Giorno 12 – Incredibile a Kazan + La profezia di Giulia Sorrentino

27 giugno 2018, Kazan (km 0) – Totale 5.292

La nostra prima giornata completamente fermi in terra tartara è caratterizzata dal dramma sportivo che si consuma a pochi chilometri da noi, per l’esattezza tre. Il luogo che sarà ricordato nella storia del campionato del mondo di calcio è la Kazan Arena e i protagonisti del fatto sono i campioni del mondo uscenti della Germania e la Corea del Sud. Di fatto Kazan è una porta dell’oriente,ma mai ci saremmo aspettati di poter osservare una serata di feste coreane per le strade cittadine. La Corea manda a casa la Germania e questa diventa la notizia del giorno!

Mondiali a parte, la giornata era cominciata tra le mura amiche di casa cercando di risolvere alcuni dei problemi che ci attanagliano da qualche giorno. L’amico meccanico Farid, grande appassionato di hockey su ghiaccio e padre di un giocatore che partecipa alla massima serie del campionato russo, diventa il nostro uomo di riferimento per risolvere il problema legato all incidente faunisitico avvenuto in Lettonia. Preso atto che in Russia non si può trovare in alcun modo il pezzo originale da sostituire, decidiamo di optare per una riparazione provvisoria che restituisca un aspetto dignitoso al mezzo. Toyota assicura di poter portare a Kazan il pezzo (difficile da recuperare perché il nostro modello di Hilux è del 2012) in circa due settimane, ma questo tempo non è compatibile con il nostro programma di viaggio. Optiamo comunque per ordinare il pezzo con l’obiettivo di effettuare la definitiva riparazione al nostro ritorno in terra tartara a fine agosto. Nella giornata di domani il veicolo sarà preso in consegna da Farid che ricostruirà il paraurti e una protezione per la ruota anteriore destra usando parte dei pezzi originali raccolti dopo l’incidente e altri creati da lui!

Il secondo problema della giornata è la registrazione del visto a Kazan. Premesso che abbiamo tre giorni per effettuarla, decidiamo di non far passare tempo inutilmente, anche considerate le difficoltà incontrate precedentemente. Il Mondiale colpisce ancora visto che la consueta registrazione in una casa privata che di solito si fa negli uffici postali,in tempo di Fifa World Cup non è possibile. Il paradosso è che neppure Guido può dichiarare di dormire in casa della propria moglie senza passare dall’ufficio immigrazione, il temibile UFMS di Kazan. Quindi la giornata di oggi è essenzialmente servita per riempire di impegni quella di domani.

La serata è comunque sicuramente piu serena e piacevole rispetto a quella di diverse anime perse di nazionalità tedesca che abbiamo incontrato per le strade di Kazan…

Come è cambiato il mondo in 10 anni?

– Dieci anni fa quasi tutte le sere dovevamo cercare un internet point per inserire nel blog i nostri diari di viaggio, oggi questo lavoro lo si fa comodamente nelle case private o nelle camere di albergo.
– A Kazan si può attraversare il fiume Kazanka usando quattro diversi ponti invece dei due presenti nel 2008.

E ora appuntamento con la terza puntata della rubrica “L’Italia ai Mondiali siamo noi” con Giulia Sorrentino, che avevamo incontrato a Mosca.

Come sei arrivata in Russia?

Ho studiato russo all’università perché mi ha sempre affascinato questo paese, la sua letteratura, la storia, l’epoca sovietica. Sono venuta a Mosca una prima volta nel 2008. A dire il vero l’impatto non è stato molto positivo, la città mi è sembrata grigia e inospitale, forse perché vivevo in un obščežitie (i tipici dormitori per studenti, ndr) veramente pessimo. Sono andata via e ho fatto tutt’altro, per esempio un Erasmus in Spagna, poi più tardi mi sono iscritta al corso di laurea magistrale in traduzione, ho ripreso in mano il russo e sono ritornata a Mosca a distanza di qualche anno dalla prima volta, con una borsa di studio trimestrale, e tutto è andato molto meglio.

E hai deciso di restare.

Non subito, ma effettivamente dopo poco tempo ho ricevuto la telefonata di un amico che mi chiedeva se mi interessasse un lavoro a Mosca che lui si era trovato a dover rifiutare. E così due anni fa ho iniziato con grande entusiasmo a lavorare come insegnante di lingua italiana all’Istituto di scienze sociali dell’Accademia presidenziale dell’economia e della pubblica amministrazione.

Il futuro è in questa città?

Il lavoro mi piace molto, però non lo so, vedremo. Saranno decisivi i prossimi mesi, perché gira una profezia secondo la quale se si resta in Russia per tre anni, poi non si va più via.