Giorno 4 – Da Praga a Varsavia

19 giugno 2018, Praga-Szczedrzykowice-Czestochowa-Bronislawow (km 660) – Totale 2.824

La giornata in cui lasceremo Praga comincia con un’abbondante colazione e l’incontro con Luigi Pagliacci, nostro conterraneo e manager del Deminka Palace, l’hotel in cui abbiamo soggiornato in una meravigliosa suite. Luigi ci allieta con racconti sulle origini del palazzo ottocentesco che ospita attualmente l’albergo e sulla particolarità relativa al fatto che il ristorante birreria ubicato al primo piano, dove stiamo bevendo il caffè, ha visto la fondazione dello Sparta Praga, celebre società polisportiva non legata solamente al calcio. Interessante come l’attuale proprietà abbia saputo trasformare il palazzo, dopo la conclusione dell’esperienza comunista, in un bell’albergo molto frequentato da russi e italiani. Il Deminka Palace, oltre a sorgere sul confine amministrativo tra i quartieri Praga 1 e Praga 2, si trova ad appena 300 metri da Piazza San Venceslao.

Al momento della partenza incontriamo Marek Tomišek, ingegnere e giornalista che si occupa di una testata motoristica, di eco-viaggi ed eco-rally, il quale ci accompagna fuori Praga per scattare delle foto alla nostra macchina e successivamente parlare della Torino-Pechino nella pagina da lui gestita e dedicata ai motori, Efficient expeditions/Úsporné expedice, prima di ripartire in direzione Polonia.

Non lontano dalla nostra strada c’è la cittadina di Srbská Kamenice, nota per un tragico episodio accaduto nel gennaio del 1972. Un aereo della JAT, la compagnia aerea jugoslava, esplose in volo, forse per una bomba, quando si trovava a oltre diecimila metri di altezza. Delle ventotto persone a bordo, ventisette morirono mentre Vesna Vulović, hostess, sopravvisse miracolosamente alla caduta da dieci chilometri di altezza. A tutt’oggi la signora Vulović detiene il record della sopravvivenza al lancio più alto senza paracadute. Vesna Vulović è poi morta per cause naturali nel 2016, all’età di 66 anni.

Proseguendo il nostro viaggio verso nord accuratamente evitando strade a pedaggio, ci troviamo ad entrare nel territorio polacco nei pressi del confine tripartito tra Repubblica Ceca, Germania e Polonia. Tentiamo di avvicinarci al punto esatto in cui le tre nazioni si incontrano, celebrato da un monumento, ma non ci risultano strade percorribili per raggiungerlo, spingendoci a desistere. Con l’ingresso in Polonia, tocchiamo la sesta nazione dall’inizio della Torino-Pechino, la dodicesima se si considera anche il prologo portoghese.

Con nostro dispiacere, anche le belle cose giungono al termine: il nostro cacca-tour d’andata è finito. L’ultimo impianto di trasformazione degli escrementi in energia lo visitiamo nel remoto villaggio di Szczedrzykowice, dove troviamo ad aspettarci un giovane addetto. Costruito anch’esso da BTS Biogas tre anni fa, presenta due differenze rispetto all’impianto di Mantova: la struttura polacca non produce fertilizzante bensì solamente energia con i materiali di scarto utilizzati, che vengono comprati da aziende agricole del vicinato, e non riciclati da una produzione interna all’azienda. Inoltre, il materiale di partenza nel processo produttivo è costituito da scarti vegetali per una percentuale di circa il 75%, relegando il letame ad una quota minoritaria.

Pochi minuti dopo aver lasciato l’impianto di Szczedrzykowice, abbiamo modo di osservare come le strade che stiamo percorrendo siano completamente deserte. La conferma di ciò che sta per accadere è data dai numerosi bambini che incontriamo nei villaggi e dal fatto che sono tutti con la maglia della nazionale polacca o con bandiere bianco rosse tatuate nei visi. La Polonia esordisce al mondiale di Russia contro il Senegal, e il clima di partecipazione è molto simile all’atmosfera di vibrante attesa che si respira in Italia prima di tali eventi sportivi: tutti in casa o nei bar a tifare la propria nazionale che, purtroppo per loro, perde 2-1 contro la formazione africana. A questo punto ci viene in mente che due giorni prima eravamo in Germania in occasione dell’esordio dei tedeschi contro il Messico. Considerando la vittoria della squadra centroamericana, ci chiediamo se portiamo o meno sfortuna alle nazionali dei Paesi che attraversiamo di volta in volta.

