leggi dovute al Covid, ma con la scelta di andare sulle coste meridionali e orientali dell’isola russa di Sachalin abbiamo percorso un maggior numero di chilometri e raggiunto una longitudine maggiore di quella della stessa Tokyo. Due terzi del viaggio sono avvenuti in compagnia del vespista Fabio Cofferati che a bordo di una Vespa Piaggio del 1963 ripercorreva la Milano-Tokyo di Roberto Patrignani avvenuta durante le Olimpiadi di Tokyo ’64. Dal rapporto con Cofferati è nata un’interessante interazione tra vespismo e mondo del gas naturale con contaminazioni reciproche che potrebbero portare a nuove avventure comuni in futuro.

Il FIA Electric and New Energies Championship

Per il tredicesimo anno consecutivo abbiamo preso parte al massimo campionato che la Federazione Internazionale dell’Automobile dedica alle energie alternative. Negli anni l’associazione ha formato piloti e copiloti in grado di vincere quattro titoli iridati collaborando con numerosi team italiani. Quest’anno abbiamo preso parte al campionato grazie all’impegno della realtà altoatesina Team Autotest Motorsport e anche con il sostegno di sponsor toscani che hanno dato l’opportunità a Guido Guerrini e Francesca Olivoni di guidare per la maggior parte della gare una Volkswagen Id.4 messa a disposizione dalla concessionaria Auto Brenner di Bolzano.

Il regolamento che prevede dal 2020 il ritorno dei consumi a condizionare il 50% del risultato non ha permesso a Guerrini-Olivoni di eccellere visto che solo le auto coreane come Kia e Hyundai riescono a ottenere dati di consumo tali da condizionare positivamente la classifica. Non è un caso che i campioni del mondo Conde-Serrano, tra l’altro dominatori anche della regolarità, abbiamo ottenuto ottimi risultati nei consumi a bordo di una Kia, auto più volte usata anche da coloro che si sono classificati secondi, terzi e quarti nel mondiale. Per noi tutte le gare sono state in salita, ma l’impossibilità di concorrere fin da subito per il titolo ha portato la nostra associazione a vivere questa stagione in modo molto più sereno, intavolando un proficuo dialogo con gli altri concorrenti finalizzato anche a cercare di ottenere risultati nel far comprendere alla Federazione internazionale come potrebbe essere ridisegnato il campionato per renderlo più interessante a attrattivo. Una prima dimostrazione della coesione dei concorrenti e di alcuni organizzatori di gare è stato il passo indietro di FIA sulla iniziale proibizione della sonda come strumento di misurazione, oggi tornata compatibile con le normative di gara. Abbiamo cercato di costruire viaggi e racconti anche attorno al luogo che di volta in volta ospitava l’evento. Anche il viaggio per raggiungere il rally è diventato un momento per fare il punto sulle infrastrutture di ricarica elettrica lungo le strade del continente europeo.

Nel corso del campionato siamo riusciti a salire sul podio due volte con discreti risultati nella regolarità sportiva, ma quasi sempre deludenti sui consumi. Per Guido Guerrini un quinto posto nella classifica mondiale, primo pilota tra quelli che non hanno utilizzato una Kia, mentre per la copilota pievana Francesca Olivoni, impossibilitata a prendere parte alle ultime due gare, l’ottavo posto. Entrambi sono stati i migliori italiani nella competizione. Nelle due ultime gare stagionali, Monte Carlo e Dolomiti, Guerrini ha fatto coppia con Artur Prusak. Con l’ex avversario dei precedenti campionati si sono svolti test in gara delle reciproche attrezzature basate sia su sonda che sistema gps. Da segnalare l’ottimo nono posto a Monte Carlo, dove Guerrini non era mai andato a punti come pilota, e il terzo posto (secondi in regolarità) nella gara italiana.

