Guido Guerrini e Francesca Olivoni terzi all’Ecorally della Repubblica Ceca

Il Czech New Energies Rallye regala ancora una volta emozioni e soddisfazioni ai piloti e copiloti valtiberini. Se per Guido Guerrini si tratta del quinto podio consecutivo nella gara di Český Krumlov, la campionessa d’Italia Francesca Olivoni esordisce con un sudatissimo terzo posto frutto soprattutto del lavoro della copilota di Pieve Santo Stefano. Lungo le stradine della Boemia meridionale le difficoltà non sono affatto mancate in una delle gare meglio organizzate del calendario mondiale. Stavolta, complici anche delle novità regolamentari, non era possibile effettuare ricognizioni, cosa che ha sicuramente sfavorito gli equipaggi stranieri che hanno minore confidenza con le strade della regione di Český Krumlov. In ogni caso, in quella che è sembrata quasi una gara ad eliminazione, Guerrini-Olivoni hanno sbagliato pochissimo e il ritardo accumulato in alcune prove speciali è stato frutto di problemi di traffico. Ottimo il risultato dei vincitori Žďárský-Nábělek che riscattano l’undicesimo posto ottenuto nella prima gara del mondiale nella Comunità Valenciana.

I due valtiberini, vicecampioni del mondo 2020, esordivano con la nuovissima Volkswagen ID.4 portando al debutto assoluto sulla scena mondiale il modello Pro Performance che si è classificato decimo nella classifica dei consumi. Come già visto nel 2020 e ad inizio stagione 2021 le Kia dominano la specialità, seguite dalle Hyundai. Interessante l’esordio delle Škoda nella gara di casa.

Ottima come sempre l’organizzazione di una gara tra le più importanti del panorama mondiale, che alla nona edizione ha visto al via oltre trenta auto. Organizzatori e partecipanti hanno vissuto tre giorni in una “bolla” Covid-free con controlli continui e possibilità di muoversi liberamente all’interno delle aree destinate alla gara. “Nessuna difficoltà nell’adattamento al veicolo, semmai è stato molto difficile gestire le novità del regolamento di gara, soprattutto la consegna del road book appena 15 minuti prima delle prove, che avvantaggia notevolmente chi conosce le strade rispetto agli equipaggi internazionali”, racconta la campionessa italiana 2020 Francesca Olivoni. “Siamo soddisfatti della collaborazione con Team Autotest Motorsport e con molte importanti aziende dell’Alto Adige”, dice il pilota Guido Guerrini, che aggiunge che “questo podio è stato importante per lanciarsi verso le posizioni più alte della classifica mondiale”.

Guerrini e Olivoni salgono al terzo posto della classifica mondiale con 21 punti, a solo 1,5 punti di distacco dai baschi Conde-Serrano e dai cechi Žďárský-Nábělek. Sempre grazie al terzo posto ottenuto a Český Krumlov Volkswagen è ora seconda nel mondiale costruttori con 30 punti. Prossimi impegni iridati la trasferta portoghese dal 18 al 20 giugno e quella in Islanda tra 8 e 10 luglio prima della pausa estiva. Il campionato poi proseguirà in Slovenia, Paesi Baschi, Montecarlo e la gara italiana sulle Dolomiti.

Team Autotest Motorsport al rally della Repubblica Ceca

È la nuovissima ID.4 di Volkswagen la vettura con cui Team Autotest Motorsport e la coppia formata dai vicecampioni del mondo in carica Guido Guerrini e Francesca Olivoni affronteranno la stagione 2021 del Campionato Mondiale dedicato alle energie alternative. Auto ed equipaggio sono stati presentati mercoledì pomeriggio presso la concessionaria AutoBrenner di Bolzano alla presenza del patron della squadra Josef Unterholzner e di Fuzzy Kofler e Franco Gaioni, ultimi italiani a vincere il mondiale.

Team Autotest Motorsport sarà anche l’unica squadra italiana a prendere parte all’intera stagione sportiva che dopo la prima gara già svolta nella Comunità Valenciana vedrà il susseguirsi di eventi in Repubblica Ceca, Portogallo, Islanda, Slovenia, Paesi Baschi e Monte Carlo, prima della chiusura del campionato proprio nelle Dolomiti a cavallo tra Trentino e Alto Adige. La prossima tappa, quella nella città boema di Český Krumlov, si svolgerà venerdì e sabato e vedrà la ID.4 di Team Autotest Motorsport al via con il numero 1.

Grazie all’autonomia attorno ai 450 km a ricarica, molte delle sedi di gara verranno raggiunte viaggiando con la ID.4 e sfruttando le colonnine ormai presenti in gran parte d’Europa, rendendo ogni trasferimento una piccola avventura da raccontare. Per Unterholzner e Team Autotest Motorsport si tratta della nona stagione mondiale, con un palmarès fatto di quattro titoli piloti, due copiloti e tre costruttori, che rendono quella altoatesina una delle realtà più vincenti di sempre nella storia delle gare ad energie alternative.

Con Fuzzy Kofler e Franco Gaioni impossibilitati a prendere parte alla prima parte della stagione, la scommessa del team sarà sulla coppia composta da Guido Guerrini e Francesca Olivoni che hanno già gareggiato nel 2019 con il team di Unterholzner. Per i ragazzi toscani cresciuti sportivamente nell’Associazione Torino-Pechino sarà una importante occasione di collaborazione che gli consentirà di affrontare con tutti gli strumenti a disposizione il campionato 2021. Grazie anche ai chiarimenti regolamentari arrivati dalla Federazione Internazionale dell’Automobile, nella seconda parte di stagione dovrebbero tornare in gara anche gli storici alfieri della squadra sudtirolese Kofler e Gaioni.

