Aregolavanti!

“Aregolavanti!” è il libro-diario del viaggio da Torino a Pechino e ritorno compiuto nell’estate del 2008 da Guido Guerrini, Andrea Gnaldi e Nicola Dini. Il termine “aregolavanti” diventa il motto del gruppo il 6 luglio, quando di notte decidono di andare avanti nella marcia anziché cercare un alloggio. E “aregolavanti” prende a indicare l’avanzare ostinatamente senza porsi limiti, e diventa un parola carica di entusiasmo da pronunciare per darsi forza ed affrontare i chilometri.

Ma “Aregolavanti!” rappresenta anche quel pizzico di follia ed incoscienza che ha caratterizzato da subito il viaggio, e diventerà un termine talmente contagioso da diventare patrimonio anche di molti stranieri, tra tutti la guida cinese Mr. Wang, che non perderà occasione di pronunciarla continuamente, con l’accento della propria lingua.

E “Aregolavanti!” è alla fine il filo conduttore di un’avventura nata per gioco, vissuta con il sorriso e diventata perfino un libro.

Il volume è acquistabile online con una donazione di 13 euro, il cui ricavato sarà destinato alle realtà incontrate durante il viaggio e a cui si fa riferimento nei seguenti brani del libro.

Padre Diogene e i bambini di Kazan

“[…] per questo ci teniamo a raccontarvi la preziosa esperienza di Padre Diogene, missionario argentino operante in Tatarstan da oltre dodici anni. Al centro di Kazan abbiamo avuto modo di vedere la chiesa cattolica in costruzione che servirà per l’opera in cui Padre Diogene e’ impegnato. Il terreno è stato donato dal governo tataro e se si considera che la maggioranza della popolazione è musulmana e ortodossa, il gesto è senza dubbio apprezzabile. I lavori prevedono che i primi giorni di settembre la struttura venga inaugurata alla presenza del presidente tataro e del Cardinale Angelo Sodano. Abbiamo avuto il piacere di parlare con Padre Diogene e di complimentarci per il suo lavoro con i bambini e le famiglie più bisognose di Kazan.[…]”

Padre Ernesto e la gente di strada in Mongolia

“[…]La giornata prosegue con l’incontro con Padre Ernesto, missionario bergamasco in Mongolia dal 1993. […] parliamo del nostro viaggio e soprattutto della sua missione in terra mongola, dove la Chiesa Cattolica conta appena cinquecentocinquanta battezzati e i cristiani (quasi tutti protestanti) complessivamente sono circa trentamila. […] dai suoi racconti e dalle esperienze che ha avuto nel corso degli anni  capiamo che il suo più importante impegno è di portare un aiuto concreto alla popolazione, che nelle zone rurali può vivere con salari di centocinquanta o duecento euro a famiglia. I cattolici non erano presenti in Mongolia da diversi secoli, cioè dall’epoca di Marco Polo quando qualche missionario si spinse da queste parti. Oggi la missione di Padre Ernesto e’ stabilita ad Arvaikheer (quattrocento chilometri ad ovest della capitale) dove di battezzati ci sono solo i sei missionari. Invece che edificare una chiesa si è preferito investire meno denaro e realizzare una gher color legno dove la domenica si può pregare. L’attività della missione consiste per ora nel realizzare corsi di inglese e promuovere il “piccolo prestito” per permettere alle micro-economie locali di auto sostenersi. Ad esempio, si può concedere una piccola somma per permettere ad una donna di avere gli strumenti per realizzare delle borse, incentivare la vendita e restituire gradualmente la somma ricevuta, ovviamente senza interessi[…]”

Mauro Haver e la Cooperazione Italiana ad Ulaanbaatar

“[…]Lì incontriamo casualmente Mauro Haver, rappresentante della cooperazione italo-mongola. Veniamo a sapere che il Governo Italiano è impegnato ad Ulaanbataar nel mettere in piedi un ospedale per l’infanzia[…]”

