La Torino-Pechino torna nella penisola balcanica

Sinj e Scutari tra le tappe del nuovo viaggio della Fiat Marea tra ecologia e solidarietà.
Un ritorno alle origini della propria storia per l’Associazione Culturale Torino-Pechino-La Macchina della Pace, visto che questa realtà vide la propria nascita e sviluppo, seppur con nome e forme differenti, con i primi viaggi nell’ex Jugoslavia avvenuti alla fine degli anni ’90 e nei primi anni del nuovo secolo. Proprio il rilancio del gemellaggio con la città croata di Sinj e la documentazione dei danni della terribile guerra che infiammò la penisola balcanica diedero il via alla lunga serie di viaggi che l’associazione ancora effettua. E’ un ritorno agli inizi anche per la mitica Fiat Marea che fu testata per la prima volta nel 2007 proprio per le strade degli stati sorti dalle ceneri della Jugoslavia, in una prova di resistenza propedeutica al viaggio dell’anno successivo alle Olimpiadi di Pechino.
Questa volta l’associazione torna sulle orme dei primi viaggi sostando due giorni, assieme a numerosi altri concittadini valtiberini, nella città damata di Sinj in occasione della tradizionale festa dell’Alka, ospiti del console onorario Luka Lisica-Prijateljica, per poi recarsi nella multietnica Sarajevo ormai rinata dopo i terribili giorni dell’assedio nei primi anni ’90. Dalla città che ospitò le Olimpiadi invernali del 1984, l’equipaggio della Torino-Pechino si sposterà a Scutari, nel nord dell’Albania, ospiti della campionessa di Ecorally Desara Muriqi e della sua famiglia, che oramai da una decina di anni risiedono a Sansepolcro. Scutari sarà la base di altre due escursioni, la prima nel paesino di Gjader nella regione della Zadrima, laddove ha sede un centro di formazione professionale gestito dalle Maestre Pie Venerini, sorto anche grazie alla solidarietà degli abitanti di Sansepolcro, che attraverso la Diocesi, sempre negli anni ’90, fecero nascere questo importante progetto. Guerrini stesso partecipò assieme al responsabile dell’Azione Cattolica dell’epoca Massimo Canosci e altri biturgensi ad una missione di solidarietà pochi giorni prima dell’inizio del conflitto in Kosovo. E proprio un’escursione nella regione dallo status internazionale controverso, appunto il Kosovo, sarà l’ultimo impegno di questo viaggio chilometricamente meno faticoso del solito, ma sicuramente interessante e avvincente. In Kosovo, oltre alla visita dei luoghi storici della provincia un tempo sotto il controllo serbo, l’equipaggio della Torino-Pechino visiterà sia le zone a maggioranza albanese che le enclavi dove ancora vive popolazione serba, con l’intenzione di partecipare a progetti di solidarietà volti al miglioramento delle condizioni di vita delle comunità kosovare.
Inutile sottolineare come l’intero viaggio avverrà con l’utilizzo di soli combustibili ecologici grazie alla collaborazione con l’azienda di Sansepolcro Imega, leader nazionale nella costruzione di impianti metano e gpl. Il costo dei viaggi dell’Associazione Culturale Torino-Pechino sono completamente a carico dei partecipanti ed in alcuni casi, per i viaggi più lunghi e complessi, si ricorre all’aiuto di sponsor privati. Mai, fino ad oggi, l’associazione ha utilizzato finanziamenti pubblici.

Completata la nuova spedizione a Volgograd dell’associazione Torino-Pechino

Nei prossimi giorni brevi tappe in Calmucchia e sul mar Caspio.