Primi punti mondiali in terra iberica per Guerrini-Olivoni

“Ripartiamo insieme” è il messaggio che i vicecampioni del mondo 2020 Guido Guerrini e Francesca Olivoni hanno voluto trasmettere durante questo primo appuntamento della stagione 2021 del Campionato mondiale FIA e di quello spagnolo. I due toscani, unici italiani in gara, hanno avuto l’onore di aprire le due stagioni sportive partendo con il numero 1, ma proprio percorrendo i nemmeno cento metri che separavano il parco chiuso della gara dal punto di partenza hanno raccolto un chiodo con la ruota anteriore sinistra. Non essendo possibile ritardare la partenza, la problematica ha condizionato la prima giornata di gara, costituita da una sola prova speciale, seppure di ben 78 chilometri. Dopo la perdita di circa la metà della pressione la ruota si è stabilizzata permettendo in qualche modo all’equipaggio di terminare la giornata rendendo poi inutilizzabile lo pneumatico per il resto della gara. Grazie all’autorizzazione dei commissari è stato possibile provvedere alla sostituzione della ruota anche in regime di parco chiuso. La prima tappa dell’Ecorally della Comunità Valenciana era valida solo per la competizione FIA e quindi non ha alterato i risultati di gara nella giornata dedicata al Campionato spagnolo, durante la quale Guerrini e Olivoni hanno vinto due delle sette speciali e recuperato fino alla quarta posizione della gara mondiale e alla seconda nel campionato spagnolo.

“Per come si erano messe le cose alla partenza da Morella, l’essere andati a punti in entrambe le gare ci deve rendere soddisfatti. Siamo in corsa sia nella competizione mondiale che in quella spagnola. Presto dovremo scegliere su quale delle due puntare a livello di partecipazione continuativa, anche se intendiamo prendere parte ad entrambe sfruttando la possibilità di scartare alcuni risultati”, racconta la campionessa italiana 2020 Francesca Olivoni a fine gara.

“Già prendere parte ad un evento estero di questi tempi è una vittoria, considerando i tre tamponi necessari e le relative misure di sicurezza messe in piedi dall’impeccabile organizzazione dell’evento. Molto tecnico il percorso e come al solito perfetto il sistema di cronometraggio di una gara che non è arrivata casualmente all’ottava edizione. Siamo contenti dell’accoglienza riservata dalla federazione spagnola a due stranieri che intendono mettersi alla prova con quelli che probabilmente sono i più forti al mondo in questa specialità sportiva e siamo ben lieti di non aver avuto alcuna limitazione nell’uso della strumentazione di gara tradizionale, qui largamente diffusa sia nella preparazione della gara da parte degli organizzatori che nello svolgimento della stessa”, commenta il pilota Guido Guerrini. “Le gare spagnole valorizzano molto il ruolo del copilota”, aggiunge ancora il vicecampione del mondo, “poichè il percorso viene reso pubblico ad un’ora dalla partenza e il road book è molto ricco di riferimenti. Per riuscire a fare risultati di alto livello in situazioni come questa sono necessarie esperienza e affiatamento durante la gara e anche essere pronti a gestire le difficoltà spesso presenti e che fanno parte del gioco”.

Per quanto riguarda il risultato sportivo nella regolarità FIA, l’equipaggio italiano si è classificato al quarto posto ad appena due decimi di secondo, dopo oltre 300 km e 227 rilevamenti dalla coppia basca Foronda-Rodas su Hyundai Kona, mentre nella regolarità del campionato spagnolo è stato di 2,6 secondi il distacco dalla coppia Conde-Serrano, vincitori di entrambe le gare a bordo di Kia e-Niro. Ampiamente previsto il risultato negativo sui consumi con la Renault Zoe, messa a disposizione in loco, solo nona nel FIA e ottava nella classifica spagnola (i sistemi di calcolo del consumo e i regolamenti sono differenti tra le due competizioni).

La somma del risultato sportivo e di quello dei consumi assegnano a Guerrini e Olivoni un settimo posto nella classifica mondiale (sei punti dato il coefficiente 1,5 della gara spagnola) e un quarto posto in quella spagnola (otto punti più uno ulteriore da aggiungere per il risultato della regolarità).

Guerrini e Olivoni hanno corso la gara valenciana con i colori del team altoatesino Autotest Motorsport, supportati dagli storici sponsor che hanno abbracciato il progetto “Ripartiamo insieme” che verrà portato avanti con l’intenzione di dimostrare come sia necessario ricominciare una vita normale, con tutte le opportune misure di sicurezza, anche durante la fase di pandemia di Covid-19. Il messaggio di “Ripartiamo insieme” è finalizzato a trovare il giusto equilibrio tra sicurezza sanitaria e l’emergenza sociale ed economica in atto.

Guerrini e Olivoni apriranno il Campionato mondiale FIA energie alternative

Non ancora scoperte tutte le carte che caratterizzeranno le attività dei ragazzi della Torino-Pechino nel corso del 2021, un anno dove è necessario ripartire e trasmettere ottimismo dopo la difficile stagione 2020 che ha visto comunque Chet Martino e Francesca Olivoni vincere il titolo italiano e Guido Guerrini e la stessa copilota di Pieve Santo Stefano diventare vicecampioni mondiali. Di certo c’è, come annunciato in precedenza, la partecipazione al Mondiale FIA 2021 e, per la prima volta, anche al campionato nazionale spagnolo dedicato alle energie alternative.

Si riparte da dove avevamo concluso la stagione”, racconta Francesca Olivoni sottolineando come “il Covid abbia ribaltato il calendario 2020 facendo in modo che l’ultima gara della scorsa stagione e la prima di quella nuova sia sempre l’Ecorally della Comunità Valenciana, alla quale prenderemo parte – come unico equipaggio italiano – con la stessa auto, la stessa strumentazione e sperando di ripetere l’ottimo risultato dello scorso novembre”.

