La Rivoluzione d’Inverno nelle gare italiane ad energie alternative

Il 20 gennaio Aci-Sport pubblica un innovativo regolamento con tre giorni di anticipo sulle prime tre gare del campionato e appena 25 giorni prima delle successive tre.

Tempo di rivoluzioni nel mondo delle energie alternative, e non certo per la nomina della nuova commissione che vede la conferma dei commissari uscenti e l’aggiunta di un nuovo membro. Resta Presidente l’avvocato Raffaele Pelillo, che anche in FIA conserva il ruolo di Vicepresidente della omologa commissione. Tra i primi impegni della “nuova” commissione c’è stata l’approvazione del Regolamento Generale del “The green ice challenge – Campionato Italiano Energie Alternative Regolarità Ghiaccio”, pubblicato in data 20 gennaio 2021. All’Art. 6.2 dello stesso documento si legge che il 24 gennaio a Pragelato si svolgeranno gara 1, gara 2 e gara 3, mentre il 14 febbraio, sempre a Pragelato, gara 4, gara 5 e gara 6.

Un’ottima iniziativa quella di portare su ghiaccio la regolarità che ha sempre distinto i campionati italiani dedicati ai veicoli ecologici, tanto più che il nuovo promoter del campionato, BMG Motor Events, è specializzato proprio in questo tipo di competizioni. Gli addetti ai lavori hanno saputo del cambio di promoter da una nota diffusa lo scorso 31 dicembre dalle pagine del sito “Green Endurance”. BMG Motor Events ha debuttato in questa disciplina sportiva con l’organizzazione della gara di Merate, a cui ha fatto seguito la partecipazione di Luca Meneghetti alla successiva gara di Sondrio, seria dimostrazione di voler provare ad entrare in questo mondo sia con l’esperienza di organizzatore che provando a calarsi nel ruolo di concorrente.

Quali perplessità ci lascia un nuovo regolamento a pochi giorni dalle sei gare che assegneranno un nuovo titolo italiano? Innanzitutto le tempistiche e il poco margine di tempo per poter preparare al meglio una nostra eventuale partecipazione. Fonti ufficiose hanno già fatto sapere che le gare del 24 gennaio (o 23 leggendo il sito dell’organizzazione) non avranno validità per il titolo tricolore, proprio perché sarebbe stato riconosciuto un margine di tempo troppo breve per poter anche solo venirne a conoscenza. La decisione, seppur non confermata da alcun atto ufficiale, è intuibile non solo per buon senso ma anche per alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa sia dal Presidente Pelillo che dal concorrente ed ex promoter 2018, 2019 e 2020 Nicola Ventura.

A proposito di quest’ultimo, c’è da segnalare ancora una volta l’efficienza e dinamicità del proprio team, ampiamente dimostrata anche in passato riuscendo sempre ad interpretare nel migliore dei modi le innovazioni regolamentari e risolvere in breve tempo qualsiasi problema logistico. Il Regolamento Generale è stato pubblicato il 20 gennaio, quello particolare di gara porta la data del 22 gennaio, mentre l’Ecomotori Racing Team annunciava la propria partecipazione all’evento di Pragelato addirittura il 21 gennaio con un articolo sul proprio sito dove si portava, sempre informalmente, a conoscenza del fatto che la gara fosse un semplice test mentre il vero campionato italiano sarebbe stato disputato solo il 14 febbraio. Ci fa sinceramente piacere osservare da parte dell’Ecomotori Racing Team il superamento delle perplessità dello scorso 22 ottobre, quando comprensibilmente preoccupati per la pandemia di Covid-19 rinunciarono a difendere il proprio titolo nazionale per la gravità a quella data della situazione epidemiologica nazionale che oggi sembrerebbe avviarsi ad un miglioramento.

Noi purtroppo non saremo presenti a Pragelato, non per il Covid, ma poiché abbiamo avuto la disattenzione di accorgerci da fonti ufficiali solo il giorno 22 che sarebbe stato possibile partecipare. Cercheremo di capire come e se essere all’evento di metà febbraio, quando sarà assegnato un titolo italiano, il primo su ghiaccio della storia delle energie alternative. Certo che anche in questo caso il margine di tempo per prepararci ed essere competitivi è sempre abbastanza limitato e immaginiamo che il fatto che tra pubblicazione di Regolamento Nazionale e gara ci sia meno di un mese non sarà ritenuto un ostacolo dalle autorità preposte. Sulle altre innovazioni regolamentari lette sul regolamento pubblicato dalla Commissione Aci-Sport lo scorso 20 gennaio ci esprimeremo in una nota successiva che sarà caratterizzata da aspetti tecnici e che speriamo possa essere anche maggiormente utile a fare capire bene la questione anche a coloro che in questo tipo di gare non si sono mai messi alla prova.