In questo clima surreale raggiungiamo la celebre città di Czestochowa, nota per il santuario che ospita la “Vergine Nera”, ma nel nostro caso soprattutto baluardo indispensabile per proseguire il viaggio a diesel-metano. Abbiamo notizia di un impianto di rifornimento di gas naturale ubicato all’interno della rimessa degli autobus urbani. Non è chiaro se un veicolo privato possa o meno rifornirsi in questa stazione, siamo qui anche per scoprire questo e per comunicare la notizia agli amici di Ecomotori.net. L’impianto di Czestochowa è stato costruito da Fornovo Gas meno di due anni fa. Per molto tempo c’era la stazione di rifornimento, ma mancavano i bus a metano. Adesso finalmente i bus sono entrati in servizio e con piacere scopriamo di poter usufruire del servizio pure noi. Grazie al sistema self-service è possibile fare un pieno di metano a qualsiasi ora del giorno o della notte. Questo pieno è fondamentale per raggiungere il distributore di Vilnius, in Lituania, senza dover fare un “rabbocco” nella stazione di Varsavia, situata nel complicato e trafficato centro della capitale polacca.

Ancora un centinaio di chilometri e ci areniamo nei pressi del lago Zalew Sulejowsky, presso la microscopica cittadina di Bronislawow. Finiamo a dormire e cenare in un enorme albergo-centro convegni, il Magellan, non lontano dalla superstrada che domani ci porterà a Varsavia.

Come è cambiato il mondo in 10 anni

Booking ha stravolto il mondo dell’ospitalità e degli alberghi. Dieci anni fa non esisteva la possibilità di prenotare gli alberghi durante il viaggio confrontando i prezzi al cellulare: la conseguenza è la impressionante riduzione della tempistica per cercare posti dove passare la notte.

Le esigenze social ci impongono continui spostamenti e rimbalzi di foto e file di vario tipo tra i dispositivi elettronici dei membri della Torino-Pechino, divisi tra Valtiberina, Mosca, e le infinite strade d’Eurasia. Le distanze si sono ridotte, il mondo si è ristretto, ma la mole di informazioni si è decuplicata: ci siamo inventati app di ogni tipo per risparmiarci ore di lavoro, solo per riempirle con altro lavoro.

Andando dal generale (Eurasia) al particolare (Polonia), bisogna evidenziare come le strade polacche vivano un miglioramento graduale e continuo di anno in anno, con il plus della gratuità completa delle autostrade. Il Paese, in ogni caso, sembra avere un aspetto più trascurato rispetto alla vicina Repubblica Ceca.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Sergio Guerrini, Augusto Dalla Ragione.

Giorno 3 – L’ultimo confine tra le due Germanie

18 giugno 2018, Ebersberg-Aßling-Mödlareuth-Praga (km 583) – Totale viaggio 2.164

“Il mattino ha l’oro in bocca” e “buon inizio settimana” sono modi di dire che nel nostro caso calzano a pennello, vista l’attività con cui iniziamo il primo lunedì di viaggio. E non ci riferiamo certo alla piacevole colazione dell’hotel Hölzer Bräu, ma all’impianto di trasformazione del letame che BTS Biogas ha costruito nella cittadina bavarese di Aßling. In Baviera rimaniamo piacevolmente stupiti dal constatare che ogni paese, quali che siano le dimensioni, è dotato di un proprio impianto di biogas, con conseguenze nemmeno troppo marcate dal punto di vista degli odori. L’impianto BTS sorge infatti alle porte del paese, accanto al depuratore comunale.

Lasciamo poi Aßling diretti a Monaco di Baviera, da dove un’efficiente e soprattutto gratuita autobahn ci porta fino al confine con la Turingia, nell’abitato di Mödlareuth. Nel mentre, non rinunciamo allo sfizio di ascoltarci in autostrada gli oltre 20 minuti del grande classico dei Kraftwerk Autobahn. Il minuscolo paesino di Modlareuth è diviso in due dal ruscello di Tannbach, che oggi segna il confine tra i due land di Baviera e Turingia. La peculiarità di Modlareuth deriva dal fatto che, oltre ad esser stato attraversato per circa quattro secoli dal confine tra le due regioni storiche tedesche, è stato tagliato in due anche dal confine tra Germania Est e Germania Ovest. Il confine è ora solamente amministrativo, ma di certo non è privo di barriere: con una mossa di grande lungimiranza, gli abitanti di Modlareuth decisero, al momento della riunificazione, di non abbattere né il muro né le strutture di sorveglianza circostanti, come torrette di avvistamento e recinzioni con filo spinato. Il risultato di quest’opera di preservazione è un tripudio di antiquaria da guerra fredda per i nostalgici (risaltata anche dalla presenza di un carro armato di fabbricazione sovietica, con cui Bruno il cinghiale ha voluto a tutti i costi posare per una foto), e una particolarissima e curiosa attrazione turistica per i viaggiatori.