La stagione 2021 vede anche riprendere il sodalizio con gli altoatesini di Team Autotest Motorsport, anche se in questa prima gara, a causa delle dinamiche relative alla pandemia di Covid-19, ci sarà solo un’auto al via e non sarà il veicolo con il quale la squadra prenderà parte al resto della stagione. Le misure di sicurezza per permettere agli italiani di partecipare a gare internazionali e quelle una volta rientrati in Italia sono molto complesse e andranno ad incidere per un’importante percentuale anche sul budget della stagione 2021.

Nonostante la burocrazia legata al Covid abbiamo deciso di trasmettere a tutti un preciso segnale, quello di tornare ad una vita il più vicino possibile alla normalità. Normalità e sicurezza sono due cose che possono viaggiare assieme e allo stesso modo permettere di non perdere un altro anno di vita e neppure continuare ad arrecare ulteriori danni sociali ed economici alla nostra società”, ribadisce la campionessa italiana Francesca Olivoni.

L’iniziativa “Ripartiamo insieme” vedrà la squadra pubblicizzare turisticamente ed economicamente i territori dove vivono i membri del team e da dove provengono le risorse e le energie che permettono di continuare a partecipare al campionato del mondo dedicato alle energie alternative. L’Italia, l’Alto Adige e la Valtiberina sono territori che si prestano alla ripartenza di un turismo naturale ed ambientale, lontano da quello di massa e quindi decisamente compatibile con le restrizioni che saranno ancora in parte in vigore durante la prossima estate.

La scelta di gareggiare nel campionato spagnolo è un sogno che si realizza”, commenta Guerrini che aggiunge che “questo al momento è il campionato più difficile e competitivo del mondo nella nostra disciplina automobilistica, e riuscire a ben figurare sarebbe un obiettivo che vale almeno quanto le vittorie degli anni passati”. Sempre difficile calcolare il tasso tecnico di una o più gare, ma in Spagna i numeri da alcuni anni parlano da soli. Una media di partecipanti sopra i trenta iscritti, un livello di competitività molto elevato, un’organizzazione eccezionale con gare che si ripetono con storicità e sistemi di cronometraggio di ottimo livello. Un modello osservato ed esportato anche in altri paesi, come dimostra da quest’anno la creazione anche di un campionato nazionale portoghese. In totale la competizione prevede sei gare delle quali due si sovrappongono a quelle del mondiale, ma grazie al fatto che saranno validi solo i quattro migliori risultati realizzati sarà possibile scegliere strategicamente a quali gare prendere parte.

Ancora stretto riserbo, invece, sul viaggio che l’associazione intende intraprendere dedicato alla tecnologia ibrido-gas naturale e che caratterizzerà parte della pausa estiva del campionato del mondo FIA.

Francesca Olivoni ha ricevuto il Premio “Il Valore delle Donne – Grazia Cappelletti”

Francesca Olivoni durante il videocollegamento

La storica co-pilota dell’Associazione Torino-Pechino assicura che la propria avventura sportiva continuerà nel campionato mondiale, mentre probabilmente rinuncerà a difendere il titolo italiano concentrandosi sul campionato spagnolo giudicato più stimolante e competitivo.

A Francesca Olivoni è andato il massimo riconoscimento che la città di Pieve Santo Stefano assegna alle proprie cittadine in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Il premio “Il Valore delle Donne – Grazia Cappelletti” è stato assegnato alla co-pilota dell’Associazione Torino-Pechino ex-aequo con il personale femmine della Rsa “Paolo e Isolina Biozzi”.

A consegnare il riconoscimento è stato il Sindaco Claudio Marcelli assieme al capogruppo della minoranza consiliare Giacomo Benedetti. Francesca Olivoni, ringraziando, ha ricordato la figura di Grazia Cappelletti e annunciato la volontà di valorizzare sempre di più il legame con Pieve Santo Stefano e della Valtiberina nel corso dell’imminente nuova stagione sportiva.

Olivoni ha spiegato che “continueremo anche quest’anno a gareggiare nel mondiale FIA e stiamo valutando di prendere parte ad un campionato nazionale estero, dato che i nuovi regolamenti Aci-Sport mi impediscono di difendere il titolo italiano appena conquistato”. La scelta potrebbe cadere sul campionato spagnolo, forse quello più difficile e competitivo tra quelli europei, che permetterebbe a Francesca e colleghi di continuare a gareggiare senza alcuna delle limitazioni introdotte recentemente nelle gare nazioni italiane: “Non rinunceremo a portare in giro per il mondo il nome del nostro territorio e delle aziende che ci sostengono, con il preciso obiettivo di mandare un forte segnale di speranza che possa aiutare a ricostruire una normalità ormai persa da oltre un anno”, ha detto ancora la navigatrice pievana.

Proposta di linee generali per un regolamento dedicato ai campionati nazionali Aci-Sport energie alternative

Il contributo dell’Associazione Torino-Pechino e di altri appassionati con la speranza che favorisca un confronto tra i vari soggetti che vogliono contribuire alla crescita di questa attività sportiva. Un ragionamento dal basso e alla luce del sole consapevoli delle difficoltà che singoli licenziati trovano nel proporre idee.

I piloti e copiloti dell’Associazione Torino-Pechino partecipano ai campionati italiani e mondiali ininterrottamente da dodici anni. Hanno avuto modo di vedere tutti i cambiamenti regolamentari e l’impatto avuto anno dopo anno a livello di partecipazione e competitività dei campionati. Ci sentiamo quindi in dovere di contribuire con le nostre idee ad un dibattito che ci auguriamo si possa aprire presto, nel quale tutti gli attori di questa disciplina sportiva possano interagire per valutare assieme quali strade intraprendere con un unico obiettivo: la crescita del nostro sport.

Iniziamo il nostro intervento facendo le congratulazioni al nuovo commissario Riccardo Radaelli che porta la composizione della commissione a nove membri.

