Giorno 17 – Cambio di equipaggio

2 luglio 2018, Kazan (km 15) – Totale km 5.327

Secondo rientro in Patria per un membro della Torino-Pechino. Oggi con un comodo doppio volo Aeroflot Sergio torna in Italia per il suo programmato abbandono della spedizione. Diciassette giorni di viaggio sono bastati per farsi una concreta idea di come questa parte di mondo sia cambiata rispetto ai precedenti viaggi del 1970 e 1971 da lui effettuati in Unione Sovietica. Non essendo ancora pronta l’auto, siamo costretti ad accompagnarlo all’aeroporto di Kazan usando i mezzi pubblici, come al solito efficientissimi, tra tutti il treno veloce che con circa mezzo euro collega il centro della città con l’aeroporto. Domani arriveranno a Kazan Emanuele e Marina che si uniranno alla spedizione per la parte siberiana fino a Vladivostok.

In tarda mattinata effettuiamo un sopralluogo presso l’officina, dove il nostro Hilux ha assunto un nuovo aspetto grazie ad un miracoloso puzzle di pezzi vecchi e nuovi. Adesso manca solo la verniciatura del paraurti e un sano lavaggio e il veicolo sarà come nuovo. La giornata di attesa prosegue con una sessione di esami medici per Guido. Il sistema sanitario russo esige una serie di controlli anche per i futuri padri e non solo per le madri dei bambini in arrivo. La cosa interessante è che durante i nove mesi di gravidanza questi esami devono essere ripetuti più volte per accertarsi che non emergano malattie in corso d’opera, e paradossalmente Guido nell’ultima settimana di luglio, probabilmente a Vladivostok prima dell’ingresso in Cina, dovrà effettuare una nuova sessione di esami del sangue, rigorosamente in territorio russo.

In serata viene definitivamente recuperata l’auto e saldato il conto all’officina che, grazie ai consigli dell’amico Farid, ha ridato splendore al nostro vecchio Toyota Dual-Fuel. Molti dei meccanici che hanno lavorato per noi sono di origine tagika e fotografano orgogliosi la bandiera del loro Paese che risplende, assieme a quelle altre delle nazioni che attraverseremo durante il viaggio, nella parte posteriore del nostro veicolo.

Il lavoro verrà completato quando torneremo nel mese di settembre a Kazan, dove nel frattempo arriveranno gli ultimi pezzi mancanti, come il fendinebbia distrutto nell’incidente. Nel frattempo un nuovissimo treno a due piani percorre i circa mille chilometri che separano Mosca e Kazan. A bordo, in un vagone non piombato, ci sono Emanuele e Marina che da domani faranno ufficialmente parte della Torino-Pechino 2018.

Come è cambiato il mondo in dieci anni?

– Lo sviluppo del sistema aeroportuale di Kazan negli ultimi dieci anni è stato sopra ogni aspettativa: un nuovo aeroporto, infrastutture efficienti che lo collegano alla città e un sempre maggiore numero di voli internazionali che arrivano nel capoluogo tartaro, in particolare modo dalla Turchia e da molti paesi arabi. L’incredibile è che negli stessi dieci anni è fallita due volte e in modo definitivo la compagnia aerea del Tatarstan di proprietà del governo locale.

– Non è cambiata affatto la burocrazia e le dinamiche all’interno degli ospedali pubblici, dove si devono fare file e incomprensibili attese in occasione di ogni esame medico. Unica consolazione i prezzi assolutamente modesti, rispetto ai ticket italiani, delle prestazioni mediche.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Sergio Guerrini (per poco), Olga Guerrini, Bruno Cinghiale

Giorno 16 – La Russia vince mentre l’auto è quasi pronta + Lo chef-pizzaiolo Leonardo Trappoloni

1° luglio 2018, Kazan (km 0) – Tot. 5.312

In un Paese dove le sicurezze sociali legate al lavoro sono quasi scomparse dopo il collasso dell’Unione Sovietica, non deve affatto stupire che un’officina ci chiami di domenica mattina per valutare l’avanzamento dei lavori di recupero del nostro veicolo. Di fatto il paraurti è stato completamente ricostruito grazie al puzzle dei vecchi pezzi recuperati dopo l’incidente lettone con l’aggiunta delle parti mancanti che ignoriamo da dove e come possano essere arrivate in officina. Manca solamente la completa riverniciatura per poter recuperare il mezzo. Di fatto sarà pronto lunedì tardo pomeriggio e questo ci permette di rispettare tutti gli impegni concordati in precedenza sia con il Comune di Kazan che con gli amici del ristorante Basilico.