Gli operatori del Centro MASP di Almaty

“[…]Il sacerdote bergamasco Don Eugenio Nembrini (spesso presente nella curva tra i tifosi atalantini) nel 2002 decise di fondare un centro di aggregazione in un quartiere degradato della città di Almaty. La struttura viene messa in piedi grazie alla collaborazione di alcuni muratori sempre di Bergamo che hanno lavorato per costruire il complesso. Il progetto iniziale prevedeva di fornire spazi ricreativi per i ragazzi del quartiere, che in questo modo avevano un’alternativa alla vita di strada potendo contare su persone e luoghi più adatti a farli crescere. Con l’arrivo dell’associazione MASP il centro cambia la propria vocazione aggiungendo all’aspetto ricreativo l’importante aspetto formativo al lavoro e al sostegno scolastico pomeridiano. Ben 15 persone e altri collaboratori saltuari operano nei corsi di cucina, barman, segreteria e informatica che si svolgono continuamente all’interno del centro. Categorie privilegiate di tali attenzioni sono, donne disoccupate, portatori di handicap e orfani. Importante riferimento per il quartiere e’ anche l’ufficio di orientamento lavoro (un piccolo ufficio di collocamento) che assume sempre più  importanza all’interno delle dinamiche sociali di quella realtà. Lo Stato controlla da vicino le attività di questi centri contribuendo a migliorare il coordinamento tra domanda e offerta di lavoro; tutto ciò con la raccomandazione di non andare ad interessarsi di argomenti più  delicati e controversi. I progetti futuri prevedono la creazione di microlaboratori, ad esempio di sartoria, seguendo personalmente i ragazzi e un maggiore impegno nei confronti di categorie più deboli come anziani e invalidi. In un contesto dove lo stipendio medio e’ meno di 200 euro al mese le adozioni a distanza assumono importanza fondamentale per permettere alle famiglie di mandare i figli a scuola. Altra emergenza che colpisce l’intero Kazakistan è l’aumento e la diffusione dell’Aids, fenomeno spesso taciuto dalle fonti governative ma di fatto in sconfortante rapida crescita. Il lavoro del centro sotto questo aspetto non si limita alla diffusione di metodi di protezione dal contagio ma e’ volto anche ad aumentare la consapevolezza della fondamentale importanza della vita[…]”

Estate 2008, da Torino a Pechino a gpl

Tappa fondativa dell’associazione, e da cui questa prende il nome, è l’incredibile viaggio da Torino a Pechino e ritorno, compiuto da Guido Guerrini e Andrea Gnaldi (affiancati da Nicola Dini a partire dalla capitale cinese) in 78 giorni, tra il luglio e il settembre del 2008.

Il tragitto, per un totale di 25.852 chilometri, è stato affrontato a bordo di una vecchia Fiat Marea del 1999 alimentata con impianto a gpl Imega Evo G1, che contro molti pronostici è riuscita a superare tantissime insidie (fra tutte il deserto del Gobi, in Mongolia) e a ritornare sana e salva, tanto che ancora oggi, a tre anni e mezzo di distanza, è ancora pienamente operativa.

L’itinerario era stato concepito durante un precedente viaggio in Russia nel 2004, uno dei tanti viaggi, in particolare verso est, compiuti negli anni da coloro che avrebbero poi dato vita all’associazione Torino-Pechino. Da allora ci sono voluti circa quattro anni di preparativi meticolosi, in particolare relativamente alle tantissime insidie burocratiche che l’Asia riserva.

Il viaggio si è snodato lungo due itinerari storici, la Transiberiana durante l’andata e la Via della Seta al ritorno, dando modo di incontrare culture e persone diverse, sempre disposte ad ascoltare il messaggio di pace, solidarietà e cooperazione portato dalla Torino-Pechino.

Di non secondaria importanza è stata la questione legata alla sensibilizzazione all’uso di combustibili a basso impatto ambientale, dato che una bella sfida vinta è stata riuscire a dimostrare che si può andare e tornare dalla Cina in macchina senza utilizzare benzina o combustibili tradizionali.

Dalla Torino-Pechino, che univa simbolicamente la città delle Olimpiadi Invernali del 2006 a quella delle Olimpiadi Estive del 2008, in corso di svolgimento proprio durante l’arrivo dell’equipaggio della Marea, è stato tratto il libro-diario “Aregolavanti!