Spirito del nostro contributo

Da amanti di questa disciplina sportiva, alcuni da oltre un decennio e altri appena arrivati, ci siamo sentiti in dovere di suggerire delle linee guida per i regolamenti che caratterizzeranno il mondo delle energie alternative nei prossimi anni. Lo facciamo mettendo il nostro nome e cognome e soprattutto alla luce del sole. Aprire un confronto pubblico sul tema aiuterà sicuramente coloro che sono chiamati a scrivere le regole. Nessuno di noi ha la presunzione di esprimere delle verità ma, molto umilmente, delle opinioni.

Uno sguardo al passato

Nel corso dell’ultimo decennio si sono succeduti molti regolamenti diversi. Ad esclusione dell’annata 2020, tra l’altro ostacolata dalla pandemia di Covid-19, la partecipazione al campionato ha sempre visto numeri bassi, con molti equipaggi che hanno partecipato ad una sola gara. Questo è sicuramente figlio di problemi di comunicazione, di scarso interesse per il format e probabilmente anche di qualche inutile complicazione di troppo.

Parole d’ordine: semplificazione e aumento della partecipazione

Tutto ciò che può semplificare il campionato dal punto di vista degli organizzatori delle singole gare, da quello dei partecipanti e naturalmente da quello dei costi deve essere preso in considerazione. La stagione 2020 ha visto una discreta partecipazione ai due eventi svolti. Sicuramente ha contribuito il fatto che il campionato fosse breve, economico e localizzato in un territorio limitato. Probabilmente anche alcune semplificazioni regolamentari (eliminazione dei consumi e riduzione della lunghezza delle gare) sono state determinanti per riuscire ad organizzare gli eventi. Il tutto deve essere inquadrato nella fase storica caratterizzata dalla pandemia di Covid-19 che, come dimostrato da alcune eccellenti assenze, ha probabilmente ridotto il numero degli aspiranti competitori. Bene anche l’esistenza di un trofeo “minore” che permetta ai nuovi equipaggi di crescere agonisticamente. Resta il problema che anno dopo anno si è verificato un turnover elevato di partecipanti ed eventi. Basta osservare che negli ultimi tre anni nessuna gara è andata oltre la prima edizione. Allo stesso tempo si sono persi molti campioni del passato, sia per disinteresse verso le nuove formule del campionato, sia per conflittualità con promoter, organizzatori o altri concorrenti.

Possibili soluzioni

– La più semplice e banale potrebbe essere la conferma della formula della gara breve e senza prevedere il calcolo dei consumi.

– Ridurre o eliminare il montepremi (7.000 euro nel 2020) per contribuire ad abbattere i costi della partecipazione agli eventi investendo questa cifra per tagliare le spese.

– Non obbligare organizzatori ad un solo sistema di cronometraggio

– Non obbligare i concorrenti ad un solo sistema di rilevamento delle distanza. Sì a tutti i sistemi, con al massimo prescrizioni di sicurezza.

– Tentare di coinvolgere i campioni del passato con l’obiettivo di aumentare la competitività

Consumi

L’argomento spinoso della presenza dei consumi come elemento per stilare le classifiche assolute vede spesso concorrenti e organizzatori divisi per i problemi sorti in passato. I principali problemi riscontrati sono stati:

– alterazione dei consumi attraverso trucchi irregolari, come palloncini d’aria nei serbatoi o inserimento di carburanti liquidi attraverso secondi punti di ingresso al serbatoio;

– rifornimento di carburanti gassosi usando sistemi di raffreddamento delle bombole o orari differenziati tra ore calde e ore fredde per il pieno prima della gara;

– difficoltà ad individuare un criterio obiettivo che non favorisca o discrimini per forza un carburante rispetto all’altro. Ad esempio nella stagione 2019 il biometano era sempre più vantaggioso (quasi con qualunque stile di guida) rispetto all’elettrico;

– auto che circolano con velocità troppo basse e che pubblicizzano in modo pessimo i carburanti eco, dandone l’immagine di veicoli meno dinamici di quelli tradizionali. Un’alternativa potrebbe essere quella di prevedere campionati separati per auto elettriche, ibride e gassose.

Davanti a questo scenario potrebbe essere logico pensare all’abolizione dei consumi per rendere più semplici partecipazione e organizzazione delle gare, ricordando l’esempio positivo del 2020 quando la regola dei consumi è stata sospesa.

In seconda istanza, se a parere di chi stila i regolamenti i consumi devono essere necessariamente previsti, valutare una riduzione dell’impatto degli stessi sul risultato di gara, per fare in modo che il dato facilmente alterabile del consumo o dello stile di guida non sia determinante al fine della classifica per l’assegnazione di un titolo nazionale.

Introduzione di nuovi sistemi di rilevamento di stile di guida o ipotesi similari

Ben venga qualsiasi innovazione a patto che attraversi una fase di sperimentazione in gara. Eventuali nuovi sistemi di rilevamento di stile di guida o consumi devono essere prima sperimentati, anche con speciali premi dedicati, e non immediatamente utilizzati per stilare classifiche del campionato nazionale. È facile comprendere che coloro che li hanno testati in precedenza possano avere degli enormi vantaggi rispetto ad altri concorrenti.

Road book e calibrazione

Anche in questo caso servono regole certe e semplici: un tratto di calibrazione possibilmente lineare di almeno cinque chilometri; road book completi di ogni informazione che siano messi a disposizione con un certo anticipo (una settimana?) oppure poco prima (1-2 ore?) per tutti i concorrenti; rendere pubblico lo strumento di misurazione con cui l’organizzatore ha effettuato i rilevamenti, il numero di eventuali sonde, la posizione delle sonde, il giorno in cui è stato effettuato il rilevamento del road book.

