A metano nello Stato che non c’è: cronaca di una giornata in Transnistria

Giorno 12 – 8 gennaio 2015  (Odessa-Chisinau km 245)

Dopo i postumi dei festeggiamenti natalizi comincia il vero e proprio rientro per l’equipaggio di Ecomotori.  Abbiamo attentamente esaminato le previsioni metereologiche dei prossimi giorni e ci siamo rassegnati a dover affrontare la perturbazione glaciale che sta flagellando questa zona di Europa. La giornata di oggi non prevede grandi disagi stradali, ma solo eventuali problematiche burocratiche visto che attraverseremo da parte a parte la fantomatica Repubblica di Transnistria.

Come ogni mattina, grazie alle temperature notturne polari, le strade di Odessa sono ricoperte di ghiaccio e bisogna muoversi con la massima prudenza. Non riusciamo a scendere nella parte bassa della città per fotografare il nostro Peugeot Expert davanti alla Scalinata Potemkin. La scivolosità delle stradine che scendono verso il mare è tale che le autorità locali hanno chiuso quelle più ripide. Trovare una via alternativa per raggiungere la base della scalinata si rivela un’impresa complessa alla quale dopo mezzora di tentativi dobbiamo rinunciare. Non demordiamo, invece, nell’impresa di fare rifornimento di metano presso la stazione di Odessa 2, dove la scorbutica cassiera del self service ci costringe a mostrare i documenti dell’auto e far effettuare una verifica dell’impianto Bigas-Cavagna ad un tecnico dell’azienda di distribuzione metano. Ottenuto il via libera carichiamo i consueti 40 metri cubi prima di lasciare Odessa. Sono circa 60 i chilometri che separano la città ucraina da quello che un tempo era il confine amministrativo con la Moldavia. La strada è sempre diritta e una delle due corsie è sommersa dalla neve. Per la prima volta, nonostante splenda il sole, vediamo il termometro del veicolo scendere a sedici gradi sotto lo zero.

Superato il controllo doganale ucraino non si trova quello moldavo come erroneamente riportano tutte le carte geografiche, ma quello della Transnistria. La Moldavia non esercita più alcun controllo su queste terre dall’epoca dello scioglimento dell’Unione Sovietica. Curiosamente lo stemma e la bandiera della Transnistria sono quelli della Repubblica Moldava federata nell’Urss, cosa che fa di questo stato, non riconosciuto, l’unico al mondo ad utilizzare nella propria simbologia la falce ed il martello. In linea di massima questo territorio si sviluppa ad est del fiume Dnestr e la popolazione è russofona, contrariamente al resto della Moldavia dove si parla prevalentemente una lingua neolatina quasi identica al rumeno. In ogni caso, anche se decidessimo che questa nazione non esista, dovremmo fare i conti con la sua dogana, i suoi poliziotti e la sua moneta: il rublo della Transnistria. Un tempo le forze di polizia di questo posto avevano la fama di essere dei veri vampiri capaci di importi mazzette per attraversare i cinquanta chilometri sotto il loro controllo. La situazione è notevolmente migliorata visto che il tempo che perdiamo è solo per gestire l’aspetto burocratico finalizzato a concederci il visto di transito valido ben dieci ore, regolarizzare il passaggio dell’Expert e fargli pagare cinque euro di tassa ecologica. Una bella strada a tre corsie, quella centrale è per entrambi i sensi di marcia, ci accompagna fino alla capitale Tiraspol. I nomi delle strade sono rimasti quelli di epoca sovietica come la monumentalità delle statue di Lenin e dei memoriali a ricordo della Seconda Guerra Mondiale e di quella dei primi anni ’90 con la Moldavia. Di fatto questa striscia di terra è un protettorato russo com’è dimostrato dalla presenza di una base militare di Mosca e dai tanti soldati dell’Armata Rossa a spasso per la città. L’amicizia con la terra di Putin è ricordata anche dai colori dei bus del trasporto pubblico di Tiraspol che compongono le due bandiere russa e della Transnistria che si incrociano. Pochi anni fa, con un referendum, la stragrande maggioranza della popolazione chiese l’annessione di questo territorio alla Federazione Russa. Quest’ultima ha più volte minacciato di collocare postazioni missilistiche in Transnistria se la Nato facesse altrettanto in Polonia o Repubblica Ceca.

Nessuna nazione al mondo riconosce l’autodeterminazione di questo popolo e l’indipendenza de facto. Ci fermiamo a pranzo nel centro di Tiraspol per provare a vivere qualche ora in un luogo che non esiste nelle carte geografiche. Scattiamo foto, compriamo souvenir cambiando euro con rubli locali e infine, prima che cali la sera, lasciamo questa curiosa terra. Ci colpisce la presenza di numerosi distributori di metano, soprattutto dei due situati a ridosso del confine sia in entrata che in uscita. A giudicare dalle file, sembrerebbe che il metano sia molto utilizzato. Il prezzo è di circa 40 centesimi di euro a metro cubo, benzina e gasolio sono attorno agli 80 centesimi mentre un litro di Gpl ha lo stesso prezzo del metano.

