Giorno 47 – Tutti a Pechino!

1° agosto 2018, Hunchun-Pechino

La notte non è trascorsa molto serena, dato che nella giornata di ieri i nervi si erano caricati eccessivamente. Facciamo una buona colazione in stile cinese nel nostro albergo, accompagnati dal rammarico per la situazione complicata in cui ci siamo venuti a trovare, pur nella totale consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per provare a proseguire in auto. Non ci sentiamo responsabili dell’inghippo di ieri, e molte risposte dovrebbero arrivare dall’agenzia che fino ad un mese fa ci ha rassicurato sul fatto che il valico di confine non avrebbe riservato sorprese. Nutriamo un cauto ottimismo di riuscire almeno a recuperare una parte delle spese sostenute per l’immatricolazione dell’auto, anche se la partita la dovremo giocare a Pechino con i responsabili dell’operazione.

Allo stesso tempo abbiamo trascorso parte della giornata di ieri a raccogliere informazioni su questa anomala politica doganale della Russia, senza trovare informazioni chiare. Cercare di capire come funziona una cosa in Russia è spesso una vera impresa anche per un russo, dato che tutti gli addetti ai lavori ti forniscono risposte ogni volta diverse. Continuiamo a ritenere impossibile che tutte le dogane orientali della Russia, per oltre tremila chilometri, non permettano in questo periodo il transito di auto, mentre autobus e camion passano senza problemi. Nella nottata e nelle prime ore di questa mattinata sono proseguiti i contatti con Andrea e Claudia già arrivati a Pechino, con Emanuele impegnato a Mosca nel cercare di trovare una soluzione al nostro problema e con i principali promotori e sostenitori del nostro viaggio. In ogni caso la spedizione non si è fermata e l’obiettivo minimo del capospedizione Guido e di Mr. Wang è riuscire ad arrivare a Pechino entro la notte per permettere al viaggio di raggiungere la capitale cinese rigorosamente via terra, per poter consegnare i doni del Comune di Torino alla città di Pechino, uno degli scopi principali di questo viaggio.

Alla nostra Toyota Hilux a diesel-metano rimane la grande soddisfazione di aver unito i due oceani oltre che essere andata a livello di longitudine ben oltre la città di Pechino. Tradotto in chilometri, la nostra Hilux è almeno mille lunghezze più ad est della capitale cinese e il viaggio che porterà Guido e Wang a destinazione dovrà seguire una rotta sud-ovest, indietro verso l’Europa. Ci vuole un doppio treno con coincidenza per arrivare a destinazione partendo dalla remota Hunchun, dato che l’unico treno diretto ha finito i posti a disposizione. Dopo le difficoltà affrontate nelle ultime ore il cambio di un treno non possiamo certo considerarlo un problema.

Prima di andare alla stazione è il momento di recarsi anche alla sede locale della Banca Nazionale Cinese per poter cambiare il nostro denaro. Durante gli spostamenti tra albergo, banca, mercato cittadino e stazione notiamo come quasi tutti i taxi di Hunchun abbiano vicino alla targa la scritta CNG. Grazie a Wang che funge da interprete veniamo a sapere che il metano è molto diffuso in questa città e che sono presenti numerose stazioni di rifornimento, di cui neppure i tassisti interpellati conoscono il numero esatto. Curioso che Wang mi traduca la sigla CNG in “China Natural Gas” e non in “Compressed Natural Gas”: un esempio di nazionalismo ecologico. Questa scoperta aumenta ancora di più il rammarico per i fatti di ieri, visto che con la nostra autonomia con il diesel-metano di oltre 1500 chilometri avremmo coperto senza problemi la distanza fino a Pechino con un rifornimento di metano ad Hunchun.

Alle 12.00 siamo nella stazione della città che ci ospita e e prima di salire, alle 12.45, nel treno D22 che ci porterà a Changchun, facciamo in tempo ad esplorare tutta la struttura ferroviaria probabilmente di nuova costruzione e molto pulita. Simpatico il fatto che tutte le poltrone della sale d’aspetto possano massaggiarti collo e schiena. In Cina ci si può avvicinare al binario solo negli ultimi dieci minuti prima dell’arrivo del treno e tutto il sistema di apertura delle porte che conducono ai binari è controllato automaticamente. Guido non è sorpreso del fatto di essere l’unico straniero a bordo e di conseguenza di essere guardato da tutti come un raro esempio di “europeo”, in particolare modo dai bambini.