In Italia orfani di un campionato

Per la prima volta non abbiamo potuto prendere parte alle gare che assegnavano i titoli italiani dedicati alle energie alternative. In alcuni casi per l’impossibilità a prendere parte ad eventi comunicati pochissimo tempo prima o per gli stessi regolamenti di gara resi pubblici sempre con scarso preavviso. La regole italiane quest’anno proibivano l’uso delle sonde. Questo curioso aspetto è in vigore solo in Italia, mentre negli altri campionati nazionali tutte le tecnologie sono ammesse, se non addirittura incentivate. La disciplina del campionato italiano che più ci interessava era quella più simile alle gare internazionali, ovvero la regolarità. Proprio Cesare Martino e Francesca Olivoni, a bordo di una Seat Leon metano/biometano di Piccini Paolo Spa e che correva con i colori di Scuderia Etruria Racing, avevano vinto il campionato 2020 e si sarebbero potuti presentare al via come campioni in carica. Anche qui le normative italiane hanno condizionato il nostro impegno nel campionato, dato che è stato stabilito che dal 2021 coloro che in passato avessero vinto un titolo FIA o Aci-Sport non avrebbero potuto prendere parte all’evento. Anche in questo caso siamo davanti ad una peculiarità unica nel contesto mondiale. La norma ha tagliato la possibilità di partecipare a tutti i componenti delle nostra associazione, dato che nel corso di oltre un decennio di impegno quasi tutti hanno vinto almeno un titolo. Dispiace ancora di più per il fatto che avevamo budget per garantire un impegno in tutte le gare del campionato, cosa che nessun concorrente nel 2021 ha fatto. Al momento, in attesa di una probabile deroga di Aci-Sport, la disciplina non ha un campione nazionale dato che nessun concorrente ha preso parte al 50% più 1 delle gare programmate, condizione necessaria per l’assegnazione del titolo di campione italiano.

Gli impegni per il 2022

A seguito della continua variazione della situazione sanitaria non è possibile poter programmare con certezza gli impegni che l’associazione intende affrontare nel corso del 2022. Resta l’obiettivo di promuovere con azioni concrete la mobilità con energie alternative. Un primo viaggio doveva collegare Milano e Cortina a Pechino, sede delle olimpiadi invernali 2022, e sarebbe stato affrontato ancora una volta con la tecnologia ibrido/gas naturale e con un mezzo a quattro ruote motrici. Le restrizioni in atto ci hanno costretto a rimandare l’avventura invernale, che sarà messa in cantiere appena possibile senza l’arrivo in occasione dei giochi olimpici. Del resto sfidare la Siberia e le sue temperature nella stagione più difficile resta un obiettivo ancora non raggiunto dal nostro gruppo, che in inverno non è mai andato oltre gli Urali.

Gli impegni di promozione delle tecnologie legate al gas naturale saranno di nuovo affrontati durante il 2022 con l’obiettivo di dimostrare che nonostante la problematica dell’aumento del costo della materia prima, viaggiare con biometano e metano resta il modo più conveniente. A tal fine è probabile un nuovo viaggio di cui parleremo appena risolti alcuni aspetti burocratici.

Per quanto riguarda gli impegni sportivi aspetteremo l’uscita di eventuali nuovi regolamenti per quanto riguarda il campionato italiano. Se l’orientamento della Federazione non cambierà rimarremo fuori un altro giro mantenendo la concentrazione e le risorse dei nostri sponsor sul campionato mondiale e su quello nazionale spagnolo, maggiormente competitivo e stimolante.

Le regole FIA per il 2022, salvo ulteriori modifiche, sono già uscite. Il campionato cambia nome diventando FIA Ecorally Cup. Non cambia molto sui principi della competizione e il rischio che il campionato si trasformi in un monomarca Kia è davvero concreto. Probabilmente prenderemo parte alla stagione assieme ad alcuni dei nostri storici sponsor ma le nostre ambizioni dovranno fare i conti con il veicolo che cercheremo di promuovere. Se, come prevediamo, non sarà in grado di competere con Kia, ci concentreremo di più sul racconto dei viaggi per raggiungere le sedi di gara e i relativi test di consumo che affronteremo. Ciò che è importante è l’unità ritrovata con gli altri partecipanti e con alcuni organizzatori di gare che ha messo fine a stagioni di forte conflittualità tra i concorrenti. Il prossimo passo sarà quello di presentare idee alla FIA per aiutare a far crescere questa disciplina sportiva. Nel frattempo ci auguriamo di non restare gli unici alfieri italiani impegnati nella competizione insieme a numerosi equipaggi provenienti da paesi emergenti in questo tipo di competizione. Siamo impegnati anche a promuovere il nostro territorio di origine assieme ad alcuni nuovi compagni di viaggio toscani e valtiberini che hanno mostrato interesse per aiutare il nome del nostro territorio a girare l’Europa e il mondo in questo periodo di ripartenza di vita sociale ed economia.

