Giorno 79 – Una domenica di riposo

2 settembre 2018, Kazan (25 km – tot. 28.224)

La giornata a quasi chilometri zero comincia molto più tardi del solito. Sono le dieci quando l’equipaggio della Torino-Pechino decide di esplorare la città che ospitò la nostra auto per una settimana a cavallo tra giugno e luglio. I mondiali di calcio sono terminati e i prezzi sono tornati normali. Molta meno gente in giro per le strade di Kazan, che comunque dimostra la consueta vivacità. Il primo impegno della mattina è tornare a visitare il mercatino delle pulci che si svolge ogni domenica non lontano dal porto fluviale sul Volga. Qui è possibile trovare oggettistica originale di epoca sovietica ma addirittura anche della Russia di prima del 1917. Non mancano gli oggetti di uso quotidiano che vanno dai vecchi telefonini ai piccoli elettrodomestici di casa. La componente femminile dell’equipaggio si dedica all’acquisto di numerosi oggetti da regalare in vista del ritorno in Toscana. Il resto della giornata prosegue con la visita della parte centrale della città subito dopo aver testato una mensa in stile e prezzo sovietico ubicata nella strada pedonale Baumana. Durante la permanenza al Cremlino della città si aggiungono alla squadra Olga, Olesya e Matvey. In successione visitiamo la grande moschea Kul Sharif, la Cattedrale ortodossa dell’Annunciazione, la torre pendente Sjujumbike, il palazzo presidenziale e la bella terrazza panoramica che domina il fiume Kazanka e permette di osservare tutte le innovazioni urbanistiche ed immobiliari che hanno cambiato Kazan in questi ultimi anni. La moschea Kul Sharif è la più grande d’Europa se non vengono considerate quelle di Istanbul. Fu ricostruita all’inizio del XXI secolo nell’esatto luogo dove esisteva una simile moschea distrutta dai russi dopo la conquista di Kazan. La Cattedrale dell’Annunciazione ha una lunga storia e fu costruita immediatamente dopo la capitolazione della capitale tartara. La torre Sjujumbike, che vanta una inclinazione di ben due gradi, è protagonista di una curiosa leggenda: Sjujumbike era l’ultima principessa tartara e si racconta che per evitare il matrimonio con Ivan il Terribile, conquistatore di Kazan, abbia preferito lanciarsi dai cinquantotto metri della torre. Il riconoscimento di “patrimonio della umanità” concesso dall’Unesco è senza ombra di dubbio pienamente meritato per questo luogo ricco di fascino ed interesse. Il poco tempo non ci permette la visita dei numerosi complessi museali presenti all’interno della cittadella fortificata. Lasciando il Cremlino e scendendo nel lungofiume, luogo molto amato dai cittadini del capoluogo tartaro, abbiamo modo di fermarci a degustare i dolci tipici della città accompagnati da un buon tè. L’impegno successivo è la separazione dell’equipaggio visto che Alessandra e Giulia avranno un treno nel tardo pomeriggio che viaggiando di notte le porterà a Mosca dove visiteranno la capitale russa. Da segnalare che il treno che effettua la tratta Mosca-Kazan e Kazan-Mosca è lo stesso che circa due mesi fa portò qui Emanuele e Marina. Siamo quindi alla stazione ferroviaria per la cerimonia di saluto mentre il bellissimo treno a due piani lascia il Tatarstan diretto verso ovest. Guido e Bruno restano per l’ennesima volta soli, ma stavolta con la consapevolezza che non ci saranno nei prossimi giorni imprese chilometriche da effettuare. La serata prosegue nella massima tranquillità e con contatti con tutti i soggetti coinvolti nel viaggio per definire i dettagli della parte conclusiva della Torino-Pechino, che vedrà la Toyota Hilux alimentata a diesel e metano ritornare in Italia dopo aver percorso oltre 30.000 chilometri.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale, Alessandra Cenci, Giulia Messina, Olga Fedotova, Olesya Fedotova, Matvey Fedotov

Giorno 78 – Di nuovo a Kazan

1° settembre 2018, Uralsk-Kazan (621 km. – tot. 28.199)