Dieci anni dalla Roma-Volgograd nell’inverno russo

il 21 gennaio 2011 fa partiva lo storico viaggio invernale verso la ex Stalingrado e la valle del Don sulle tracce dei soldati italiani dispersi in Russia. Un viaggio che ha cambiato la vita ai due protagonisti.

Sotto una storica nevicata che bloccò per alcune ore le principali strade del centro Italia, nella notte tra il 21 e 22 gennaio 2011 prendeva il via la Roma-Volgograd-Roma, un viaggio dedicato ai soldati italiani dispersi in Russia e svolto in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Per i ragazzi dell’Associazione Culturale Torino-Pechino non fu certo il viaggio più lungo tra quelli vissuti fino a quel momento, ma era uno dei più complicati da organizzare ed effettuare.

Già guidare in inverno nelle basse temperature delle strade dell’Europa orientale non è una cosa semplice, ma a questo andavano aggiunte problematiche burocratiche per attraversare alcune complicate frontiere e portare un carico di aiuti umanitari destinati all’Associazione Giovanni XXIII di Volgograd.

L’idea del viaggio nacque alcuni mesi prima in occasione del Motor Show di Bologna durante una cena in un albergo in Via Stalingrado, l’arteria stradale a nord di Bologna dove si trova la famosa Fiera che ospita eventi importanti. Un importatore di fuoristrada cinesi, un installatore di impianti gpl e dei folli viaggiatori che volevano visitare e raccontare i luoghi dove si svolsero alcuni dei più importanti fatti della Seconda guerra mondiale furono gli ingredienti della ricetta del viaggio che in seguito portò anche alla pubblicazione di un fortunato libro che porta proprio il titolo di “Via Stalingrado”. L’equipaggio fu composto da Guido Guerrini ed Emanuele Calchetti con l’indispensabile aiuto da remoto di Andrea Gnaldi che si occupò della parte social e comunicativa.

Il viaggio si poneva alcuni obiettivi tecnici e altri umanitari. Tra i primi c’erano da dimostrare l’affidabilità di un fuoristrada “made in China” e la capacità dell’impianto a gpl di funzionare anche a temperature vicine ai -30°C. La jeep se la cavò eccellentemente nella neve ed ebbe qualche problema solo nel fango incontrato nel sud della Moldavia. In ogni caso le quattro ruote motrici permisero sempre di uscire da ogni situazione complessa. L’imprevisto più difficile da gestire fu la rottura del meccanismo che muove il vetro del finestrino che si congelò e piegò in modo irrecuperabile. Un artigiano russo ci mise una pezza inventandosi un sopporto di legno per impedirci di viaggiare con il vetro abbassato. Sotto l’aspetto umanitario il nostro carico di vestiti, cibo e altri doni riuscì ad arrivare quasi intatto sulle rive del Volga. Ogni dogana fu un calvario da superare con grande pazienza e qualche “regalo”.

Durante il viaggio di andata trovammo moltissima neve sia in Italia che in Slovenia, Ungheria e anche Romania. Quest’ultima, in particolare le città di Timisoara e Bucarest, divennero il nostro quartier generale avanzato grazie all’ospitalità delle amiche Alexandra e Viorica. Il gelo ci accompagnò anche in Moldavia e nella ribelle Transnistria, stato autoproclamato nella parte orientale della Moldavia, dove conoscemmo l’italiano Sergio, che saremmo tornati a trovare anche nel viaggio di ritorno. L’ingresso in Ucraina e in particolar modo la costa sul Mar Nero da Odessa alla Crimea ci costrinsero a marciare a ritmi lentissimi a causa della presenza continua di ghiaccio e camion intraversati. A tal proposito per la prima volta nella nostra vita vedemmo il mare completamente ghiacciato.

Curiosamente mente trovammo tempo e temperature migliori nei primi giorni trascorsi in Russia. Nella sosta nella ex Stalingrado fummo ospitati dalla comunità Giovanni XXIII e grazie al responsabile Marco Giovannetti e agli ospiti della casa famiglia di Volgograd potemmo esplorare la città proprio in occasione del 2 febbraio, anniversario della vittoria sovietica nella decisiva battaglia di Stalingrado. Vivere con Marco ci ha permesso anche di capire l’importanza del loro grande lavoro quotidiano a sostegno di persone che nella transizione tra sistema politico precedente ed economia di mercato hanno perso tutto.