Alle 18, ora di Mosca (le 16 in Italia) di mercoledì 20 giugno la vecchia Marea a gpl dell’associazione Torino-Pechino, che nel 2008 riuscì a raggiungere la capitale cinese, è approdata a Volgograd. I ragazzi toscani, dunque, sono tornati nella città della Russia meridionale che un anno e mezzo fa era stata la meta di un altro viaggio, affrontato in pieno inverno a bordo del fuoristrada Gonow GA200, anch’esso a gpl.
“Nonostante la meta fosse la stessa, il viaggio è stato competamente diverso”, dichiara Guido Guerrini: “al bianco delle distese di neve si è sostituito il giallo delle distese di grano, ai fiumi completamente gelati il blu delle acque del Don e del Volga, ai picchi di -30° dell’inverno le elevatissime temperature di questa stagione, che raggiungono già i +40°. L’unica cosa rimasta simile è la condizione delle strade russe, che anche senza neve e ghiaccio mostrano i devastanti segni dell’inverno”.
Dopo l’arrivo a Volgograd i ragazzi di Sansepolcro si sono incontrati con il referente locale dell’associazione Giovanni XXIII, che assiste emarginati e senzatetto. Spiega Emanuele Calchetti: “La Russia odierna, nel passaggio ad un capitalismo senza regole, ha completamente dimenticato ogni sorta di stato sociale, e per questo è indispensabile l’attività delle realtà legate al volontariato, le uniche che si occupano dei tantissimi che negli ultimi venti anni hanno perso tutto”.
Tra gli altri obiettivi di questa nuova spedizione, per l’associazione toscana c’è anche quello di mappare i distributori di gpl e metano presenti nell’area attraversata, rendendo un significativo servizio per tutti coloro che intendono avventurarsi per queste strade senza voler inquinare troppo.
Nei prossimi giorni l’equipaggio della Torino-Pechino visiterà Elista, la capitale della Repubblica autonoma di Calmucchia, unica entità europea abitata in maggioranza da buddisti, e la città tatara di Astrachan, ubicata sul delta del fiume Volga.

Ritorno a Volgograd per i ragazzi della Torino-Pechino

È arrivata a Novovolins’k, in Ucraina occidentale, la nuova spedizione organizzata dall’associazione Torino-Pechino. La realtà toscana, nata nel 2008 in occasione del viaggio il cui itinerario le ha dato il nome, è protagonista di un’altra avventura dai contenuti sportivamente forse meno impegnativi del solito, ma altrettanto ricca di molteplici significati.
Il viaggio di questa estate ha di nuovo come meta la città di Volgograd, nella Russia meridionale, e in particolare la casa-famiglia, gestita da un ragazzo italiano, che lì si occupa di assistere emarginati e senzatetto. Proprio con questa realtà la Torino-Pechino ha iniziato a collaborare in occasione del precedente viaggio, quello dell’inverno 2011, quando Guido Guerrini ed Emanuele Calchetti raggiunsero Volgograd a bordo di un fuoristrada Gonow alimentato a gpl, portando un cospicuo carico di aiuti (abiti invernali) raccolti tra la Valtiberina e Roma. Relativamente a quella esperienza i due viaggiatori di Sansepolcro hanno anche scritto un libro, “Via Stalingrado”, dallo storico nome della città di Volgograd, che al leader sovietico fu intitolata dal 1925 al 1961.
Il nuovo viaggio in Russia ha preso il via da Sansepolcro nel tardo pomeriggio di venerdì 15 giugno. Nella serata successiva, dopo una breve visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, la lunghissima prima tappa (1800 km) si è conclusa nella città ucraina di Novovolins’k. Qui l’equipaggio è attualmente ospite dei familiari di alcuni dei numerosi ucraini provenienti da questo luogo che vivono in Valtiberina.
Il veicolo utilizzato è proprio la storica Fiat Marea del ’99 a gpl, già protagonista di moltissime avventure, tra cui la stessa “Torino-Pechino” del 2008. L’auto, anche in questa occasione, è stipata di abiti invernali, ancora frutto della grande risposta della gente alla raccolta della volta precedente. Il caricò verrà consegnato alla casa-famiglia di Volgograd per essere utilizzato in vista delle rigidissime temperature che si riproporranno tra qualche mese. Per il caldo periodo estivo, invece, la Torino-Pechino fornirà alla città di Volgograd un volontario, che rimarrà sul posto a collaborare alle attività del centro.
L’ingresso in Russia, dopo alcune brevi tappe in Ucraina, è previsto intorno a mercoledì prossimo.