Regolamenti ponderati che durino nel tempo

Un altro aspetto che potrebbe aiutare gli appassionati ad una costante partecipazione è prevedere dei regolamenti destinati a durare nel tempo o ad avere modifiche contenute. Pubblicare i regolamenti con un forte anticipo sulla prima gara in programma eviterebbe il ripetersi dello spiacevole episodio di Pragelato. Regole semplici, chiare con l’obiettivo di restare in vigore almeno due anni, meglio tre. Un campionato snello, con poche gare, non troppo lunghe e senza prescrizioni che rendano impossibile partecipare a specifiche categorie di concorrenti. Apertura a tutte le energie alternative nessuna esclusa e a tutti i sistemi di rilevamento e cronometraggio. Ruoli chiari tra chi promuove, organizza e partecipa, onde evitare presunti o reali conflitti di interesse.

Pragelato punto di arrivo o di partenza per il futuro delle gare ad energie alternative in Italia?

Come in molti prevedevano Nicola Ventura vince il suo quinto titolo italiano e corona la giornata di San Valentino contribuendo a far vincere il primo tricolore anche alla moglie Monica.

L’amore nel giorno di San Valentino scalda le fredde temperature di Pragelato e permette all’automobilismo italiano di scrivere una nuova pagina di storia. L’equipaggio dell’Ecomotori Racing Team Ventura-Porta vince tutte le cinque gare valevoli per il primo campionato italiano “The Ice Challenge Green – Campionato italiano regolarità su ghiaccio”. Sempre Ventura-Porta avevano vinto anche le tre gare del 23 gennaio. Otto vittorie su otto prove dovrebbero mettere a tacere chiunque avesse ancora dei dubbi sulla superiorità dell’Ecomotori Racing Team in questa disciplina sportiva.

Occasione persa o inizio di un nuovo corso?

La risposta al quesito ruota attorno ai limiti della comunicazione istituzionale avvenuta durante il parto di questo campionato. Chi non ha partecipato alla fase organizzativa della gara o alla scrittura dei regolamenti ha saputo questa novità solamente lo scorso 20 gennaio con la pubblicazione sul sito di Aci-Sport del Regolamento Generale. Leggendolo si scopriva che erano previste sei gare per l’assegnazione del titolo. Tre gare il 23-24 gennaio e altre tre il 13-14 febbraio. In alcune comunicazioni fatte dai concorrenti nelle loro pagine social o comunque riconducibili alle squadre sportive si legge che le tre gare di gennaio, comunque vinte tutte dalla coppia Ventura-Porta, non avrebbero validità per il campionato. In ogni caso con la cinquina fatta tra sabato e domenica scorsa non sarebbe cambiato nulla in fatto di classifiche. O forse sì, se avessero partecipato ulteriori concorrenti.

In data 25 gennaio era stato posto un quesito su questo problema a presidente, segretario e commissari della Commissione mobilità sostenibile di Aci-Sport, senza ricevere alcuna risposta formale o informale. Questa mancanza di conferme ha lasciato i nostri due equipaggi, quello dei campioni d’Italia Chet Martino-Francesca Olivoni e quello del vicecampione del mondo Fia Guido Guerrini con il copilota Emaneule Calchetti, oltre agli altoatesini Kofler-Gaioni, in un’incertezza che non ha trovato nessuna risposta prima della gara dello scorso fine settimana. Un’ulteriore dimostrazione della fondatezza della questione è la partecipazione all’evento di soli cinque equipaggi e nessuna auto elettrica. Tra questi solo tre (Ventura, Di Bella e Roasio) superstiti degli oltre 20 team che hanno preso parte al campionato 2020. Il fatto che molti di quelli che si sono avvicinati a questa disciplina sportiva nell’anno precedente non abbiano neppure saputo della gara di Pragelato dovrebbe portare a farsi qualche domanda su cosa potrebbe essere migliorato. Secondo la nostra opinione i tempi ristretti tra la nascita dei regolamenti e le stesse gare, come le inutili limitazioni alla strumentazione di gara che prevedevano l’impossibilità a gareggiare con sonde o con l’utilizzo di prese OBD, hanno giocato un ruolo importante.

Nelle montagne piemontesi si è comunque vista una gara spettacolare che ha fatto esordire le energie alternative in un contesto completamente nuovo. La potenzialità per costruire un evento che possa diventare fortemente attrattivo c’è e si è visto con quello che nel tempo proprio l’organizzatore BMG Motor Events , da inizio anno anche nuovo promoter del Green Endurance, è riuscito a fare.

“The Ice Challenge Green ” è stato stravinto dalla coppia lombarda che si è lasciata dietro la coppia Maurizio Vellano-Francesco Giammarino, oltre all’esperto Vincenzo Di Bella con Roberta Giachino. Hanno completato il lotto dei partecipanti Paolo Roasio-Martina Cirio e Giovanni Deregibus con Sara Deregibus.

L’organizzazione dell’intero evento, che ha visto partecipare quasi ottanta auto suddivise in più categorie, è stata impeccabile. BMG Motor Events organizza questo tipo di competizioni da ormai molti anni ed è diventato un riferimento del settore gare su ghiaccio. I commenti di tutti coloro che hanno preso parte all’evento sono stati sostanzialmente positivi. In attesa di capire come e se si svilupperà un campionato green nel 2021, il vedere in azione un “promoter” che crede nella crescita di questo sport è un altro elemento che porta ottimismo nell’ambiente degli interessati alla disciplina sportiva.

A tal proposito nei prossimi giorni metteremo sul tavolo di commissione e promoter delle idee per una crescita e consolidamento della disciplina sportiva, pur confermando la volontà di iniziare un percorso anche in altri campionati italiani dedicati alla regolarità a media e in quelli dedicati alle energie alternative oltre confine.

Il “fenomeno” Ventura

Nicola Ventura, tra i migliori in Italia in questo tipo di specialità, è al quinto titolo tricolore vinto con tre copiloti differenti, a sottolineare che anche cambiando squadra la superiorità del pilota brianzolo su tutti gli avversari resta intatta. Il titolo conquistato nel 2015 arriva alla fine di una controversa stagione nella quale delle lacune regolamentari costrinsero i partecipanti al campionato a qualche strascico extra gara. La Federazione decise di assegnare un titolo ex-aequo a Nicola Ventura e Massimo Liverani, quest’ultimo in precedenza pilota dell’Ecomotori Racing Team.

