Giorno 10 – Dalla nuova alla vecchia capitale + La Russia underground di Rita Bonacini

25 giugno 2018, Mosca-Vladimir (201 km) – Totale 4.659 km.

Anche la seconda mattina moscovita comincia con un orario tardivo rispetto alla media della sveglia mattutina dell’intero viaggio. L’obiettivo non difficile della prima parte della giornata è il recupero dell’auto nel parcheggio privato del Centro Italiano di Cultura. L’occasione è utile anche per un ultimo saluto con la direttrice Silvia, gli insegnanti Gianpaolo e Sara, oltre che la segretaria Yulia, che ci ha donato due scatole di fiammiferi portafortuna che porteremo con noi nell’intero viaggio. Tornati nel quartiere di Otradnoe, dove abbiamo dormito in questo finesettimana, incontriamo il responsabile marketing di Italgas, partner russo del nostro sponsor Ecomotive Solutions. L’incontro con Ilya Dorodnev è molto cordiale e con la collaborazione del suo staff veniamo coinvolti in una videointervista sul nostro viaggio, sul sistema diesel-metano e sulla mancata qualificazione dell’Italia ai mondiali di calcio. Lasciato Ilya, si provvede al carico di bagagli e ci congediamo da Emanuele che tornerà ad essere compagno di viaggio dalla prossima settimana nella lunga tratta Kazan-Vladivostok.

L’ultimo gradito impegno in terra moscovita è presso una nuovissima stazione di metano situata al km 109, nel lato interno, del MKAD, il già citato anello stradale che circonda la capitale russa. La nuova stazione di Gazprom, realizzata in collaborazione con Fornovo Gas, è aperta da appena una settimana ed è ubicata in un luogo simbolo della storia dei nostri viaggi ad oriente. Proprio all’uscita per Shosse Entuziastov del MKAD, nel lontano 2004, nacque l’idea della Torino-Pechino realizzata nel 2008. Quel giorno di luglio di 14 anni fa, a quel bivio girammo a destra verso il viale Entuziastov che conduce al parco di Izmajlovo alla periferia est di Mosca. Avemmo un brivido al solo immaginare la bellezza di poter svoltare a sinistra verso la M7, la strada che collega Mosca agli Urali e poi, cambiando nome, alla Siberia. Quattro anni dopo, e adesso quattordici dopo, il piacere di svoltare a sinistra ed avventurarsi nelle lande più orientali del continente euroasiatico è diventata una realtà. Concludiamo il rifornimento di metano con una foto scattata dal gestore che ha voluto fermare nei ricordi la prima auto non russa a rifornirsi in questa stazione, oltre naturalmente alla prima auto a diesel-metano.

I circa 180 chilometri che ci separano dall’antica capitale russa Vladimir volano via in poco tempo anche grazie alle condizioni di traffico non proibitive. Riusciamo a sfruttare anche le ultime ore del giorno per fare un poco di turismo negli stessi luoghi che videro protagonista la Torino-Pechino 2008. All’epoca ci fermammo a Vladimir tre giorni per prepararci nel modo migliore al salto verso la Siberia. Quest’anno lo stesso ruolo sarà rivestito da Kazan, circa 600km più ad est e città dove vive la nuova famiglia di Guido. Vladimir è la città gemellata con la toscana Anghiari, patria di Andrea, uno dei nostri storici compagni di viaggio. Questa volta non abbiamo previsto momenti ufficiali di incontri o scambi culturali limitandoci ad un frettoloso soggiorno. La serata si conclude nella centralissima Bolshaja Moskovskaja Ulitsa dove degustiamo degli ottimi piatti di cucina uzbeka poco prima della passeggiata per digerire attorno alla quasi millenaria “Porta d’Oro”.

Come è cambiato il mondo in 10 anni?

– Le stazioni di metano attorno a Mosca sono diventate molte, forse una decina, contro le poche unità del 2008.
– Il nostro ristorante preferito a Vladimir, il tradizionale “Telega”, ha cessato l’attività da poco tempo
– I lavori di ampliamento della M7 tra Mosca e Vladimir sono finalmente terminati dopo circa un decennio di “remont”.

Anche oggi continuiamo la rubrica “L’Italia ai Mondiali siamo noi” con la storia di un’altra modenese, Rita Bonacini.

Come sei arrivata in Russia?

Dopo aver superato il temibile esame di ammissione a scienze della comunicazione a Bologna, cambiai subito strada e decisi di studiare lingue a Parma, e forse più per esclusione che altro scelsi francese e russo. Diciotto anni fa venni in Russia per la prima volta per un corso estivo. Arrivai in una San Pietroburgo che era molto meno accogliente di adesso, ma – nello studentato in cui vivevamo in condizioni igieniche precarie – mi legai fin da subito a un gruppo di amici fantastici. Terminato il corso rientrai in Italia per tornare l’anno dopo. Ho fatto un Erasmus in Francia, poi sono tornata in Russia, dove posso dire di aver iniziato a mettere radici più forti a partire dal 2003: all’inizio studiavo la lingua e intanto davo lezioni di italiano, poi, dopo la laurea, ho iniziato a lavorare nel settore dei trasporti, di cui mi occupo tuttora.

Quali luoghi preferisci di questo Paese?

Il cuore è a San Pietroburgo. Forse per il vissuto, gli amici, perché è molto bella esteticamente, perché rispetto a Mosca ha ritmi un po’ più blandi, è meno fighetta, più ruspante. E comunque forse mi piace ancora di più il resto della Russia, che è più verace. Ho avuto modo di vederne molta, e ad oggi ho viaggiato in 54 degli 85 soggetti federali che compongono il Paese, con due Transiberiane, parecchi voli interni e qualche escursione in macchina, tra cui una piccola partecipazione, o meglio, un’infiltrazione, alla trasmissione televisiva Overland.

Una cosa positiva e una negativa della Russia?

Una cosa positiva sono sicuramente i rapporti umani, i tanti amici; con loro ho avuto la possibilità di vivere un mondo un po’ “underground”, che è molto stimolante, tra poeti, artisti, ma va preso a piccole dosi: se vuoi continuare a lavorare, ad andare in ufficio al mattino, non puoi sempre andare dietro a chi tira tardi tutte le sere.

Tra le cose negative c’è che in certi ambiti qua siamo piuttosto indietro, e mi viene in mente la sanità, dove ci sono situazioni in cui ti senti dire: “Ok, l’operazione costa tot, ma farla meglio costa di più”, e allora ti sembra che venga data alla vita umana un’importanza diversa rispetto a come sei abituato.

Dove immagini il tuo futuro?

Il futuro me lo immagino qui, anche perché in Italia non saprei cosa andare a fare: ci ho fatto le scuole, ma tutta la mia vita adulta, la mia vita lavorativa è stata in Russia. Certo, magari sarebbe meglio a San Pietroburgo, ma va bene anche Mosca.

Equipaggio di oggi: Guido Guerrini, Emanuele Calchetti (per poco), Sergio Guerrini, Bruno il Cinghiale.