Milano-Cortina-Tokyo, dall’eco mediatica della partenza a una sosta in Lettonia

A Cortina d'Ampezzo

Anche un pizzico di Valtiberina ha avuto la propria ribalta nella stampa nazionale in occasione della partenza da Milano, lo scorso dieci giugno, di “Ripartiamo Insieme Milano-Cortina-Tokyo 2021”. Sia chi scrive che le aziende del nostro territorio, tra le quali Piccini Paolo Spa, installatore dell’impianto a gas naturale che ha modificato la Toyota C-HR ibrida protagonista del viaggio, hanno avuto grande visibilità nelle principali testate giornalistiche come Gazzetta dello Sport, La Repubblica, Quattroruote, ma anche la trasmissione di Radio Due Caterpillar e decine di giornali a carattere locale.

Sono convinto che in un periodo storico come questo probabilmente qualunque notizia di ripresa dopo la pandemia di Covid-19 è avvantaggiata rispetto alle drammatiche pagine di informazione degli ultimi mesi. Allo stesso tempo sono di facile veicolazione i due messaggi che il viaggio vuole comunicare, la ripartenza della vita e la promozione di una tecnologia rivoluzionaria per il mondo del trasporto su gomma. Tra l’altro un’auto ibrida che viaggia con metano e biometano è oggetto di interesse anche in tutti i luoghi dove ci fermiamo a fare rifornimento. In ogni caso il clamore attorno al viaggio è un aspetto che fa enormemente piacere sia a chi lo ha ideato sia a coloro che lo stanno sostenendo. Oggi facciamo il bilancio della prima settimana, che ha visto alternarsi emozioni, problemi burocratici e dati interessanti sui consumi del veicolo.

Le pre-partenze di Sansepolcro, Cavriago e Metanopoli

I principali compagni di viaggio della nostra avventura sono Piccini Paolo Spa, Landi Renzo Spa e Snam. Le tre aziende sono rispettivamente installatrice dell’impianto, produttrice dello stesso e proprietaria del veicolo. Per onorare tutte e tre le realtà industriali e le loro lunghissime storie abbiamo organizzato altrettante pre-partenze da Sansepolcro, Cavriago e Metanopoli. Roberto Chiodi, storico giornalista e pilota di rally con nel proprio palmarès la partecipazione a tre Pechino-Parigi, un giro del mondo per auto d’epoca, due MilleMiglia e molte altre importanti gare, era al mio fianco. Una vicinanza fisica per pochi chilometri, ma morale per tutto il viaggio. Chiodi è tra le vittime della burocrazia russa e per il momento non può infatti affiancarmi nel viaggio al di fuori dell’Unione Europea. La partenza di Sansepolcro è avvenuta con un pieno di biometano grazie alla postazione di rifornimento mobile di Piccini e contribuirà al nostro obiettivo di percorrere tutti i chilometri italiani del viaggio con l’ausilio del solo biometano. La sosta di pranzo è avvenuta nella sede della Landi Renzo Spa a Corte Tegge di Cavriago. Ottima accoglienza e interessanti conversazioni sull’importante crescita dell’uso del gas naturale nell’est Europa e nello spazio ex sovietico. Infine la sorpresa del giorno è avvenuta a Metanopoli, la famosa frazione di San Donato Milanese dove ha sede Snam, dove abbiamo avuto l’onore di essere accolti anche dall’amministratore delegato Marco Alverà, che ha potuto verificare con i propri occhi l’importante trasformazione della Toyota C-HR di proprietà proprio di Snam.

Milano, Fai e Cortina

L’ Arena civica di Milano ospitò nell’agosto del 1907 il ritorno della storica Pechino-Parigi vinta dall’auto Itala con a bordo Scipione Borghese, Ettore Guizzardi e Luigi Barzini. L’episodio è sicuramente di buon auspicio ed è un onore trovarsi in un luogo importante per la storia dell’automobilismo e in generale per molte discipline sportive come calcio, ciclismo e atletica leggera. L’idea di partire dall’Arena di Parco Sempione è stata del Comune di Milano, in particolar modo dell’assessorato allo sport, turismo e qualità della vita. La Palazzina Appiani, di fatto tribuna d’onore dello storico stadio, è stata solo il primo dei luoghi Fai visitati nel giorno inaugurale del viaggio. Il Villaggio operaio di Crespi d’Adda, la Vittoria Alata di Brescia e il Castello di Avio hanno arricchito di storia e vicende interessanti la nostra prima importante collaborazione con il Fondo Ambiente Italiano. Sempre proseguendo il viaggio usando solo biometano siamo andati poi a vedere un impianto di produzione Ies Biogas a Verolanuova. Abbiamo quindi avuto modo di vedere Cortina e le Dolomiti sia alla sera che al mattino, quando la luce regala scorci davvero belli. Nella città che ha ospitato le Olimpiadi del 1956 si è ripetuta una seconda partenza proprio dallo stadio del ghiaccio olimpico che ospitò i primi Giochi in Italia.