Nell’anno successivo, il 2016, Ventura vince il titolo italiano e quello Fia nella categoria dedicata alle auto elettriche. Nel 2017 non viene assegnato il campionato, quando Ventura era comunque in testa alle classifiche nazionali.

La vera e propria esplosione del fenomeno Ventura è avvenuta nel 2018 con la nascita del Green Endurance. Da quella stagione ha vinto tutte le gare disputate (sedici su sedici) e naturalmente tutti i campionati nazionali. Solo nel 2020 ha mancato il tricolore per aver partecipato a solo due (comunque vinte) delle quattro gare in programma a causa di una scelta di prudenza dovuta alla fase di crescita della pandemia di Covid-19. C’è da dire che i titoli vinti nel 2018, 2019 e 2021 e tutte le vittorie conseguite da quando esiste il “Green Endurance” acquisiscono un forte valore per il fatto che sono avvenute in quattro annate diverse in cui sono stati applicati quattro regolamenti differenti. Oltre a saper interpretare nel migliore dei modi la disciplina sportiva, l’aspetto più interessante del team brianzolo è il riuscire a comprendere e mettere a frutto ogni piccola modifica regolamentare prima di ogni altro avversario.

 

 

L’Associazione Torino-Pechino non sarà in gara questo fine settimana sul ghiaccio di Pragelato

Mentre non c’è nessuna comunicazione ufficiale sulla validità delle gare dello scorso 23 gennaio, non abbiamo intenzione di partecipare ai successivi eventi di un campionato nato troppo in fretta. Assenti quindi i campioni italiani 2020 e i vicecampioni FIA.

In accordo con la nostra Scuderia di riferimento e con il consenso dei nostri principali sponsor abbiamo deciso che piloti e copiloti dell’Associazione Torino-Pechino non prenderanno parte all’evento denominato “The green ice challenge” programmato a Pragelato il 13 e 14 febbraio 2021. Stessa decisione è stata presa anche dagli altoatesini Fuzzy Kofler e Franco Gaioni, vincitori di quattro titoli mondiali FIA dedicati alle energie alternative, tra cui quello del 2019, l’ultimo vinto da un team italiano. Sarebbe semplice imputare la nostra mancata partecipazione ai timori per la pandemia di Covid-19, ma naturalmente non sarebbe un motivo credibile, visto che finora abbiamo sempre partecipato e siamo a conoscenza dei seri protocolli di Aci-Sport nelle gare italiane e di FIA in quelle internazionali.

La nostra scelta nasce dalle perplessità maturate all’indomani della pubblicazione, lo scorso 20 gennaio sul sito di Aci-Sport, del Regolamento Generale “The green ice challenge – Campionato Italiano Energie Alternative Regolarità Ghiaccio”. Il Regolamento prevede un titolo italiano riservato ai veicoli ad energia alternativa da assegnare attraverso sei gare da svolgersi su pista ghiacciata. Giudichiamo l’idea straordinaria perché troviamo l’abbinamento ghiaccio ed energie alternative utile e significativo per la promozione di questo tipo di mobilità. Le prime tre gare erano state previste in un evento programmato il 23-24 gennaio e le seconde tre il 13-14 febbraio. Le gare del 23 gennaio si sono svolte con la partecipazione di quattro veicoli appena tre giorni dopo la pubblicazione del regolamento generale e un giorno dopo quella del Regolamento Particolare di Gara. Leggiamo da comunicazioni di concorrenti, nei propri siti internet e nei social network, che le gare del 23 gennaio non avrebbero validità per il titolo italiano. Nessuna notizia ufficiale, ma solo note di partecipanti all’evento.

In data 25 gennaio abbiamo inoltrato una comunicazione alla commissione Aci-Sport dedicata alla mobilità sostenibile anche per avere delucidazioni sia su questo che sulle novità regolamentari senza ottenere una risposta ufficiale e neppure informale. Anche il sito Aci-Sport tace relativamente alla validità o meno del primo evento. Ad oltre due settimane dalla nostra comunicazione e a pochi giorni dalle tre gare previste a Pragelato non siamo in grado di poter prendere parte all’evento piemontese. Ringraziamo l’organizzatore per la premura di aver comunicato sia le modalità di iscrizione che il nuovo Rpg sulla propria pagina ufficiale oltre ad aver cercato di raggiungere in modo informale molti concorrenti con tutte le notizie necessarie per prendere parte alla gara. Per rispetto verso l’organizzatore, e per non influenzare altri concorrenti, abbiamo comunicato in forma ufficiale la nostra assenza solo dopo la scadenza del termine di iscrizione, le ore 18 del 10 febbraio 2020.

È però difficile in una situazione del genere presentarsi al via di una competizione – che ripetiamo è valida per un titolo nazionale e non per una coppetta per dopolavoristi – senza avere certezze su cosa è valido o non valido al fine di assegnare un campionato. È complesso anche adeguarsi ad un nuovo regolamento generale presentato tre giorni prima del primo evento. A tal proposito ci complimentiamo con chi è riuscito, in appena 72 ore, non solo a presentarsi alla gara, ma anche ad essere competitivo con tempi realizzati di massimo rispetto. Dal punto di vista organizzativo la nostra realtà sportiva, seppure esperta e da dodici anni attiva in questo settore, non sarebbe mai riuscita a fare altrettanto in così poco tempo.

Manteniamo la nostra disponibilità a collaborare a far crescere un movimento e cercheremo di farci trovare pronti per l’edizione 2022 di questa nuova disciplina sportiva. Seguiremo l’evento di Pragelato, comunicheremo e valorizzeremo i risultati anche attraverso le nostre pagine social. Restiamo in attesa di conoscere i nuovi regolamenti relativi al prosieguo di stagione per poter fare serene considerazioni su come impegnare energie e risorse economiche nell’annata appena iniziata. Allo stesso modo valuteremo di dirottare parte del nostro impegno su altri campionati italiani e stranieri dedicati alla regolarità dove al momento non ci sono limiti nello sviluppo e ricerca di tecnologie e strumentazioni di gara.