(pubblicato originariamente su TeverePost.it)

A Berlino trent’anni dopo

Alla fine i chilometri sono stati quasi cinquemila più del previsto, le nazioni toccate dal viaggio dieci e i confini attraversati diciotto. Nei viaggi a cui abbiamo preso parte in passato il numero di Stati visitati e di confini percorsi era sempre stato maggiore, ma nell’epoca tormentata dal Covid-19 è già un grande risultato essere riusciti ad intraprendere un viaggio del genere che ci ha portato a soli 43 chilometri dal Giappone. Proprio l’ultimo confine, quello tra la Russia e l’Impero del Sol Levante, si è rilevato impossibile da attraversare, senza comunque svilire il senso del nostro viaggio. Certamente non abbiamo potuto visitare Tokyo durante i Giochi olimpici, ma allo stesso tempo siamo felici di aver compiuto il primo vero e proprio test drive dedicato ad un’auto con tecnologia ibrido-gas naturale. Adesso abbiamo finalmente dati importanti su cui riflettere e per confermare che questo tipo di mobilità è davvero una rivoluzione nel mondo delle quattro, e non solo quattro, ruote.

A distanza di tre decenni

Sono passati poco meno di tre decenni da quando ebbi il privilegio di visitare quella che stava per tornare ad essere la capitale della Germania. La prima volta che ci avevo messo piede c’era ancora un muro che divideva in due la città e la storia della Germania orientale era già agli sgoccioli. Quella successiva era dopo la riunificazione quando erano in corso le prima profonde trasformazioni che avrebbero del tutto cambiato la città. Oggi mi considero fortunato ad aver potuto osservare e scoprire Berlino senza dover ricorrere ai libri di storia. A distanza di poco più e poco meno di trenta anni ho visitato una terza Berlino molto diversa da quella di fine anni ‘80 e da quella di inizio ‘90. A dire il vero avevo avuto più volte l’occasione di tornare a mettere piede all’ombra della Porta di Brandeburgo, ma lo shock delle trasformazioni del 1993 mi avevano fatto comprendere che quando ci sarei tornato avrei visto qualcosa di molto diverso dalla Berlino legata alla mia infanzia. In modo non molto diverso ho lasciato passare molti anni anche tra le mie visite a Budapest e Praga degli anni ‘80 e le stesse città nel XXI secolo. Entrambe mi trasmisero un sentimento di delusione rispetto a ciò che da turista privilegiato ho potuto ammirare prima dell’apertura al turismo di massa. Nessuna analisi politica o sociale, ma solo la differenza tra quello che ho potuto osservare prima e dopo. Proprio l’effetto che mi fecero le capitali ceca e ungherese mi consigliarono di restare alla larga di Berlino per non avere contraccolpi ancora maggiori. Timidamente avevo già rimesso piede nel territorio della Repubblica Democratica Tedesca notando come le autostrade continuassero ad avere il fondo in cemento invece che in asfalto come nella Germania occidentale. Sempre la mancanza di asfalto è stata la cosa che ho notato superando il fiume Oder quando il nostro viaggio di ritorno dal Giappone è entrato in quello che un tempo era il territorio della DDR.