Un virus si aggira per l’Europa

Cortina d’Ampezzo resterà nella mia memoria anche per l’ultimo tampone effettuato in Italia e per un errore di trascrizione della data di svolgimento che ci avrebbe tenuti bloccati per un’ora alla dogana austriaca. Ebbene sì, il Covid-19 ha riportato l’Europa a quando c’erano le dogane e il tampone negativo fatto a Cortina vale 72 ore entro le quali dovremo varcare tutti i confini programmati. Non da tutte le parti il controllo è accurato come in Austria, altri paesi fermano a campione, alcuni prevalentemente gli stranieri, altri i propri cittadini. A parte il lungo problema per entrare che ci ha poi fatto avere un approccio di preoccupazione ad ogni successivo confine, l’Austria è filata via senza particolari problemi. La Repubblica Ceca ci ha regalato uno sconto del 50% sulle proprie autostrade grazie alla coraggiosa scelta di premiare metano e biometano. Vedersi riconosciuta la propria “ecologicità” è stata una sensazione molto piacevole. La Polonia è il paese più grande tra quelli che dovevamo attraversare da parte a parte, ma sapevamo di poter contare su un momento di relax proprio nella capitale Varsavia grazie alla bella accoglienza di Landi Renzo Polska, che ci ha offerto lavaggio dell’auto, un ottimo pranzo per noi e del gustoso metano per la nostra auto. L’accoglienza di Fabio e dei suoi colleghi della filiale polacca di Landi Renzo ci ha permesso di non pensare tutto il giorno a macinare chilometri, cosa che abbiamo poi ricominciato a fare sotto un temporale che ci ha accompagnato fino alla Lituania.

Il lungo ed imprevisto soggiorno in Lettonia

Un altro aspetto ancora sconosciuto in Italia è che nel resto d’Europa il rifornimento avviene da anni, e quasi sempre, in modalità self-service. Ecco perché a mezzanotte di un giorno qualsiasi a Vilnius, a Vienna o a Riga è possibile mettere il metano. In Italia è finalmente possibile fare la stessa cosa, ma il percorso burocratico continua a non essere facile. Molto prima della scadenza della validità del tampone Covid sono alla frontiera tra Lettonia e Russia. Come da testimonianze di molti italiani diretti a Mosca, recentemente è capitato che i lettoni non abbiano fatto passare persone con regolare visto di ingresso. Nel nostro caso i documenti personali per permettermi di entrare sono ok. Roberto Chiodi ha già lasciato il viaggio, altrimenti sarebbe stato questo il confine per lui al momento invalicabile. Se con la frontiera lettone tutto fila sorprendentemente liscio, non accade la stessa cosa sul lato russo, per quanto l’approccio nei confronti del nostro viaggio sia positivo e gli addetti ai controlli siano ben lieti di ascoltare i nostri progetti di raggiungere il Pacifico con il gas naturale. Nonostante questo emerge un problema burocratico relativo all’importazione del veicolo. Avrei potuto continuare il viaggio senza l’auto, ma naturalmente non è all’ordine del giorno un viaggio con i soli mezzi pubblici. Decido per la ritirata temporanea e di seguire i consigli dei doganieri su come risolvere la questione. Serve tempo e forse un documento generale dall’Italia. Decido di dormire in dogana ma non sono fiducioso su una rapida risoluzione del problema. Già al mattino del giorno dopo vado a Riga per attivare dalla capitale lettone tutto il necessario per spostare il mio volo che mi riporterà in Europa nei prossimi giorni, che inizialmente era previsto da Mosca. Sempre Riga diventa il luogo dove la nostra auto aspetterà il semaforo verde per ripartire.

