Giorno 49 – Pechino ringrazia Torino. La Mongolia dice sì al nostro passaggio.

3 agosto 2018, Pechino.

Colazione di buon’ora per avere tempo ed energie per affrontare la nuova calda giornata che abbiamo davanti. Il primo incontro è già alle 8.00 all’interno del nostro albergo con Mr.Wang con il quale dobbiamo definire i dettagli della strategia odierna. Tra le varie cose emerge che se confermassimo la nostra intenzione di non rientrare in Cina una seconda volta da un altro valico stradale, la cifra che risparmieremmo è di appena mille dollari su circa settemila spesi per pratiche burocratiche per immatricolare l’auto in Cina. Il tutto si giustifica con il fatto che le pratiche sono state comunque portate avanti e i soldi in questione depositati presso gli enti competenti.

Il secondo scoglio da affrontare è la richiesta di visto per la Mongolia, comunque utile per il prosieguo del viaggio. Troviamo massima collaborazione nel personale diplomatico della piccola ambasciata e di fronte al pagamento di circa 80 dollari a testa ci viene promesso che il visto sarà pronto per il pomeriggio.

Il passaporto fermo dai diplomatici mongoli impedisce di far partire una eventuale richiesta di visto russo da parte di Andrea e Claudia. Ci sarà tempo fino a lunedì per valutare la strategia e come e se affrontare l’eventuale richiesta di visto per la Russia.

Nel frattempo Guido acquista il biglietto ferroviario che nella giornata di domenica lo riporterà ad Hunchun, con l’obiettivo di superare di nuovo il confine russo e tornare a recuperare l’auto nel parcheggio di Kraskino lunedì mattina.

Nella tarda mattinata e con due ore di ritardo sull’agenda mattutina, l’equipaggio della Torino-Pechino incontra ufficialmente i rappresentanti del settore turistico della città di Pechino. Assieme a Minna Lian, già protagonista dell’incontro del 2008, siedono al tavolo con noi i signori Wen Wei e Zhenyu Zhang. Raccontiamo lo scopo del nostro viaggio, della bontà del sistema dual fuel con il diesel-metano e tutte le vicende che ci hanno portato fino alla capitale cinese. Consegniamo i doni della città di Torino tra cui la lettera di saluto della Sindaca Chiara Appendino e del Presidente del Consiglio Comunale Fabio Versaci, una medaglia commemorativa del nostro viaggio e la bandiera ufficiale del Comune di Torino. Riceviamo in cambio tre pacchi contenenti un thermos per thè, una chiavetta usb e una batteria di emergenza per dispositivi elettronici. Il tutto avviene nella massima cordialità.

Pausa pranzo molto occidentale visto che per velocizzare i tempi dell’ennesima impegnativa giornata testiamo, senza grandi soddisfazioni, il Mc Donald’s cinese a due passi dal nostro albergo.

Il pomeriggio lo trascorriamo interamente nel quartiere delle ambasciate con prima il ritiro con successo del visto che ci autorizza ad entrare in Mongolia e poi con la programmata visita all’ambasciata italiana. La decisione della Mongolia di permettere il nostro passaggio apre nuove prospettive all’itinerario di ritorno interamente da riorganizzare.

L’incontro con i nostri connazionali nasce grazie al fatto che nelle ultime settimane dalla nostra sede diplomatica di Pechino abbiamo avuto messaggi di sostegno per la nostra avventura. Grazie all’interesse dei funzionari che si occupano dell’ufficio economico e commerciale, tra cui Emanuele De Maigret e Luca Fraticelli, abbiamo l’opportunità di illustrare il progetto Torino-Pechino permettendo anche ai nostri principali sponsor di avere la giusta visibilità, grazie alla brochure che racconta le loro storie. All’incontro partecipa anche Eugenio Poti che si interessa al nostro problema burocratico spiegandoci quali mosse possiamo fare per un eventuale ritorno a Pechino in auto nella prossima settimana. Consegniamo due regali alla nostra ambasciata: il gagliardetto ufficiale della città di Torino e una bottiglia di vino toscano “43°” prodotto dall’azienda agricola Tenute Nardi in collaborazione con le Officine della Canonica e messo a disposizione dagli amici Filippo ed Emanuele Nardi. Ci vantiamo del fatto che probabilmente dai tempi di Marco Polo, nessun regalo italiano sia più arrivato in Cina via terra!

Con la promessa reciproca di tentare di rivedersi presto nella capitale cinese e con le doverose foto di rito, salutiamo tutti coloro che ci hanno ospitato in questo incontro.

Serata passeggiando in un quartiere non lontano dal nostro albergo e nei pressi del Tempio dei Lama. Qui, ancora una volta immersi negli Hutong, scoviamo un piccolo birrificio artigianale. La cena è più europea che cinese, ma in compenso la birra è davvero buona. Passeggiando rientriamo in Hotel consapevoli che domani, finalmente, potremo fare anche un po’ di turismo nell’attesa di ulteriori notizie e relative decisioni sul prosieguo del viaggio.

 

Come è cambiato il mondo in dieci anni?

– Il già accennato miglioramento ecologico di Pechino è dovuto sicuramente ad un concorso di fattori. Noi abbiamo notato più cose: la maggior parte degli autobus è alimentato a metano e nelle stazioni di servizio cittadine pare che non si trovi più il gasolio, poiché, almeno a Pechino, il gasolio è stato completamente bandito negli ultimi tre anni. Molto presenti anche i motorini elettrici – silenziosissimi – in tutta la città.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Andrea Gnaldi, Claudia Giorgio, Mr.Wang II