La scoperta di Modlareuth da parte nostra è dovuta alla lettura di Verde Cortina, libro scritto a quattro mani dal giornalista Matteo Tacconi ed dal fotografo Ignacio Maria Coccia, già compagni di viaggio di una nostra spedizione in Ucraina alcuni anni fa. Tacconi e Coccia hanno abilmente descritto e fotografato tutto quello che c’è oggi tra Lubecca e Trieste, lungo quella cortina di ferro che ha diviso l’Europa per quasi mezzo secolo. Proprio la militarizzazione dell’area di confine ha permesso la mancanza di attività umane e una esplosione della natura. Finita la divisione dovuta alla guerra fredda, il filo spinato e le strade militari hanno lasciato il posto ai sentieri e alle piste ciclabili lungo itinerari davvero verdi, da cui il titolo di Verde Cortina (il libro fu anche presentato al Festival del Racconto di Viaggio nella nostra Valtiberina). Questa zona è, come tra l’altro un po’ tutta la Germania, costellata da numerosi e imponenti impianti eolici, panorama invece piuttosto raro nel nostro paese.

Abbandoniamo dunque la Germania in direzione Praga, superando il secondo confine di giornata, il primo ancora attuale. Attuale, però, fino ad un certo punto, dato che la linea di demarcazione tra Germania e Repubblica Ceca non è nemmeno segnalata dal classico cartello europeo dallo sfondo blu e dalle dodici stelle, ma solo testimoniata discretamente da vecchi cippi di pietra ai bordi della strada, rendendo il passaggio tra le due nazioni un processo fluido, continuo, desumibile dalla sola toponomastica. Il tortuoso cammino che ci porta nella capitale ceca, fra paesini e stradicciole di campagna, è piuttosto lento, ma addolcito dalla piacevolezza dei campi e dei boschi di questa parte di Mitteleuropa. A Praga siamo ospiti del nostro conterraneo Luigi Pagliacci, gestore di una locale catena di alberghi, il quale si prodiga di fornirci una spaziosa e comodissima suite nella suggestiva città boema, nel cui centro abbiamo occasione di rilassarci e passeggiare insieme al fashion manager Giorgio Fusberti, nostra vecchia conoscenza, prima del dovuto e meritato riposo notturno.

Come è cambiato il mondo in dieci anni

Abbiamo appurato che, perlomeno in Germania, è possibile pagare l’accesso ai bagni dell’autostrada attraverso la carta di credito, che dunque si rivela anche igienica.

L’asfalto e le condizioni delle strade in Repubblica Ceca sono indiscutibilmente migliori rispetto alle nostre, ma a questo punto ci assale ormai il dubbio che non sia tanto una nota di merito altrui, quanto piuttosto un demerito nostro.

L’offerta di droga e di servizi sessuali nelle strade di Praga ha raggiunto livelli da far impallidire Amsterdam e l’Olanda.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Sergio Guerrini, Augusto Dalla Ragione, Bruno il cinghiale, Giorgio Fusberti, Luigi Pagliacci.

Giorno 1 – Finalmente si parte!

16 giugno 2018, Serralunga di Crea-TORINO-Gonars (km 638) – Totale viaggio 1.124

La giornata comincia con la colazione presso il Bar Lanterna Blu, dall’altro lato della strada rispetto alle camere dove abbiamo trascorso la notte e che fanno parte della stessa propietà. Il minicorteo delle nostre auto si muove poi alla volta di Torino. Oltre all’Hilux a diesel-metano e alla storica Marea a GPL, abbiamo due auto di Ecomotive Solutions che ci aiuteranno ad allestire la nostra postazione di partenza in piazza San Carlo.

Alle 10 il salotto buono di Torino è pronto ad ospitare l’evento. Sotto lo sguardo attento di polizia e vigili urbani, e sotto il diretto controllo del bravo presentatore Michele Dotti, si alternano sul palco i principali sponsor della Torino-Pechino, i responsabili di NGV Italia e del Consorzio Italiano Biogas, e i protagonisti del viaggio, con il valore aggiunto della graditissima presenza della Sindaca Chiara Appendino e del Presidente del Consiglio Comunale FabioVersaci. Tutto si svolge con la massima piacevolezza, davanti a molti passanti e ad altre persone giunte appositamente nel capoluogo sabaudo per vivere lo storico momento della partenza. Impressionante il numero di rappresentanti del mondo della comunicazione coinvolti, su tutti una troupe della Rai che ci ha onorati di un servizio nell’edizione del TG regionale delle 14.