Nei primi chilometri del nostro viaggio il treno costeggia il fiume che fa da confine con la Corea del Nord, una nuova occasione per incontrare il Paese dove il capospedizione ha passato lo scorso fine settimana. La differenza tra le città cinesi e coreane che si affacciano sul fiume è rappresentata dalla maggiore vivacità e qualità delle case nella sponda in cui ci troviamo. Non notiamo particolari strutture di confine, se non qualche torretta di guardia, a ridosso del fiume che sembrerebbe anche non particolarmente difficile da attraversare. L’altra compagna di viaggio verso Pechino è la moderna autostrada che porta dal confine fino alla capitale. Come tutte le autostrade cinesi è diventata a pagamento. Se comprendiamo bene le parole di Mr.Wang il costo è di circa mezzo euro per ogni dieci chilometri.

Il pranzo in treno è a base delle leccornie acquistate nella mattinata in uno dei grandi mercati di Hunchun assieme all’esperto Wang. Continuando ad osservare il verde paesaggio, prima montano e poi pianeggiante, abbiamo modo di apprezzare come i treni cinesi viaggino a velocità molto elevate, ma allo stesso tempo facciano numerose fermate, cosa non molto comune in Europa. Del resto sotto le rotaie passano stazioni di città che spesso superano il milione di abitanti. Sia le grandi città che i villaggi della enorme campagna sembrano in perfetto ordine, oltre a trasmettere una sensazione di modernità e tranquillità. Il bello del viaggio via terra è poter osservare da vicino molte cose, compresi i cambiamenti rispetto allo stesso viaggio del 2008. Relativamente alle campagne che osservammo dieci anni fa la situazione appare molto migliore. La Cina cresce anno dopo anno, ma la locomotiva città cerca di portarsi dietro ogni vagone, compresa la campagna.

A metà pomeriggio siamo nella grande e trafficata città di Changchun, dove abbiamo poco più di un’ora per cambiare treno. La stazione ferroviaria è simile ad un aeroporto, divisa in terminal. Di fatto per passare dal nostro binario a quello dove si fermerà il treno che va a Pechino impieghiamo tutto il tempo a nostra disposizione. Salendo e scendendo tra le varie piattaforme rinunciamo anche ai bisogni fisiologici. Saliamo sul treno veloce G384, molto più affollato di quello precedente. Già nel tardo pomeriggio le ombre dei palazzi cominciano ad allungarsi e il sole presto tramonta. Il paradosso della Cina è che c’è un solo fuso orario in un grande Paese che si dovrebbe estende almeno su quattro. Questo ha il vantaggio di tenere tutto il Paese in un’unica ora, ma allo stesso tempo costringe le provincie più orientali a vedere il sole sorgere e tramontare molto presto e le remote zone occidentali al problema opposto.

La cena in treno si svolge con gli stessi prodotti e le stesse modalità del pranzo. Alle 23.00 siamo a Pechino e con un taxi, anche questo a metano, copriamo i circa dieci chilometri che ci portano all’Hotel Mercure, il migliore hotel dove possiamo dormire in questo viaggio, scelto per noi dall’amico Maurizio Bragagni, che a distanza di dieci anni non ha fatto mancare il proprio appoggio al progetto Torino-Pechino.

Quando è quasi mezzanotte Guido e Andrea, i due reduci della spedizione del 2008, possono salutarsi presso l’ingresso dell’albergo ad una settimana di distanza dal decimo anniversario dell’inizio delle Olimpiadi del 2008 qui a Pechino e dell’arrivo in città della spedizione di dieci anni fa. Difficile andare a dormire, visto che tutti sentiamo il bisogno di confrontarci su come proseguire l’avventura cinese e come impostare il viaggio di ritorno che sarà probabilmente molto diverso da quello che avevamo in programma.

Come è cambiato il mondo in dieci anni?

– Con il fatto che le ottime autostrade sono diventate a pagamento, non è un caso che una parte del traffico si sia spostato nelle strade statali.

– Almeno in questa parte di Cina il miglioramento delle zone di campagna appare evidente.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Mr. Wang II