La Rivoluzione d’Inverno nelle gare italiane ad energie alternative

Il 20 gennaio Aci-Sport pubblica un innovativo regolamento con tre giorni di anticipo sulle prime tre gare del campionato e appena 25 giorni prima delle successive tre.

Tempo di rivoluzioni nel mondo delle energie alternative, e non certo per la nomina della nuova commissione che vede la conferma dei commissari uscenti e l’aggiunta di un nuovo membro. Resta Presidente l’avvocato Raffaele Pelillo, che anche in FIA conserva il ruolo di Vicepresidente della omologa commissione. Tra i primi impegni della “nuova” commissione c’è stata l’approvazione del Regolamento Generale del “The green ice challenge – Campionato Italiano Energie Alternative Regolarità Ghiaccio”, pubblicato in data 20 gennaio 2021. All’Art. 6.2 dello stesso documento si legge che il 24 gennaio a Pragelato si svolgeranno gara 1, gara 2 e gara 3, mentre il 14 febbraio, sempre a Pragelato, gara 4, gara 5 e gara 6.

Un’ottima iniziativa quella di portare su ghiaccio la regolarità che ha sempre distinto i campionati italiani dedicati ai veicoli ecologici, tanto più che il nuovo promoter del campionato, BMG Motor Events, è specializzato proprio in questo tipo di competizioni. Gli addetti ai lavori hanno saputo del cambio di promoter da una nota diffusa lo scorso 31 dicembre dalle pagine del sito “Green Endurance”. BMG Motor Events ha debuttato in questa disciplina sportiva con l’organizzazione della gara di Merate, a cui ha fatto seguito la partecipazione di Luca Meneghetti alla successiva gara di Sondrio, seria dimostrazione di voler provare ad entrare in questo mondo sia con l’esperienza di organizzatore che provando a calarsi nel ruolo di concorrente.

Quali perplessità ci lascia un nuovo regolamento a pochi giorni dalle sei gare che assegneranno un nuovo titolo italiano? Innanzitutto le tempistiche e il poco margine di tempo per poter preparare al meglio una nostra eventuale partecipazione. Fonti ufficiose hanno già fatto sapere che le gare del 24 gennaio (o 23 leggendo il sito dell’organizzazione) non avranno validità per il titolo tricolore, proprio perché sarebbe stato riconosciuto un margine di tempo troppo breve per poter anche solo venirne a conoscenza. La decisione, seppur non confermata da alcun atto ufficiale, è intuibile non solo per buon senso ma anche per alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa sia dal Presidente Pelillo che dal concorrente ed ex promoter 2018, 2019 e 2020 Nicola Ventura.

A proposito di quest’ultimo, c’è da segnalare ancora una volta l’efficienza e dinamicità del proprio team, ampiamente dimostrata anche in passato riuscendo sempre ad interpretare nel migliore dei modi le innovazioni regolamentari e risolvere in breve tempo qualsiasi problema logistico. Il Regolamento Generale è stato pubblicato il 20 gennaio, quello particolare di gara porta la data del 22 gennaio, mentre l’Ecomotori Racing Team annunciava la propria partecipazione all’evento di Pragelato addirittura il 21 gennaio con un articolo sul proprio sito dove si portava, sempre informalmente, a conoscenza del fatto che la gara fosse un semplice test mentre il vero campionato italiano sarebbe stato disputato solo il 14 febbraio. Ci fa sinceramente piacere osservare da parte dell’Ecomotori Racing Team il superamento delle perplessità dello scorso 22 ottobre, quando comprensibilmente preoccupati per la pandemia di Covid-19 rinunciarono a difendere il proprio titolo nazionale per la gravità a quella data della situazione epidemiologica nazionale che oggi sembrerebbe avviarsi ad un miglioramento.

Noi purtroppo non saremo presenti a Pragelato, non per il Covid, ma poiché abbiamo avuto la disattenzione di accorgerci da fonti ufficiali solo il giorno 22 che sarebbe stato possibile partecipare. Cercheremo di capire come e se essere all’evento di metà febbraio, quando sarà assegnato un titolo italiano, il primo su ghiaccio della storia delle energie alternative. Certo che anche in questo caso il margine di tempo per prepararci ed essere competitivi è sempre abbastanza limitato e immaginiamo che il fatto che tra pubblicazione di Regolamento Nazionale e gara ci sia meno di un mese non sarà ritenuto un ostacolo dalle autorità preposte. Sulle altre innovazioni regolamentari lette sul regolamento pubblicato dalla Commissione Aci-Sport lo scorso 20 gennaio ci esprimeremo in una nota successiva che sarà caratterizzata da aspetti tecnici e che speriamo possa essere anche maggiormente utile a fare capire bene la questione anche a coloro che in questo tipo di gare non si sono mai messi alla prova.

Dieci anni dalla Roma-Volgograd nell’inverno russo

il 21 gennaio 2011 fa partiva lo storico viaggio invernale verso la ex Stalingrado e la valle del Don sulle tracce dei soldati italiani dispersi in Russia. Un viaggio che ha cambiato la vita ai due protagonisti.

Sotto una storica nevicata che bloccò per alcune ore le principali strade del centro Italia, nella notte tra il 21 e 22 gennaio 2011 prendeva il via la Roma-Volgograd-Roma, un viaggio dedicato ai soldati italiani dispersi in Russia e svolto in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Per i ragazzi dell’Associazione Culturale Torino-Pechino non fu certo il viaggio più lungo tra quelli vissuti fino a quel momento, ma era uno dei più complicati da organizzare ed effettuare.