Consumi vicino ai dati attesi

Sono 3.431 i chilometri percorsi nella prima settimana di viaggio iniziando a contare dalla pre-partenza di Sansepolcro. Nelle sei nazioni attraversate si sono alternate tratte in autostrada, traffico cittadino, percorsi di montagna e lunghe strade statali in pianura. Complessivamente l’auto è andata molto vicino al dato che abbiamo stimato per l’intero percorso di viaggio, ovvero percorrere quaranta chilometri con un chilogrammo di metano. Al momento vantiamo un picco massimo di 41,5 e un minimo di 32,1. I dati sono influenzati anche dalla conversione tra chilogrammo e metro cubo, considerato che non tutti i paesi usano lo stesso sistema di misurazione. Il metano acquistato in Lettonia è quello che ci ha regalato i risultati migliori, quello polacco i peggiori. Ad oggi possiamo affermare, tenendo conto del prezzo italiano attorno a 0,90 euro/kg, che la Toyota C-HR ha percorso realmente quaranta chilometri con un chilo di gas naturale.

Dal Baltico all’Atlantico

Per una settimana la Milano-Cortina-Tokyo si fermerà. Doveva sostare a Mosca e invece per i problemi raccontati precedentemente si fermerà nella capitale lettone. Grazie al fatto che il volo che ci porterà sulla strada verso il Portogallo parte di sera abbiamo avuto il tempo di andare a passeggiare sulle rive del Mar Baltico sapendo che tra qualche ora potremo fare la stessa cosa su quelle dell’Oceano Atlantico dalle parti di Lisbona. Proprio ad Oeiras, nei pressi della capitale portoghese, si svolgerà la terza prova del campionato FIA dedicato alle energie alternative al quale prendiamo parte da ormai dodici anni. Il viaggio verso il Giappone e l’Oceano Pacifico riprenderà mercoledì 23 giugno con il nostro ritorno in Lettonia e la ripartenza verso il sospirato confine russo.

Articolo pubblicato originariamente su TeverePost.it.

Giorno 115 – A un passo dall’Italia

8 ottobre 2018, Cracovia-Spittal am der Drau (832 km. – tot. 33.948)

La sosta a Cracovia, ospiti dell’amico Lukasz, è stato un piacevole fuori programma. Per recuperare il tempo ottimamente speso in Polonia si è reso necessario anticipare la sveglia alle ore 6.00. Il nostro giudizio sull’ospitalità del padrone di casa supera le cinque stelle, vista anche l’ottima colazione che ci fa iniziare bene la giornata. Lasciamo Cracovia prima dell’esplosione del traffico cittadino. Per rispettare la storia della Cecoslovacchia, nel viaggio di ritorno attraversiamo la Slovacchia, visto che all’andata visitammo la Repubblica Ceca. Per avvicinarsi al confine percorriamo le strade montane che si inerpicano sugli affascinanti Monti Tatra, una delle parti più elevate dei Carpazi . Esattamente come quasi quattro mesi fa decidiamo di non pagare la vignetta stradale e di compiere il viaggio usando solo strade statali. La scelta si rileva interessante per capire meglio le strade del Paese, ma decisamente più lenta del previsto. Un veloce spuntino nella capitale Bratislava per poi superare il Danubio e raggiungere il confine ungherese. La nazione magiara diventa il venticinquesimo stato sovrano toccato dalla Torino-Pechino 2018. Pochi chilometri, ma ricchi di significato. Infatti ci fermiamo poco prima del confine austriaco lungo la strada che collega Sopron a St. Mararethen am Burgeland. Qui sorge un memoriale a ricordo di alcuni fatti avvenuti nel corso del 1989. Naturalmente anche da qui passava la cortina di ferro che divideva l’Europa occidentale da quella orientale. Nell’ottica delle riforme in atto in Ungheria a fine anni ‘80, la classe politica magiara decise di alleggerire la sorveglianza ed i dispositivi di sicurezza lungo il confine occidentale. Nel giugno dell’89 i due ministri degli esteri, l’ungherese Horn e l’austriaco Mock, tagliarono assieme una parte della recinzione che separava le due nazioni. Circa due mesi dopo, il 19 agosto, fu organizzato un pic-nic a cavallo della linea di confine. Fu permesso per tre ore di muoversi liberamente da entrambe le parti. Oltre ai cittadini austriaci ed ungheresi, si presentarono a sorpresa, qualche centinaio di turisti tedesco orientali che erano in vacanza sul lago Balaton. I soldati ungheresi non presero provvedimenti e cominciò la prima fuga di massa verso la Germania Ovest. Questo contribui ai fatti che portarono nel successivo novembre alla caduta del Muro di Berlino. Oggi una serie di monumenti ricordano quel curioso pic-nic. Anche la vecchia cortina è stata ricostruita fedelmente per un breve tratto di pochi metri. Davvero bella la lunga pista ciclabile costruita al posto della strada militare che serviva per pattugliare la frontiera. Una scritta in più lingue afferma che quel giorno, qui, è nata l’Europa. A meno di venti metri, nella vecchia postazione di confine, sono tornati i doganieri austriaci che fanno controlli ad alcune delle auto che dovrebbero circolare liberamente all’interno dell’area Schengen. Il ripristino dei parziali controlli sul confine stona molto con il significato di questo luogo.

