Giorni 81-100 – Fuga in Kazakistan e attesa del parto

4-23 settembre 2018, Kazan e dintorni – Uralsk e dintorni (km. 907, totale 29.131)

Il diario della Torino-Pechino si era interrotto in occasione della lunga sosta a Kazan in attesa che il viaggio verso la paternità di Guido si compisse. Il percorso che ha portato alla nascita di Alisa Guidovna Guerrini è stato decisamente complesso e merita un diario speciale dedicato al lieto evento e al perché il capo-spedizione della Torino-Pechino sia adesso in Kazakistan lontano dalla propria famiglia. Andiamo per ordine. La Torino-Pechino era stata programmata senza tenere conto di una possibile maternità che riguardasse uno dei membri della spedizione. Alla notizia che Guido sarebbe diventato padre, il viaggio ha subito delle modifiche per permettere al capo-spedizione di poter essere a Kazan in compagnia della moglie con tre settimane di anticipo sul tempo previsto per il parto e con un margine di tempo successivo a vivere con la propria famiglia i primi giorni di vita della figlia. Il problema occorso alla dogana russo-cinese ha creato un corto circuito al programma di viaggio che è stato rimodulato con una modifica del percorso e del calendario. Ciò ha portato due conseguenze: la perdita di sette giorni di visto russo di Guido, consumati nel tentativo di riprendere il programma di viaggio dal Kirghizistan, e l’arrivo a Kazan in ritardo rispetto al primo programma. Questo secondo inconveniente non ha generato alcun problema: lo avrebbe generato solo in caso di parto anticipato. Il primo problema è stata la fonte dei fatti che andremo a descrivere nelle prossime righe.

Giorno 81 – 4 settembre 2018

Il primo della lunga serie di giorni di attesa a Kazan. Da questo giorno il diario di viaggio si è fermato. Alessandra e Giulia si sono spostate a Mosca per poi tornare in Italia il giorno successivo. Viene utilizzato lo spazio delle pagine social per ringraziare tutti gli sponsor del viaggio.

Giorno 96 – 19 settembre 2018

Il giorno in cui termina il tempo della gravidanza di Olga coincide con l’inizio di serie preoccupazioni di non riuscire a vedere la nascita della bambina da parte di Guido. Il visto della durata complessiva di 90 giorni, senza ulteriori uscite dalla Russia terminerebbe il 29 settembre. Considerato che la Torino-Pechino dovrebbe partecipare ad un importante evento a San Pietroburgo nei primi giorni di ottobre, questo costringerebbe ad uscire dalla Russia il 28 settembre via Lettonia per rientrare il giorno stesso dell’evento dalla frontiera estone distante da San Pietroburgo appena 160 chilometri. A questo aggiungiamo che da Kazan, per arrivare al confine lettone, occorrono circa due giorni. Di fatto Guido dovrebbe lasciare la città il 26 settembre e il rischio di non assistere al parto o di non vedere la bambina è elevato.

Giorno 97 – 20 settembre 2018

Nessun segnale che possa fare pensare ad un parto nelle prossime ore. Le procedure legate alla nascita dei bambini in Russia non prevedono la presenza del padre accanto al letto della madre. Allo stesso tempo nei tre giorni successivi alla nascita è di fatto impedito qualsiasi contatto con l’esterno da parte di mamma e nascitura. La possibilità di non vedere la bambina diventa certezza. L’ultima possibilità è che la nascita avvenga nel giorno successivo.

Giorno 98 – 21 settembre 2018

Diventa necessario prevedere un piano B che permetta a Guido di vedere la bambina, ma con il rischio di non poter accompagnare Olga in ospedale il giorno dell’inizio del travaglio. Vengono valutate due opzioni possibili: raggiungere la città di Uralsk in Kazakistan, ovvero la frontiera più vicina a Kazan, e aspettare la nascita della bambina risparmiando giorni di visto, oppure volare dall’aeroporto internazionale di Kazan. L’opzione aerea viene approfondita con diversi preventivi con biglietti con data aperta nel giorno del ritorno. Eliminate tutte le destinazione interne alla Russia e quelle esterne dove fosse necessario il visto e preso atto che i restanti voli avevano prezzi molto elevati, è incredibilmente emerso che l’unica combinazione a prezzi elevati ma sostenibili era raggiungere Bologna via Mosca con voli Aeroflot. In ogni caso la partenza sarebbe dovuta avvenire il 22 settembre. Dopo aver meditato l’intera notte è emersa la discriminante che i 550 chilometri verso la frontiera kazaka avrebbero permesso un repentino ritorno a Kazan in caso di bisogno, come del resto i 600 chilometri da Uralsk permettono in circa dieci ore di tornare nel capoluogo tartaro. La decisione è presa. Si torna in Kazakistan. Partenza al mattino del giorno successivo.

