Giorno 24 – Nel paese delle zanzare

9 luglio 2018, Omsk-Barabinsk (km 350) – Tot. 7776

Più lunga del solito la nostra dormita nell’appartamento privato di Via del Percorso Rosso alla periferia di Omsk. Riconsegnate le chiavi alla padrona di casa e caricato il bagaglio nell’Hilux ci spostiamo nel centro della città per fare qualche ora di sano turismo e la colazione, non prevista nei 1500 rubli (circa 21 euro) dell’affitto della casetta. Omsk ha oltre un milione di abitanti, una periferia industriale fatta con tanto cemento, ma un piccolo centro ordinato e pulito. Il monumento più noto è la Cattedrale dell’Assunzione, ricostruita negli ultimi anni nei luoghi dove sorgeva prima degli anni ‘30. Passeggiando verso il fiume Irtysh si può osservare l’unica parte vecchia della città, fatta di edifici neoclassici prevalentemente di epoca sovietica, ma anche alcuni precedenti alla Rivoluzione. Tra le tante statue presenti c’è quella dello scrittore Dostoevskij, che qui a Omsk trascorse alcuni anni della sua vita, e non proprio i migliori: vi rimase infatti in esilio dal 1850 al 1854, dopo la conversione della condanna a morte che gli era stata inflitta dal tribunale zarista nel 1849 per attività sovversiva.

In un grande centro commerciale periferico decidiamo di comprare olio e liquido refrigerante di scorta per la nostra auto. Nei primi 13.000 chilometri, considerando anche il prologo fino a Lisbona e ritorno in Italia, il livello di tutti i liquidi è rimasto fermo senza subire alcuna modifica. Considerando che siamo in una regione dove distributori, città e meccanici diventano sempre più rari, diventa necessario avere a bordo tutto quello che potrebbe servire. A tal proposito ci sentiamo telefonicamente con Andrea, tecnico di Ecomotive Solutions, che ci dispensa alcuni utili consigli per procedere all’acquisto di tutto il necessario. Intanto i chilometri passano e si aggiunge un’altra ora di fuso orario (siamo a +5 dall’Italia) entrando nell’oblast di Novosibirsk. In occasione della sosta sotto l’imponente cartello dove scattiamo foto ricordo, siamo attaccati da numerose zanzare che qui fanno concorrenza ai tafani giganti di ieri che quasi rimpiangiamo. Colpiti più volte dai fastidiosi insetti, siamo costretti a rifugiarci in auto e ripartire immediatamente. I sorrisi nelle foto che abbiamo scattato sono stati davvero difficili da mantenere durante i numerosi pizzichi.

A circa metà strada tra Omsk e Novosibirsk decidiamo di fermarci in uno dei pochi centri urbani presenti nella nostra cartina stradale. La città di Barabinsk ci appare inizialmente come un arido posto dimenticato da Dio all’altezza di una fermata della Ferrovia Transiberiana. In effetti questa è la periferia, ma addentrandoci nel centro cittadino cambiamo opinione vista la vivacità che incontriamo. Purtroppo l’unico alloggio per dormire alternativo al dormitorio della stazione è il non eccezionale Hotel Provincia, dove però la burbera addetta alla reception, tra numerose lamentele contro la burocrazia, effettua l’importante registrazione del nostro visto. Barabinsk è la classica città del “far east” russo, per molte cose simile all’epopea americana. Centoventicinque anni fa, ci sono cartelli di questo anniversario ovunque, arrivarono qui gli operai che dovevano costruire la ferrovia. Prima i loro alloggi, poi i servizi, infine la stazione e tutte le attività collegate alla ferrovia. In epoca sovietica ecco arrivare anche le fabbriche a rendere sostenibile la vita in questo posto dove l’agricoltura può essere praticata pochi mesi all’anno. Il centro cittadino di epoca sovietica è davvero delizioso, come la pizza che mangiamo in un locale interamente dedicato all’Italia con alle pareti numerose cartoline di pubblicità degli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso. A causa della latitudine e del fuso orario appena cambiato, il sole tramonta attorno alle 23 dell’ora locale, mentre la luce scompare verso la mezzanotte. Con l’oscurità tornano le zanzare che ci accompagnano nella passeggiata che dalla piazza principale ci riporta all’albergo. Dopo aver donato alcuni centilitri del nostro sangue ai poco simpatici insetti possiamo finalmente dormire in attesa della giornata che ci porterà a Novosibirsk, la capitale della Siberia

Come è cambiato il mondo in dieci anni? 

Ci soffermiamo ancora una volta sul notevole miglioramento delle strade in Russia. Tra l’altro constatiamo la diminuzione dei passaggi a livello della Transiberiana. Dieci anni fa perdevamo decine di minuti ogni volta che ne trovavamo uno chiuso.

– Molti dei distributori di carburante, quasi sempre Gazprom e Lukoil, sono dotati di macchinette di caffè di fabbricazione italiana. Questo dieci anni fa non succedeva. Ciò non significa che riusciamo a berci dei caffè buoni.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Emanuele Calchetti, Marina Khololey, Bruno il Cinghiale