Riprendiamo il cammino in terra austriaca dove questa volta decidiamo di investire i nove euro per la vignetta autostradale. La scelta è obbligata visto che non possiamo permetterci di rallentare ulteriormente il nostro viaggio. Domani abbiamo appuntamento con Bts e visiteremo la storica sede di Brunico oltre che un impianto di trasformazione di letame in energia. Questo interessante programma ci costringerà a varcare il confine italiano nei pressi di Prato alla Drava, nell’alta Val Pusteria, rompendo la storica tradizione del passaggio dalla cittadina friulana di Gonars. Falliamo il rifornimento al metano di Villach a causa di un guasto all’erogatore della stazione di rifornimento. Poco male, visto che il metano caricato a Cracovia sta regalando grosse soddisfazioni in tema di consumi e ci permetterà di raggiungere l’Italia senza problemi. Ancora cinquanta chilometri e troviamo alloggio in una Gasthof situata in una frazione di Spittal am der Drau. Nonostante il fatto che siamo gli unici clienti e nonostante il lunedì la cucina del ristorante sia chiusa, la signora che gestisce l’attività fa uno strappo alla regola e ci somministra dell’ottimo Wiener Snitzel con patate e l’immancabile birra. In questa atmosfera andiamo a dormire più presto del solito.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale

Giorno 2 – Cento anni dalla Grande Guerra

17 giugno 2018, Gonars-Ebersberg (km 457) – Totale viaggio 1.581

La nostra prima domenica di viaggio è focalizzata sul dramma e sulla stupidità di tutte le guerre, ed inizia nel piccolo cimitero della cittadina di Gonars. Ad aspettarci troviamo parte dell’amministrazione comunale, nei nomi dell’assessora Daniela Savolet, dell’ex Sindaco Ivan Cignola, dei Consiglieri comunali Carlo Tondon e Giancarlo Ferro. Ed è proprio il signor Ferro, significativamente figlio di una famiglia di profughi giuliano-dalmati, a farci da guida personale attraverso il sacrario degli jugoslavi che la cittadina di Gonars, che ospitò un campo di concentramento fascista durante la Seconda Guerra Mondiale, ha eretto nel 1973. Tale luogo, inoltre, accomuna Gonars con le nostre comunità di origine, Sansepolcro e Anghiari. Il motivo che unisce la cittadina friulana alla lontana Valtiberina è purtroppo una dolorosa nota di storia: dopo numerosi tentativi di fuga dal campo di Gonars, i soggetti che il regime fascista considerava più pericolosi per le loro attività anti-italiane venivano deportati nel campo di Renicci, nei pressi di Anghiari. Nell’austero e futuristico sacrario riposano circa 500 cittadini jugoslavi morti nel vicino campo di concentramento.

Deposto sul monumento un mazzo di fiori, proseguiamo il tour gonarese con l’incontro in municipio con il Sindaco della città, il dottor Marino del Frate. In un clima cordiale avviene uno scambio di doni caratterizzato dal racconto di aneddoti ed episodi che, da parte nostra, hanno caratterizzato le precedenti visite a Gonars, in quanto ultima (e prima, durante i vari ritorni) tappa italiana – dove gustare un ultimo piatto di pasta o un ultimo espresso – dei nostri numerosi viaggi verso est.