Giorno 99 – 22 settembre 2018

Senza alcun entusiasmo, cosa insolita per Guido che ama viaggiare, la Torino-Pechino riparte e il Toyota Hilux a diesel-metano si rimette in moto ufficialmente per un drive test e una prova consumi. La strada è la stessa che lo scorso primo settembre portò l’equipaggio da Uralsk a Kazan. Stavolta il capo-spedizione farà il percorso inverso accompagnato solo dall’immancabile Bruno Cinghiale. Samara è a circa metà strada ed è il luogo dove riforniamo di metano nella seconda stazione cittadina, non la stessa di venti giorni prima. Doppio spostamento di lancetta dell’orologio in avanti e arrivo in frontiera a sole quattro ore dalla mezzanotte. Le infinite auto di uzbeki stracarichi di ogni bene possibile spaventa Guido e Bruno, che tuttavia scoprono che in modo leggermente discriminatorio sono state allestite più file dove russi, kazaki e forse altre nazionalità protette passano prima. Così è, ed in appena un’ora il sospirato timbro russo è apposto sul passaporto di Guido. Il tempo della burocrazia si ferma e restano sette giorni da usare nel mondo migliore in attesa del parto di Olga. Circa cinquanta chilometri di guida notturna ed eccoci nella città dove passa il fiume Ural, storico confine tra Europa e Asia. Urge trovare una sistemazione e dei pasti caldi, per questo la scelta ricade di nuovo sull’Hotel Kurmet dove alloggiammo in precedenza e dove si può mangiare a qualsiasi ora del giorno o della notte. Qui finisce la giornata, dopo una passeggiata digestiva nelle climaticamente tiepide strade di Uralsk, e dopo avere visto la partita del mondiale di pallavolo tra Italia e Russia.

Giorno 100 – 23 settembre 2018

Il centesimo giorno di viaggio inizia con il più tardivo possibile check out dall’albergo per aumentare le ore di riposo. A seguire la riattivazione della scheda telefonica kazaka comprata in precedenza. Quindi in vista di una permanenza di più giorni ecco un bel giretto in auto per tutta la città per valutare alberghi, monumenti e ristoranti e capire come trascorrere il tempo. Nel corso della passeggiata automobilistica varchiamo il ponte che superando l’Ural riporta la Torino-Pechino per circa mezz’ora nel continente asiatico. Interessante la toponomastica della città dove tra tutti i nomi spicca il principale viale “Eurasia”. Nel primo pomeriggio decidiamo di trovare un luogo per pranzare tra i piccoli ristoranti situati nella sponda europea del fiume. Molti sono chiusi essendo già terminato il periodo estivo. Non lontano dal fiume e vicino alla stazione di polizia notiamo la “traktir” (trattoria) “ASS”, che scopriremo essere l’acronimo del titolare Sergej Sergeevic Abakumov. Qui in un tavolo all’esterno pranzano Sergej, la cuoca Tanja e l’amico Andrej. Bruno sceglie di cibarsi lungo le accidentate sponde del fiume, mentre Guido viene invitato ad unirsi ai commensali che festeggiano il compleanno di Sergej. Poco dopo arrivano anche Sasha, figlio di Tanja, e un altro amico. Il racconto dell’avventura della Torino-Pechino affascina i nuovi amici kazaki come pure le interessanti difficoltà burocratiche che hanno portato Guido di nuovo ad Uralsk. Sergej dimostra di essere l’uomo dei miracoli poiché trova in pochi minuti un bello e pulito appartamento a soli 12 euro al giorno per Guido e Bruno e ci conduce personalmente ad una vecchissima stazione di metano che nemmeno gli amici di Ecomotori conoscevano. A circa dieci chilometri da Uralsk sorge un incredibile cimelio dell’Unione Sovietica. La stazione di metano risale agli anni ‘70 e in tutti i macchinari resiste la scritta “sdelano v CCCP”  (made in URSS), con anni di produzione dei pezzi attorno all’inizio degli anni ‘80, ovvero in occasione dell’ultimo ammodernamento. Peculiare il fatto che l’unico rifornimento possibile si basa sul dichiarare la capienza delle bombole e pagare per intero senza la possibilità di far presente che a bordo potrebbe esserci, come nel nostro caso, un cospicuo residuo di gas. Paghiamo più del solito, ma siamo felici dell’esperienza museale vissuta. La giornata si conclude con un’altra, più solenne, cena per il compleanno di Sergej. Stavolta sono molti i commensali e la presenza di un “italiano vero” al tavolo porta come sempre a discutere di Al Bano, Toto Cutugno e del Commissario Cattani. Si susseguono i brindisi di compleanno e di auguri per il parto di Olga e la prossima paternità di Guido. A questo punto possiamo affermare di avere degli amici ad Uralsk e la paura di affrontare i brindisi in occasione della nascita della figlia senza compagnia lascia spazio all’ipotesi di brindare assieme a dei nuovi conoscenti. I fiumi di vodka costringono Guido a lasciare Bruno e l’auto nel parcheggio della trattoria e rientrare al nuovo appartamento in taxi.