Già guidare in inverno nelle basse temperature delle strade dell’Europa orientale non è una cosa semplice, ma a questo andavano aggiunte problematiche burocratiche per attraversare alcune complicate frontiere e portare un carico di aiuti umanitari destinati all’Associazione Giovanni XXIII di Volgograd.

L’idea del viaggio nacque alcuni mesi prima in occasione del Motor Show di Bologna durante una cena in un albergo in Via Stalingrado, l’arteria stradale a nord di Bologna dove si trova la famosa Fiera che ospita eventi importanti. Un importatore di fuoristrada cinesi, un installatore di impianti gpl e dei folli viaggiatori che volevano visitare e raccontare i luoghi dove si svolsero alcuni dei più importanti fatti della Seconda guerra mondiale furono gli ingredienti della ricetta del viaggio che in seguito portò anche alla pubblicazione di un fortunato libro che porta proprio il titolo di “Via Stalingrado”. L’equipaggio fu composto da Guido Guerrini ed Emanuele Calchetti con l’indispensabile aiuto da remoto di Andrea Gnaldi che si occupò della parte social e comunicativa.

Il viaggio si poneva alcuni obiettivi tecnici e altri umanitari. Tra i primi c’erano da dimostrare l’affidabilità di un fuoristrada “made in China” e la capacità dell’impianto a gpl di funzionare anche a temperature vicine ai -30°C. La jeep se la cavò eccellentemente nella neve ed ebbe qualche problema solo nel fango incontrato nel sud della Moldavia. In ogni caso le quattro ruote motrici permisero sempre di uscire da ogni situazione complessa. L’imprevisto più difficile da gestire fu la rottura del meccanismo che muove il vetro del finestrino che si congelò e piegò in modo irrecuperabile. Un artigiano russo ci mise una pezza inventandosi un sopporto di legno per impedirci di viaggiare con il vetro abbassato. Sotto l’aspetto umanitario il nostro carico di vestiti, cibo e altri doni riuscì ad arrivare quasi intatto sulle rive del Volga. Ogni dogana fu un calvario da superare con grande pazienza e qualche “regalo”.

Durante il viaggio di andata trovammo moltissima neve sia in Italia che in Slovenia, Ungheria e anche Romania. Quest’ultima, in particolare le città di Timisoara e Bucarest, divennero il nostro quartier generale avanzato grazie all’ospitalità delle amiche Alexandra e Viorica. Il gelo ci accompagnò anche in Moldavia e nella ribelle Transnistria, stato autoproclamato nella parte orientale della Moldavia, dove conoscemmo l’italiano Sergio, che saremmo tornati a trovare anche nel viaggio di ritorno. L’ingresso in Ucraina e in particolar modo la costa sul Mar Nero da Odessa alla Crimea ci costrinsero a marciare a ritmi lentissimi a causa della presenza continua di ghiaccio e camion intraversati. A tal proposito per la prima volta nella nostra vita vedemmo il mare completamente ghiacciato.

Curiosamente mente trovammo tempo e temperature migliori nei primi giorni trascorsi in Russia. Nella sosta nella ex Stalingrado fummo ospitati dalla comunità Giovanni XXIII e grazie al responsabile Marco Giovannetti e agli ospiti della casa famiglia di Volgograd potemmo esplorare la città proprio in occasione del 2 febbraio, anniversario della vittoria sovietica nella decisiva battaglia di Stalingrado. Vivere con Marco ci ha permesso anche di capire l’importanza del loro grande lavoro quotidiano a sostegno di persone che nella transizione tra sistema politico precedente ed economia di mercato hanno perso tutto.

Da Volgograd ripartimmo verso nord per visitare la valle del Don dove erano posizionati i soldati italiani durante la Seconda guerra mondiale. Il fiume congelato all’epoca reggeva il peso di un carro armato, oggi del nostro fuoristrada. Villaggi fatti di “izbe” che se non fosse per la presenza di qualche auto sembrerebbero uguali a quelli dove trovarono scampo i nostri connazionali più fortunati nella disastrosa ritirata del 1943. Il nostro viaggio di ritorno seguì proprio la rotta di quella ritirata. Come quella volta il maltempo fu padrone della situazione. Nulla di paragonabile con la marcia per la sopravvivenza degli Alpini: per noi solo difficoltà a capire dove passava la nostra strada, essendo tutto il paesaggio ricoperto da un manto bianco. La visita a Doneck fu l’occasione per conoscere una città che qualche anno dopo si sarebbe trovata ad essere epicentro di una guerra civile. Nell’ultima settimana di viaggio le temperature si alzarono trasformando le distese di ghiaccio e neve moldave in fango soprattutto nelle strade prive di asfalto. Ci concedemmo un nuovo passaggio da Timisoara e una giornata di vacanza a Belgrado prima di fare ritorno in Italia.

Dopo il viaggio seguì un’ulteriore fase fortunata della storia della Associazione Torino-Pechino con la programmazione di ulteriori viaggi invernali svolti negli anni successivi, che ci misero nuovamente alla prova nella guida su ghiaccio e neve. Sempre il viaggio del 2011 diede vita a sempre più stretti rapporti con la Russia portando i due protagonisti a trascorrerci parte della propria vita, imparare le lingua, approfondire la cultura e tutti gli aspetti che solo prolungati soggiorni possono fare apprezzare.

Infine, come già ricordato, dalla Roma-Volgograd nacque anche l’esperienza editoriale di “Via Stalingrado”, un diario di viaggio che oltre a snocciolare informazioni su quella avventura, dati chilometrici e sui consumi del nostro veicolo, tenta anche di raccontare aneddoti storici su una parte di mondo sul quale da sempre è carente l’informazione da parte dei media occidentali. A distanza di dieci anni un pensiero va a chi rese possibile quel viaggio e alle persone che non ci sono più, alcune delle quali furono co-protagoniste del nostro viaggio, e a quelle che hanno dovuto lasciare le proprie case a seguito del conflitto in Ucraina orientale.