Da Volgograd ripartimmo verso nord per visitare la valle del Don dove erano posizionati i soldati italiani durante la Seconda guerra mondiale. Il fiume congelato all’epoca reggeva il peso di un carro armato, oggi del nostro fuoristrada. Villaggi fatti di “izbe” che se non fosse per la presenza di qualche auto sembrerebbero uguali a quelli dove trovarono scampo i nostri connazionali più fortunati nella disastrosa ritirata del 1943. Il nostro viaggio di ritorno seguì proprio la rotta di quella ritirata. Come quella volta il maltempo fu padrone della situazione. Nulla di paragonabile con la marcia per la sopravvivenza degli Alpini: per noi solo difficoltà a capire dove passava la nostra strada, essendo tutto il paesaggio ricoperto da un manto bianco. La visita a Doneck fu l’occasione per conoscere una città che qualche anno dopo si sarebbe trovata ad essere epicentro di una guerra civile. Nell’ultima settimana di viaggio le temperature si alzarono trasformando le distese di ghiaccio e neve moldave in fango soprattutto nelle strade prive di asfalto. Ci concedemmo un nuovo passaggio da Timisoara e una giornata di vacanza a Belgrado prima di fare ritorno in Italia.

Dopo il viaggio seguì un’ulteriore fase fortunata della storia della Associazione Torino-Pechino con la programmazione di ulteriori viaggi invernali svolti negli anni successivi, che ci misero nuovamente alla prova nella guida su ghiaccio e neve. Sempre il viaggio del 2011 diede vita a sempre più stretti rapporti con la Russia portando i due protagonisti a trascorrerci parte della propria vita, imparare le lingua, approfondire la cultura e tutti gli aspetti che solo prolungati soggiorni possono fare apprezzare.

Infine, come già ricordato, dalla Roma-Volgograd nacque anche l’esperienza editoriale di “Via Stalingrado”, un diario di viaggio che oltre a snocciolare informazioni su quella avventura, dati chilometrici e sui consumi del nostro veicolo, tenta anche di raccontare aneddoti storici su una parte di mondo sul quale da sempre è carente l’informazione da parte dei media occidentali. A distanza di dieci anni un pensiero va a chi rese possibile quel viaggio e alle persone che non ci sono più, alcune delle quali furono co-protagoniste del nostro viaggio, e a quelle che hanno dovuto lasciare le proprie case a seguito del conflitto in Ucraina orientale.

Il mondiale FIA energie alternative 2021 riparte dall’Europa

Otto gare di cui una in Italia e la conferma della partecipazione di un equipaggio valtiberino

Senza particolari modifiche regolamentari, il mondiale dedicato alle auto ad energie alternative riparte dal vecchio continente. L’ottava e ultima gara del campionato sarà in Italia a cavallo tra Trentino e Alto Adige. Le altre sette sono eventi consolidati nella storia di questa disciplina sportiva che, seppure con qualche difficoltà, è riuscita a concludere il proprio campionato anche nella complessa stagione 2020, quando i toscani Guido Guerrini e Francesca Olivoni hanno conquistato il titolo di vicecampioni del mondo.

Proprio da qui i ragazzi della Torino-Pechino ripartiranno, con la volontà di continuare a rappresentare l’Italia in questa disciplina sportiva. “Un messaggio di speranza, finalmente anche di normalità, con la precisa volontà di raccontare i nostri territori in giro per l’Europa”, racconta Francesca Olivoni, la campionessa d’Italia 2020. “Dopo quello che è successo nello scorso anno c’è tanta voglia di una rinascita sociale e allo stesso tempo siamo disponibili a veicolare messaggi del nostro territorio per contribuire a far ripartire l’economia locale, il turismo, l’ottimismo e la voglia di vivere in generale”, aggiunge Guido Guerrini.

Per ora nessuna anticipazione su chi saranno i partner in questa nuova stagione, ma fin da ora c’è la certezza che Torino-Pechino ci sarà. Assieme al campionato mondiale FIA è al vaglio anche un lungo viaggio, sempre con auto ad energie alternative, da compiere sfruttando i due mesi di pausa olimpica previsti dal calendario sportivo 2021.

Oltre all’evento italiano tra l’11 e il 13 novembre, sono in programma la gara di apertura a

Castellón de la Plana nella Comunità Valenciana (16-18 aprile), poi Český Krumlov in Repubblica Ceca (20-22 maggio), Oeiras in Portogallo (19-20 giugno), per arrivare alla pausa olimpica subito dopo l’impegnativa trasferta islandese a Reykjavik (8-10 luglio). Il campionato riprenderà in settembre con la gara slovena con base a Nova Gorica (9-10 settembre), con i Paesi Baschi a Bilbao (1-3 ottobre) e il Rally di Monte Carlo (20-24 ottobre). Conclusione della stagione in Trentino-Alto Adige.