Da Gonars percorriamo circa 30 chilometri e spostiamo il tempo indietro di un secolo esatto, fino al 1918. In occasione dell’anniversario della fine della Grande Guerra, troviamo giusto dedicare una parte del tempo della Torino-Pechino ad un omaggio ai caduti di questa terribile carneficina. Nel gigantesco sacrario di Redipuglia, di fatto un cantiere in restauro in vista del prossimo 4 novembre, anniversario della fine della guerra in Italia, riposano oltre 100.000 caduti. Durante il viaggio verso la Cina incontreremo molti monumenti come questo, che ricordano le persone che hanno perso la vita nelle varie guerre che hanno caratterizzato il XX secolo. Non siamo qui a giudicare vincitori e vinti, ma vogliamo manifestare rispetto verso persone che, con o senza convinzioni patriottiche, hanno perso la vita in queste terribili esperienze.

Altri 20 chilometri e ci soffermiamo su un’altra storia di guerra, con parziale lieto fine. Fotografiamo il nostro veicolo nei due lati della piazza della stazione di Gorizia-Nova Gorica. Questa piazza è divisa in due dalla linea dell’armistizio che mise fine alla Seconda Guerra Mondiale. Il trattato di Osimo del 1975 pose ufficialmente termine alle rispettive rivendicazioni territoriali, istituzionalizzando la linea di confine. Col passare degli anni, e con un cambio di nome del soggetto confinante da Jugoslavia a Slovenia, si arrivò alla riapertura della piazza e, successivamente all’ingresso sloveno in Schengen, alla libera circolazione tra le due città. Oggi l’italiana Gorizia e la slovena Nova Gorica sono un tessuto urbano unico, con molti servizi gestiti assieme. Un piccolo museo ubicato nella stazione ferroviaria racconta la storia di questo “Muro di Berlino” made in Italy e della sua parziale fine.

Il nostro piccolo anello storico si chiude da dove lo avevamo cominciato: un veloce e ottimo pranzo alla Trattoria Pola di Ontagnano e il saluto delle sorelle Cvek ci aiuta ad indirizzarci velocemente verso nord, diretti a varcare il confine austriaco. Il passaggio del confine avviene sul valico di Monte Croce Carnico a 1.360 metri di altezza sul livello del mare. La cima di questo passo alpino, cento anni fa, vide susseguirsi terribili scontri tra esercito austro-ungarico e italiano, a testimonianza dei quali sono visibili le tracce di fortificazioni militari dell’epoca. Altrettanto visibili sono due pale eoliche situate a poche decine di metri dopo il confine, in terra austriaca, e che sembrano lavorare a pieno ritmo nel produrre energia pulita che sarà immagazzinata e gestita dai vicini austriaci. Ci viene naturale una piccola riflessione sul fatto che oltreconfine sia spesso più facile che in Italia mettere in piedi strumenti “green” come l’energia eolica. Altresì naturale ci viene chiedersi dopo quanto tempo la spedizione Torino-Pechino tornerà in Italia, una volta superata la linea rossa che divide il nostro Paese dalla pittoresca nazione alpina.

Scendendo sul lato austriaco abbiamo modo di fare una veloce visita ad un piccolo ma composto cimitero militare austroungarico. Ordine e pace regnano in questo angolo di bosco lungo la strada. Ragazzi come quelli di Redipuglia, indirizzati l’uno contro l’altro per volere di altri, e uniti nella stessa terribile sorte.

Gli ultimi chilometri della giornata vengono percorsi salendo e scendendo lungo le strade carinziane e tirolesi, fino all’ingresso in Baviera, dove pernottiamo nella cittadina di Ebersberg, a due passi dall’impianto di biogas che visiteremo domani di buon mattino, giusto per cominciare bene la settimana…

Come è cambiato il mondo in 10 anni?

Dopo la moneta unica e l’abolizione delle frontiere, il roaming telefonico unico nella Unione Europea è uno dei pochi percepibili successi delle politiche comunitarie. Dieci anni fa per comunicare dall’estero si doveva aprire un mutuo bancario.

Oggi i navigatori satellitari hanno sostituito le vecchie mappe o gli atlanti, ma attenzione visto che la precisione di alcune indicazioni come “evita le strade a pedaggio” alcune volte rischiano di far prendere multe elevate, come è quasi capitato a noi!

La differenza tra i prezzi della benzina e del gasolio tra Austria e Italia continua ad essere elevatissima, con prezzi nettamente inferiori oltre confine. Peccato che questo non valga anche per GPL e metano, venduti a prezzi mediamente più alti in terra austriaca.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Sergio Guerrini, Augusto Dalla Ragione, Bruno il cinghiale.