Giorno 72 – Lo splendore di Bukhara

26 agosto 2018, Bukhara (38 km. – tot. 25.183)

La giornata comincia con un interessante fuori programma. Come avevamo già accennato precedentemente in Uzbekistan stanno del tutto scomparendo i carburanti tradizionali, in particolar modo il gasolio. Sopravvive qualche luogo di rifornimento, ma se non si è in possesso di uno speciale permesso riservato ai veicoli dello Dtato o a quelli dell’esercito, comprare il diesel diventa impossibile. In questo periodo dell’anno, complice la raccolta del cotone, la disponibilità di questo carburante è ancora più limitata. I nostri angeli custodi di Fornovo fin da ieri, senza successo, hanno cercato la possibilità di assicurarci un rifornimento che ci permettesse di uscire senza problemi dall’Uzbekistan. Oggi si è aperta la possibilità di poter acquistare una cinquantina di litri di gasolio in una località a circa 20 chilometri da Bukhara, non lontano dal confine turkmeno. Guido, accompagnato da Pavel, si reca in questa stazione di servizio. Il luogo è abbastanza “retrò” e i dubbi sulla qualità di quello che metteremo nel serbatoio sono molti, ma non ci sono molte alternative e non possiamo fare gli schizzinosi. Qualunque sarà la qualità del gasolio non possiamo rinunciare. L’erogatore è addirittura con le lancette, di quelli che Guido nei suoi oltre quarant’anni di vita non ha mai visto. Completata l’operazione si rientra a Bukhara dove può finalmente iniziare la giornata quasi interamente turistica che avevamo programmato.

La città ha una storia molto lunga e complicata ed è legata indiscutibilmente al passaggio di personaggi importanti come Tamerlano o Gengis Khan. Pure Niccolò e Matteo Polo, padre e zio del più noto Marco, sostarono per diversi anni in questo luogo. Bukhara è una delle tappe più importanti della Via della Seta e i numerosi caravanserragli e mercati presenti ne sono ancora oggi una importante testimonianza. Tra i luoghi più affascinanti della città c’è la fortezza di Ark dove risiedeva fino al 1920 l’Emiro e il complesso religioso attorno all’imponente minareto Kalon, una torre che forse era uno degli edifici più alti al mondo nel tredicesimo secolo. Si racconta che quando Gengis Khan conquistò e distrusse Bukhara, volle risparmiare il grande minareto per la sua bellezza ed imponenza. Altri dicono che, sollevando la testa per ammirare il manufatto, al condottiero mongolo cadde il cappello e questo segnale lo convinse a rispettare questa torre e risparmiarla. Non visitabile internamente la scuola coranica che rimase attiva anche in epoca sovietica. Qui ha studiato Kadirov, l’attuale presidente ceceno. In questa zona della città ci dedichiamo al pranzo a base di samsa e verdure. L’Emiro perse il proprio potere con l’arrivo dei sovietici, che trasformarono questo territorio prima in una repubblica all’interno dell’Urss e poi in quello che oggi è l’Uzbekistan. Di fatto il territorio era sotto il protettorato dell’Impero Russo già da cinquanta anni. In ogni caso il Khanato di Buhkara e poi l’Emirato riuscirono a resistere per secoli sottomettendo buona parte degli stati confinanti. La storia di questo soggetto politico è fortemente legata alla pazzia dei confini delle attuali repubbliche post sovietiche centroasiatiche.

Pomeriggio dedicato alla visita dei mercati presenti in tutta la città dove con costanza, pazienza e spirito di intraprendenza si possono fare ottimi affari. Particolare è la piazzetta con al centro una grande vasca d’acqua. Per molte analogie ci viene in mente la piazza della cittadina toscana di Bagno Vignoni. Anche qui rispetto a dieci anni fa è apparsa una pavimentazione consona e la zona è stata chiusa al traffico veicolare. Forse nel complesso tutto è diventato molto turistico e siamo convinti che la polvere delle strade sollevata dalle vecchie Lada di dieci anni fa non rovinasse lo scenario. Dopo un riposo pomeridiano nel nostro bell’albergo ceniamo per l’ultima volta assieme a Pavel e Nozimjon. Con il primo avvengono anche i saluti ufficiali visto che non potrà accompagnarci nel viaggio del giorno successivo causa impegni di lavoro. Un’ultima passeggiata nel cuore di Bukhara e quindi torniamo in albergo in vista della giornata che domani ci porterà a Khiva, altra storica città ubicata lungo la Via della Seta.

Come è cambiato il mondo in dieci anni?
– Anche Bukhara, come Samarcanda, è un’altra città, molto abbellita e molto turistica rispetto alla dimensione più rurale del 2008. In particolare le strade sono molto migliorate e dotate di marcipiedi. Il turismo di massa ha fatto la sua comparsa e le maggiori attrazioni sono diventate a pagamento, anche se per cifre molto modeste.
– La mitica torre dell’acqua, la paurosa struttura in metallo da dove si godeva di un ottimo panorama sulla fortezza Ark, è al momento chiusa al pubblico. Una ristrutturazione in corso porterà alla nascita di un bar sulla terrazza che domina la sommità.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale, Alessandra Cenci, Giulia Messina, Nozimjon Shermuhamedov, Pavel e Anna.