La sveglia suona con un’ora di anticipo rispetto al previsto, ma solo perché sbagliamo il fuso orario. Tutto sommato questo tornerà comodo visto che anche oggi i chilometri da fare saranno molti. Essendo il primo settembre, e quindi il primo giorno di scuola in numerosi paesi ex sovietici, possiamo osservare molti bambini elegantissimi recarsi con mazzi di fiori alle proprie scuole. Spiccano i fiocchi bianchi nelle teste delle femmine e le cravatte indossate da molti bambini di appena sei anni.
Il primo possibile rallentamento della giornata è il vicino confine tra Kazakistan e Russia. Siamo la seconda auto in attesa e in meno di quindici minuti siamo al cospetto dei doganieri russi. La Russia è burocraticamente lenta e complessa, ma completiamo le pratiche abbastanza in fretta. Sembra che il confine tra gli stati dell’unione doganale euroasiatica sia diventato più permeabile rispetto al passato. Neppure la documentazione di importazione temporanea dell’auto viene compilata, sperando che questo non si trasformi in un problema quando dovremo uscire dalla Russia. Spostiamo le lancette indietro di un’ora e ci allineiamo all’orario in cui aveva suonato la sveglia questa mattina. La strada è buona e si prosegue senza alcun inconveniente fino alla stazione di metano Gazprom di Samara dove effettuiamo il rifornimento di gas naturale. Poco dopo siamo fermati dalla polizia di Samara nel posto di blocco all’ingresso della città. Non capiamo il perché dell’attento controllo ai nostri documenti e a quelli dell’auto. Non ci sono problemi se non quello di avere perso un quarto d’ora. Approfittiamo del lento e trafficato transito nel centro di Samara per cambiare i soldi e per pranzare nella periferia della città. Nonostante abbiamo cambiato nazione anche qui la città pullula di bambini impegnati nel ritorno dal primo giorno di scuola. Uscendo da Samara osserviamo con curiosità i cartelli che indicano la vicina città di Togliatti, dedicata all’ex Segretario del Partito Comunista Italiano, dove sorge la fabbrica Lada. Oltre cinquanta anni fa il governo sovietico avviò una cooperazione con la Fiat per creare una industria automobilistica in grado di permettere alla popolazione locale di dotarsi di auto. L’intera linea della 124 fu portata a Togliatti per far partire la produzione di un modello, la “Žigulí”, che fino a sei anni fa non aveva subito quasi alcuna modifica. Oggi la Fiat ha perso questa posizione di quasi monopolio e la fabbrica è sotto il controllo di altre case automobilistiche che hanno saputo sfruttare nel modo migliore la situazione. Il viaggio prosegue attraverso piccole strade che ci portano in tempi brevi a rientrare, dopo aver guadagnato una ulteriore ora in un solo giorno, nella Repubblica del Tatarstan dove torniamo quasi due mesi dopo il primo transito. La chiusura di un cerchio geografico di oltre ventimila chilometri è di fatto una enorme soddisfazione. Dopo qualche ora di pausa tornano le moschee ad accompagnarci lungo il cammino che ci porterà a Kazan. L’attraversamento della Kama, grande affluente del Volga, ci permette di ammirare l’enorme lago generato alla confluenza dei due fiumi e controllato dalla diga di Kujbishev. Alle 18.00 siamo in città, per l’esattezza presso la casa tartara di Guido dove ci accoglie la moglie Olga con il resto della famiglia. Qui comincia una nuova parte del viaggio, quella dell’attesa della nascita della figlia di Guido e Olga prevista per le prossime settimane. La serata finisce con la divisione del gruppo in due squadre: Guido e Bruno si dedicano alla serenità del riposo in famiglia, Alessandra e Giulia cominciano l’esplorazione della città iniziando, visto dove abbiamo trascorso i giorni precedenti, dal ristorante uzbeko denominato Karshi.

Come è cambiato il mondo in dieci anni?

– L’unione doganale euroasiatica regala qualche buon risultato. I confini tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Armenia sono diventati più semplici da attraversare. Oggi, per esempio, siamo passati dal Kazakistan alla Russia in appena quaranta minuti. Un record.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale, Alessandra Cenci, Giulia Messina