Avvicinandosi al centro della città ancora oggi è abbastanza percepibile quali quartieri appartenessero ad una Germania e quali all’altra. Le ricuciture urbanistiche sono state quasi sempre vaste ed importanti, ma pur ottenendo ottimi risultati non sono riuscite a cancellare alcune differenze sociali ed economiche neppure dopo trenta anni. Nessuna particolare sensazione osservando quello che resta del muro che da barriera di divisione di due mondi oggi è diventata una mostra d’arte a cielo aperto. Alexanderplatz invasa dalla pubblicità e la scomparsa del vecchio parlamento della Germania orientale mi hanno maggiormente colpito. La prima ha conservato molti elementi dell’architettura socialista nonostante nuove costruzioni che la rendono meno austera rispetto al passato. Il parlamento è stato demolito per lasciare spazio ad un finto castello di dubbio gusto. La variazione di questo spazio mi ha particolarmente infastidito. L’Unter der Linden, il viale sotto i tigli che collega il nuovo castello alla Porta di Brandeburgo, pur avendo subito qualche modifica ha mantenuto il solenne aspetto dell’epoca precedente. L’area attorno alla porta, al Reichstag e alle zone dove il muro divideva la città all’interno del suo cuore storico è profondamente mutata con il recupero o l’aggiunta di elementi in passato non presenti, come il memoriale dedicato alle vittime dell’Olocausto o tutta l’area di Potsdamer Platz. La parte occidentale della città l’ho trovata architettonicamente simile alla mia precedente visita, ma priva di una propria centralità probabilmente persa a favore del nuovo centro cittadino, tornato ad essere quello che nella Berlino post guerra era finito nella zona di occupazione sovietica. Da ragazzino ricordavo un forte degrado sociale a Berlino ovest che oggi appare evidente nell’intera città. A est, soprattutto in periferia regnava il grigiore, oggi solo parzialmente colorato dalle vivaci tinte attorno ai palazzoni costruiti nella seconda metà del ventesimo secolo.

Paese che vai, “green pass” che trovi

Attraversare l’Europa dal confine russo fino all’Italia ci ha permesso di sperimentare le diversissime regole in vigore nei vari stati dove abbiamo dormito o mangiato. Alcune delle esperienze vissute meritano di essere raccontate. In Russia, come è noto, non si avverte più l’emergenza Covid già da molti mesi. Questo non perché il problema sia stato sconfitto, ma semplicemente perché nessuno vuole più vivere con le restrizioni, seppure minime, che erano in vigore in precedenza. Questo porta a circa settecento morti al giorno, secondo le fonti ufficiali, ma ad una vita tornata quasi del tutto come prima della pandemia. Il celebre vaccino Sputnik non viene riconosciuto in molto paesi dell’Unione Europea costringendo il vaccinato in terra russa a non poter avere i green pass se non effettuando continuamente tamponi. Delle tre repubbliche baltiche solo la Lettonia ha delle regole che impongono di entrare con test recente o vaccinazione e almeno nelle frontiere principali ci sono anche controlli. Gli estoni si limitano a ricordarti che hai 24 ore per attraversare il paese, mentre i lituani non sembrano neppure ricordare l’esistenza del problema. Anche la Polonia non ha regole particolarmente restrittive, ma è ricca di luoghi dove poter fare tamponi dato che sia la Germania che la Repubblica Ceca applicano delle norme molto stringenti. In Germania vaccinazione o test vengono richiesti per sedere in qualsiasi ristorante o per entrare in albergo. Se il test è più vecchio di 24 ore si dovrà ripetere e con nostro piacere abbiamo scoperto come quasi sempre questo possa avvenire gratuitamente negli stessi ristoranti o alberghi. Solo al campo di concentramento di Dachau un kit per il test rapito lo abbia pagato tre euro a testa. Lo stesso kit in una farmacia lombarda, comprato per effettuare il test appena rientrati in Italia, lo abbiamo pagato 25 euro. Al nostro racconto il farmacista ci ha ricordato come l’esito del test in Italia sia certificato da un medico mentre in Germania da un ristoratore o albergatore. Peccato che per saper distinguere una linea (negativo) da due righe (positivo) non serva per forza una laurea, esattamente come per leggere un test di gravidanza. Dopo i continui controlli germanici abbiamo attraversato rapidamente l’Austria dato che avrebbe avuto verso di noi attenzioni simili a quelle tedesche. Infine molto curioso scoprire come al Passo del Brennero, all’ingresso verso l’Italia, il confine sia presidiato dalle nostre forze dell’ordine, mentre al non lontano Passo Resia o ai sempre vicini accessi dalla Svizzera nessuno controlli chi entra nel nostro Paese.