Inverno 2011, la Roma-Volgograd

Tra i principali viaggi organizzati dall’associazione Torino-Pechino, il raid Roma-Volgograd e ritorno è stato compiuto da Guido Guerrini ed Emanuele Calchetti dal 21 gennaio al 10 febbraio 2011 a bordo di un pick up Gonow GA200 alimentato con impianto a gpl Imega.

I due hanno raggiunto Volgograd, la ex Stalingrado, dopo dieci giorni di viaggio, e nella città russa hanno consegnato alla locale casa famiglia del centro Giovanni XXIII numerosi abiti raccolti grazie ad una grande gara di generosità che aveva coinvolto sia la Valtiberina che Roma, hanno assistito alle celebrazioni per l’anniversario della storica battaglia che vi si svolse nell’inverno del 1942-43 ed hanno raggiunto poi la non lontana valle del fiume Don dove avvenne la tragica ritirata delle truppe italiane.

Tutti gli obiettivi iniziali sono stati centrati: l’associazione è riuscita a portare a termine una nuova significativa esperienza di pace e di valorizzazione delle realtà italiane che si impegnano nella solidarietà all’estero; Gonow, mettendo a disposizione il proprio mezzo, ha potuto confermare la resistenza e affidabilità del veicolo, esposto a situazioni davvero estreme nelle difficili strade dell’inverno russo; ottimi risultati anche per Imega, il cui impianto di alimentazione ha garantito buoni consumi durante tutto il viaggio, realizzato interamente utilizzando il gpl.

Il viaggio, che ha costretto ad affrontare neve e ghiaccio e nella parte finale anche il fango del disgelo, è raccontato nel libro “Via Stalingrado“, pubblicato da Petruzzi Editore nel dicembre 2011 e arricchito da molti approfondimenti su aspetti sociali, storici e geopolitici relativi ai Paesi attraversati (Italia, Slovenia, Ungheria, Romania, Moldavia, Transnistria, Ucraina, Russia, e poi gli stessi stati al ritorno, con l’unica variante di Serbia e Croazia al posto dell’Ungheria, per un totale di 8777 chilometri, interamente percorsi utilizzando soltanto combustibile alternativo).

Estate 2008, da Torino a Pechino a gpl

Tappa fondativa dell’associazione, e da cui questa prende il nome, è l’incredibile viaggio da Torino a Pechino e ritorno, compiuto da Guido Guerrini e Andrea Gnaldi (affiancati da Nicola Dini a partire dalla capitale cinese) in 78 giorni, tra il luglio e il settembre del 2008.

Il tragitto, per un totale di 25.852 chilometri, è stato affrontato a bordo di una vecchia Fiat Marea del 1999 alimentata con impianto a gpl Imega Evo G1, che contro molti pronostici è riuscita a superare tantissime insidie (fra tutte il deserto del Gobi, in Mongolia) e a ritornare sana e salva, tanto che ancora oggi, a tre anni e mezzo di distanza, è ancora pienamente operativa.

L’itinerario era stato concepito durante un precedente viaggio in Russia nel 2004, uno dei tanti viaggi, in particolare verso est, compiuti negli anni da coloro che avrebbero poi dato vita all’associazione Torino-Pechino. Da allora ci sono voluti circa quattro anni di preparativi meticolosi, in particolare relativamente alle tantissime insidie burocratiche che l’Asia riserva.

Il viaggio si è snodato lungo due itinerari storici, la Transiberiana durante l’andata e la Via della Seta al ritorno, dando modo di incontrare culture e persone diverse, sempre disposte ad ascoltare il messaggio di pace, solidarietà e cooperazione portato dalla Torino-Pechino.

Di non secondaria importanza è stata la questione legata alla sensibilizzazione all’uso di combustibili a basso impatto ambientale, dato che una bella sfida vinta è stata riuscire a dimostrare che si può andare e tornare dalla Cina in macchina senza utilizzare benzina o combustibili tradizionali.

Dalla Torino-Pechino, che univa simbolicamente la città delle Olimpiadi Invernali del 2006 a quella delle Olimpiadi Estive del 2008, in corso di svolgimento proprio durante l’arrivo dell’equipaggio della Marea, è stato tratto il libro-diario “Aregolavanti!