La domenica mattina, oltre che essere la giornata in cui le officine ti possono contattare, è anche il giorno dedicato ad un luogo assai interessante di Kazan, ma del tutto sconosciuto ai turisti. Non lontano dal porto fluviale sul Volga, in un vecchio parco con al centro un mosaico dedicato a Lenin, si svolge la domenica mattina un mercatino delle cose vecchie dove è possibile trovare oggettistica risalente anche ai tempi dello zar, qualsiasi tipo di cosa di epoca sovietica e perfino cimeli di guerra nazisti. Frugando nelle infinite bancarelle non sfugge ai nostri occhi un interessante libro di ricette italiane, ma scritte in russo, a firma di Marcello Mastroianni e Sofia Loren. Immancabili i vinili di Pupo, Ricchi e Poveri, Adriano Celentano, Gianni Morandi, Riccardo Fogli, Al Bano e Romina, tutti con copertina ed elenco delle canzoni in caratteri cirillici. I prezzi sono molto più bassi di quelli dei mercatini simili presenti a Mosca.

Esattamente come se fossimo in Italia, alle 17 il Paese si ferma. Si giocano gli ottavi di finale del Campionato del Mondo di Calcio e allo Stadio Luzhniki di Mosca è il giorno di Russia-Spagna, apparentemente un match dal pronostico scontato. Infatti poco dopo il decimo minuto un goffo autogol porta in vantaggio la Spagna. Gli iberici dominano la partita arrivando a sfiorare un possesso palla dell’80%. Peccato per loro che una ingenuità difensiva regali alla Russia il calcio di rigore che riporta in parità la partita. Da qui in poi è un assedio nella metà campo russa. Due linee di cinque giocatori ciascuna riescono ad impedire alla Spagna di essere pericolosa. La storica tattica di arretrare e contrattaccare, strategia che ha visto Napoleone ed Hitler soccombere, funziona almeno oggi. L’ultimo baluardo, una sorta di “Stalingrado”, è il portiere russo che para tutto compresi due rigori della lotteria di fine partita. La Russia è ai quarti di finale e il 7 luglio, con un fuso orario di due ore più ad est, saremo costretti a seguire in serata molto tarda la sfida tra russi e croati. La festa intanto coinvolge l’intera Kazan e le riserve di birra di cui dispone la città sembrano non finire.

Equipaggio di giornata: Guido Guerrini, Sergio Guerrini, Olga Guerrini, Bruno Cinghiale

Nel nuovo appuntamento con la rubrica “L’Italia ai mondiali siamo noi”, parliamo oggi di Leonardo Trappoloni, nostro concittadino di Sansepolcro che incontriamo ogni volta che passiamo da Mosca.

Come sei arrivato in Russia?

Sono arrivato in Russia perché mi ero fidanzato con una ragazza russa. In questo paese ho avuto la possibilità di mettere a frutto l’esperienza che avevo maturato in Italia dopo aver frequentato il corso da pizzaiolo e aver lavorato in pizzeria per alcuni anni. A partire dal 2014, ho avuto modo di lavorare a Mosca come chef pizzaiolo, inizialmente al ristorante “Giotto” di Mytishi e oggi al “Bro&N”, a Patriarshie Prudy. Inoltre dirigo la filiale di Mosca della scuola nazionale maestri pizzaioli.

Che rapporto hanno i russi con la cucina italiana?

I russi adorano il cibo italiano in generale e la pizza in particolare. C’è da dire che la vera cucina italiana è abbastanza di nicchia, è soprattutto per persone che capiscono le differenze di gusto, soprattutto per quelli che sono stati in Italia ed hanno potuto rendersi conto meglio di tutti i particolari.

Di regola i russi amano piatti particolarmente speziati e saporiti, e per esempio non tutti amano la pasta, ma moltissimi vanno pazzi per il minestrone! Credo gli si addica molto soprattutto la nostra cucina casereccia.

Una cosa positiva e una negativa di Mosca?

La cosa positiva di Mosca è che offre enormi possibilità ad ogni livello. La cosa negativa di questa città, invece, è che il costo della vita è in linea generale molto alto, se lo mettiamo in proporzione con gli stipendi medi.

Dove vedi il tuo futuro, in Russia o in Italia?

Ad essere onesto non lo vedo né in Russia né in Italia. Da noi per la situazione politico-economica, qui perché sono un po’ stufo della burocrazia e delle condizioni di lavoro; peraltro, con il cambio sfavorevole, anche uno stipendio buono si trasforma in spiccioli, se cambiato in euro.