Ritorno in Italia e il primo mancato rifornimento dell’intero viaggio

Siamo passati dal Passo Resia per evitare le circa due ore di fila che la vecchia e la nuova strada che collegano Austria e Italia dal Brennero proponevano. Sul Resia neppure una macchina a sfidare la dogana sotto una leggera pioggerellina di fine estate. Come promesso alla partenza da Milano, siamo rientrati in Italia percorrendo la Valtellina e visitando alcune delle sua bellezze naturali e culturali. Non poteva mancare la sfida di salire sul Passo dello Stelvio per verificare il comportamento della nostra Toyota C-HR ibrida-gas naturale nelle condizioni estreme che offre la lunga salita che conduce ai 2.758 metri del valico alpino più alto d’Italia e della successiva discesa verso Bormio. Proprio in Valtellina abbiamo effettuato il test Covid di benvenuto in Italia che ci ha permesso di entrare per la prima volta in possesso del green pass. Ci va molto peggio con il primo rifornimento di metano italiano, dato che troviamo chiuso per un guasto tecnico il distributore dalle parti di Sondrio. Dopo circa sessanta rifornimenti sempre perfettamente riusciti dispiace avere il primo contrattempo proprio in Italia, la nazione europea con il maggior numero di distributori di metano. La corsa contro il tempo per raggiungere il punto di erogazione successivo ci vedrà, con rammarico, utilizzare per la prima volta in Europa, la benzina. Arriviamo un attimo prima della chiusura e riusciamo a fare il primo pieno italiano pochi minuti prima della chiusura della stazione di rifornimento. Come possiamo constatare il self service di metano o l’apertura h24 in Italia continuano ad essere una rarità, mentre nel resto d’Europa è la normalità.

Dopo la Valtellina decidiamo di restituire la visita al vespista Fabio Cofferati, compagno di avventura nel nostro viaggio verso il Giappone. Siamo suoi ospiti in quel di Salsomaggiore ripercorrendo le rispettive esperienze davanti ad un’ottima tavola ricca di prelibatezze. La tappa quasi conclusiva della Milano-Cortina-Tokyo è costituita da Sansepolcro e dalla Valtiberina, da dove sarà organizzato a breve un ritorno a Milano attraverso le sedi dei principali sostenitori che hanno reso possibile il doppio lungo viaggio lungo le strade del continente euroasiatico.

L’auto del futuro verso i trentamila chilometri

La cifra tonda sarà toccata e superata quando riprenderemo il cammino verso Milano dove restituiremo l’auto a Snam, la proprietaria. Qui a Sansepolcro avverrà un attento studio dell’auto e dell’impianto ibrido-gas naturale da parte di Piccini Impianti, l’installatore che appena un anno fa ottenne l’omologazione della nostra Toyota pronta per la sua seconda vita a base di gas naturale. A metà strada tra la cittadina toscana e il capoluogo lombardo sosteremo di nuovo a casa di Landi Renzo Spa per raccontare la nostra avventura che ha toccato anche le loro numerose officine lungo le strade del continente euroasiatico. Al momento del ritorno a Milano la Toyota C-HR di Snam avrà superato, come detto, i 30.000 chilometri di viaggio, ben oltre le previsioni che avevamo fatto prima della nostra partenza per Tokyo. Non occorrono particolari studi per ribadire i dati sui consumi emersi durante il viaggio. Nonostante in buona parte di quello di ritorno abbiamo tenuto ritmi più veloci rispetto all’andata, l’auto ha mediamente percorso quasi 40 chilometri con un chilogrammo di metano, più o meno 400 chilometri con 10 euro, considerando i prezzi italiani. Nel tratto siberiano privo di infrastrutture di rifornimento di gas naturale, l’auto ha percorso una media di 24 km con un litro di benzina con percorsi prevalentemente extraurbani.

Articolo pubblicato originariamente su www.teverepost.it.