Anche in uscita i doganieri non si dimostrano avidi visto che risolviamo tutto con il costo di un solo pacchetto di sigarette, come ai tempi dell’Unione Sovietica.

Lasciata la dogana, dopo pochi metri si incontra il posto di controllo delle forze di pace con mandato Onu, anche se di fatto sono tutti russi. Infine c’è un posto di blocco della polizia moldava. Un tempo entrare in Moldavia dalla Transnistria era considerato un reato grave punibile come immigrazione clandestina. Il tutto nasceva dal fatto che nessun poliziotto della nazione moldava ti metteva il proprio timbro nel passaporto e quando uscivi dal Paese rischiavi di pagare un multa. Ora che la strada e la ferrovia tra Chisinau ed Odessa sono tornate ad essere relativamente frequentate la Moldavia ha trovato un compromesso. Uscendo da Tiraspol non c’è una dogana vera e propria, ma un ufficio immigrazione che ti mette il timbro sul passaporto e ti fa pagare la tassa stradale per circolare nelle strade locali. DI fatto la Moldavia sembra doversi rassegnare a perdere la Transnistria.

La giovane nazione moldava è considerata dalle statistiche la più povera d’Europa e si trova a vivere un conflitto politico simile a quello della vicina Ucraina. Anche le recenti elezioni non hanno dipanato la questione visto che il fronte europeista ha conquistato un solo punto percentuale in più di quello che vorrebbe rimanere legato alla Russia. Anche qui, come in Ucraina, la contrapposizione tra i due fronti è alle stelle e il rischio che la tensione accumulata possa esplodere è alto. Senza una mappa e senza un navigatore funzionante in questa nazione, dopo qualche tentativo con il puro senso dell’orientamento riusciamo a raggiungere l’Ezio Palace Hotel, un pacchianissimo albergo, prenotato via internet, ed ubicato vicino alla sede della Tv di Stato. Nonostante il freddo pungente e la scarsità di fascino della capitale moldava decidiamo di cenare in centro presso il ristorante uzbeko Caravan. I caldi piatti centroasiatici ci fanno dimenticare il gelo che continua a circondarci.

La copilota Isabelle Barciulli è la prima donna a vincere il Campionato del Mondo FIA Energie Alternative

Lo storico risultato centrato grazie al secondo posto di Atene in coppia con Guido Guerrini (Team Imega International)

Isabelle Barciulli è la prima donna nella storia della Coppa FIA Energie Alternative a laurearsi campionessa del mondo. La 28enne toscana è riuscita a centrare il titolo iridato copiloti al termine di una stagione entusiasmante, nella quale, a bordo dell’Alfa Romeo Mito a gpl della Scuderia Imega International di Sansepolcro condotta dal pilota Guido Guerrini, è salita quattro volte sul podio.
Dopo i brillanti risultati nella tappa italiana del Mondiale (Bolzano), in quella serba (Belgrado) e in quella bulgara (Sofia), è stato il secondo posto ottenuto in Grecia a garantire alla copilota nativa di Firenze, cresciuta a Sansepolcro e oggi residente a Roma quei quattro decisivi punti di margine utili al trionfo intercontinentale.

La gara greca, svoltasi il 4 e il 5 ottobre, ha visto il successo della coppia Massimo Liverani – Valeria Strada su Abarth 500 di EcoMotori Racing Team. Con questo risultato il pilota forlivese ha ratificato (mancava solo la matematica) la conquista del suo quarto titolo iridato consecutivo. Al terzo posto, dopo Guerrini-Barciulli, si è piazzata la Toyota Prius della coppia composta dal greco Denis Negkas e dal francese Boycho Popov. Nella classifica generale piloti, alle spalle di Liverani ha concluso secondo proprio Guido Guerrini. La terza piazza del podio mondiale se l’è aggiudicata il bulgaro Kalin Dedikov, che ad Atene con il navigatore Georgi Pavlov (su Great Wall C30) si è piazzato settimo, subito alle spalle dell’altro forte bulgaro Elvis Georgiev, protagonista quest’anno di una stagione insolitamente in sordina.

Successo italiano anche nella categoria riservata ai veicoli elettrici grazie agli altoatesini Walter “Fuzzy” Kofler e Franco Gaioni su Think City, che hanno stravinto anche in terra ellenica dopo aver già conquistato con una gara d’anticipo il titolo mondiale.

Isabelle Barciulli succede sul gradino più alto del podio riservato ai navigatori al basco Juanan Delgado e ai connazionali Emanuele Calchetti e Fulvio Ciervo. La neocampionessa è stata tempestata a fine gara da microfoni e telefonate: parlando con la stampa si è detta “emozionatissima” e ha voluto ringraziare Guido Guerrini e tutto il Team Imega per averle permesso di vivere “annate splendide” e di raggiungere un traguardo incredibile fino a poco tempo fa “assolutamente insperato”. Ringraziamenti anche dallo stesso Guerrini “agli sponsor locali e a tutti coloro che ci hanno sostenuto in questi anni, culminati con due campionati del mondo copiloti, quattro titoli di vicecampioni del mondo piloti e uno di vicecampioni del mondo copiloti”.