Ed è proprio Chiara Appendino a ripetere il rito compiuto dall’allora Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Castronovo, dieci anni fa. Con decisione e spirito d’avventura, la Sindaca mette in moto il veicolo e ci augura buon viaggio; pochi minuti dopo la piccola carovana si incammina verso il lontano oriente, ben scortata da due pattuglie della polizia municipale di Torino.

Usciti dalla città salutiamo i mezzi di Ecomotive Solutions e rimaniamo “soli”, Hilux e Marea in direzione Piacenza. Una sosta all’autogrill ci consente di predisporre il trasbordo di parte dell’equipaggiamento da un’auto all’altra e a separare definitivamente le sorti dei due veicoli. La Marea, dopo aver calcato per la seconda volta in dieci anni il palcoscenico torinese, torna a Sansepolcro assieme a Marco Piccini e Andrea Gnaldi. L’Hilux, dal canto suo, si lancia con decisione verso est con a bordo Guido, Augusto e Sergio.

Il lungo trasferimento verso il Friuli Venezia Giulia viene inframezzato da una sosta speciale in quel di Asola (Mantova) presso l’azienda agricola dei fratelli Chiesa, dove BTS Biogas ha realizzato alcuni dei più importanti impianti di biogas in Italia. I responsabili dell’azienda altoatesina e i fratelli Stefania e Giuseppe Chiesa, titolari dell’impresa agricola, ci accompagnano in un breve ma interessante tour degli impianti di trasformazione, impianti che sono stati costruiti nel 2012 dalla già citata BTS e che hanno reso la ditta zootecnica dei fratelli Chiesa un esempio di recupero completo dei materiali di scarto prodotti dall’attività agricola. Qui, ogni anno, 27mila tonnellate di deiezioni e scarti vegetali si trasformano in 22mila tonnellate di digestato (sorta di fertilizzante organico), mentre le restanti 5mila vanno a produrre circa 8 milioni e 700mila kWh annui, in un circuito economico che rende quest’impresa, nelle parole di Stefania, “un’azienda ad economia circolare a 360 gradi”. Il passo per arrivare all’erogazione di biogas per auto, per un’azienda come questa, è breve: la nostra auto non può ancora fare rifornimento in azienda, ma non è da escludere che in tempi brevi ciò potrà essere possibile.

Nei pressi di Padova, nella stazione di servizio Arino Est, facciamo l’ultimo pieno di metano e benzina in Italia. Gli erogatori del metano sono di Fornovo Gas, realtà che partecipa a pieno titolo alla nostra scommessa di unire il continente euroasiatico. Il doppio pieno è l’occasione per fare il punto sui consumi, che ci risultano essere poco più elevati delle nostre aspettative. La spiegazione è semplice, ed è dovuta allo stile di guida veloce messo in atto fino a questo momento dopo la partenza da Sansepolcro. Il prossimo tratto ci permetterà di rilevare i consumi in condizione di normalità.

La nostra ultima serata italiana segue la più classica delle tradizioni di tutti gli equipaggi della Associazione Torino-Pechino, ovvero alloggio all’Hotel “Al Taj” (e non Altai come i monti siberiani!) nei dintorni di Palmanova e cena con gli amici della Trattoria Pola ad Ontagnano di Gonars, momento reso ancora più piacevole dalla visita dell’ex sindaco di Gonars Ivan Cignola e dall’incontro tra Bruno Il Cinghiale e suo cugino, di origine slavo-friulana, che vive all’interno del ristorante. La cura, le grandi porzioni e le attenzioni della famiglia Cvek, tra cordialità, carne e birra, ci indirizzano verso una notte finalmente tranquilla e senza le tensioni della vigilia della partenza.

Come è cambiato il mondo in 10 anni

Naturalmente a Torino è cambiata l’amministrazione comunale, ma non certo l’attenzione nei confronti del nostro progetto, che ci è apparsa essere sempre elevata.

Il numero di stazioni di metano nelle autostrade italiane è visibilmente maggiore rispetto a dieci anni fa.

Il lavori di ampiamento della A4 tra Venezia e Trieste non sono terminati, ma si sono spostati i cantieri verso est permettendo alla terza corsia di arrivare all’inizio del Friuli Venezia Giulia.

Dalle parti di Mantova, invece, c’è una fattoria agricola che ha potuto ottimizzare il proprio lavoro trasformando la cacca dei propri animali in energia…

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Sergio Guerrini, Augusto Dalla Ragione, Andrea Gnaldi, Marco Piccini.