I ragazzi della Scuderia toscana, che in quest’ultima gara hanno potuto contare sul consueto prezioso supporto logistico e tecnico garantito dalla sezione greca Imega Hellas, hanno potuto così festeggiare un’altra annata strepitosa, conclusasi nel migliore dei modi con una suggestiva cerimonia di premiazione nella splendida cornice di Piazza Syntagma ad Atene, di fronte al Palazzo del Parlamento.

VIDEO: Da Sansepolcro a Volgograd, un’avventura in dual fuel

È online una breve clip che ripercorre il viaggio compiuto dai membri dell’Associazione Torino-Pechino nel dicembre 2013 da Sansepolcro a Volgograd a bordo di un Iveco Daily dual fuel diesel-metano. Nelle immagini la lunga traversata dell’Europa orientale e l’incontro con i volontari dell’Associazione Giovanni XXIII in Russia.

Completata la nuova spedizione a Volgograd dell’associazione Torino-Pechino

Nei prossimi giorni brevi tappe in Calmucchia e sul mar Caspio.

Alle 18, ora di Mosca (le 16 in Italia) di mercoledì 20 giugno la vecchia Marea a gpl dell’associazione Torino-Pechino, che nel 2008 riuscì a raggiungere la capitale cinese, è approdata a Volgograd. I ragazzi toscani, dunque, sono tornati nella città della Russia meridionale che un anno e mezzo fa era stata la meta di un altro viaggio, affrontato in pieno inverno a bordo del fuoristrada Gonow GA200, anch’esso a gpl.
“Nonostante la meta fosse la stessa, il viaggio è stato competamente diverso”, dichiara Guido Guerrini: “al bianco delle distese di neve si è sostituito il giallo delle distese di grano, ai fiumi completamente gelati il blu delle acque del Don e del Volga, ai picchi di -30° dell’inverno le elevatissime temperature di questa stagione, che raggiungono già i +40°. L’unica cosa rimasta simile è la condizione delle strade russe, che anche senza neve e ghiaccio mostrano i devastanti segni dell’inverno”.
Dopo l’arrivo a Volgograd i ragazzi di Sansepolcro si sono incontrati con il referente locale dell’associazione Giovanni XXIII, che assiste emarginati e senzatetto. Spiega Emanuele Calchetti: “La Russia odierna, nel passaggio ad un capitalismo senza regole, ha completamente dimenticato ogni sorta di stato sociale, e per questo è indispensabile l’attività delle realtà legate al volontariato, le uniche che si occupano dei tantissimi che negli ultimi venti anni hanno perso tutto”.
Tra gli altri obiettivi di questa nuova spedizione, per l’associazione toscana c’è anche quello di mappare i distributori di gpl e metano presenti nell’area attraversata, rendendo un significativo servizio per tutti coloro che intendono avventurarsi per queste strade senza voler inquinare troppo.
Nei prossimi giorni l’equipaggio della Torino-Pechino visiterà Elista, la capitale della Repubblica autonoma di Calmucchia, unica entità europea abitata in maggioranza da buddisti, e la città tatara di Astrachan, ubicata sul delta del fiume Volga.

Estate 2008, da Torino a Pechino a gpl

Tappa fondativa dell’associazione, e da cui questa prende il nome, è l’incredibile viaggio da Torino a Pechino e ritorno, compiuto da Guido Guerrini e Andrea Gnaldi (affiancati da Nicola Dini a partire dalla capitale cinese) in 78 giorni, tra il luglio e il settembre del 2008.

Il tragitto, per un totale di 25.852 chilometri, è stato affrontato a bordo di una vecchia Fiat Marea del 1999 alimentata con impianto a gpl Imega Evo G1, che contro molti pronostici è riuscita a superare tantissime insidie (fra tutte il deserto del Gobi, in Mongolia) e a ritornare sana e salva, tanto che ancora oggi, a tre anni e mezzo di distanza, è ancora pienamente operativa.

L’itinerario era stato concepito durante un precedente viaggio in Russia nel 2004, uno dei tanti viaggi, in particolare verso est, compiuti negli anni da coloro che avrebbero poi dato vita all’associazione Torino-Pechino. Da allora ci sono voluti circa quattro anni di preparativi meticolosi, in particolare relativamente alle tantissime insidie burocratiche che l’Asia riserva.

Il viaggio si è snodato lungo due itinerari storici, la Transiberiana durante l’andata e la Via della Seta al ritorno, dando modo di incontrare culture e persone diverse, sempre disposte ad ascoltare il messaggio di pace, solidarietà e cooperazione portato dalla Torino-Pechino.

Di non secondaria importanza è stata la questione legata alla sensibilizzazione all’uso di combustibili a basso impatto ambientale, dato che una bella sfida vinta è stata riuscire a dimostrare che si può andare e tornare dalla Cina in macchina senza utilizzare benzina o combustibili tradizionali.

Dalla Torino-Pechino, che univa simbolicamente la città delle Olimpiadi Invernali del 2006 a quella delle Olimpiadi Estive del 2008, in corso di svolgimento proprio durante l’arrivo dell’equipaggio della Marea, è stato tratto il libro-diario “Aregolavanti!