Giorno 15 – Dasvidania Maradona + La Russia e la sua storia con Giovanni Savino

30 giugno 2018, Kazan (km 0) – Tot. 5.312

Il sabato non porta alcuna notizia sulla salute della nostra auto. Decidiamo di dedicarci allo “shopping immobiliare” andando ad esplorare lo sconosciuto mondo delle relative agenzie di Kazan. Non lontano dal quartiere dove abitiamo è in corso una grande riconversione urbanistica. Al posto di una caserma militare e di molti palazzoni di epoca sovietica a cinque o nove piani stanno sorgendo dei nuovi palazzi apparentemente molto più piacevoli e funzionali di quelli precedenti. Per Guido è l’occasione anche per valutare l’acquisto della nuova casa per la famiglia italo-russa che si sta allargando. Abbiamo la consapevolezza che i mondiali di calcio si portano dietro una bolla immobiliare che è destinata ad abbassare i prezzi delle case nei prossimi mesi. Tenendo conto di tutto questo partecipiamo ad una cosiddetta “ekskursia” all’interno dei palazzi in costruzione per avere le idee più chiare. Tutto si rivela interessante, soprattutto il fatto che, se si compra in contanti e istantaneamente un appartamento che sarà pronto tra due anni, si può avere fino al 20% di sconto.

Il resto della giornata è caratterizzato dall’ottavo di finale giocato alla Kazan Arena che vede scontrarsi Argentina e Francia. A duecento anni di distanza dalla disfatta napoleonica, questa volta ai francesi sembra andare meglio. Non sappiamo se riporteranno a casa la coppa, ma senza dubbio oggi hanno fatto piangere Maradona e rimandato a casa Messi e compagni. Seguiamo il tutto dalla terrazza del secondo ristorante “Basilico”, quello nei pressi dello stadio nel quartiere detto “Meridiana” dal quale si gode di un ottimo panorama sia del Cremlino che della zona dello stadio. Qui osserviamo l’ordinato deflusso dei tifosi sotto i vigili occhi di molti poliziotti e soldati. Nonostante si possa notare a metri di distanza la delusione degli argentini e una tutto sommato contenuta gioia dei francesi, emerge anche questa volta un atteggiamento festoso che abbiamo modo di approfondire ulteriormente nella cittadella del mondiale lungo il fiume Kazanka. Una folla allegra segue nei maxi schermi la seconda sfida degli ottavi tra Uruguay e Portogallo. Noi riusciamo ad entrare nella zona solo dopo aver superato l’estenuante fila dei controlli di sicurezza. Il clima è davvero piacevole e il clima gioioso attorno a questo evento è lontano anni luce dalle dinamiche tipiche dei campionati di calcio nazionali. La par condicio è rispettata e giustamente anche Cristiano Ronaldo decide di andare a fare compagnia a Messi salutando il mondiale di Russia. La giornata, ancora una volta a chilometri zero, si conclude nella splendida e affollata passeggiata sul lungo Kazanka, la “naberezhnaya” vicino al Cremlino.

Cosa è cambiato in dieci anni?

– Il quartiere “Meridiana” è diventato il salotto buono di Kazan. Gli impianti sportivi costruiti per i mondiali di nuoto del 2015 e quelli di calcio del 2018, accompagnati dal recupero urbanistico del quartiere, hanno fatto di questa zona la parte più “in” di Kazan. Rispetto a dieci anni fa il quartiere è irriconoscibile.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini,Sergio Guerrini, Olga Guerrini, Bruno Cinghiale

Oggi riprendiamo la rubrica “L’Italia ai Mondiali siamo noi” con Giovanni Savino, docente di storia a Mosca.

Come sei arrivato in Russia?

Studiavo storia all’Università Federico II di Napoli quando sono arrivato per la prima volta a San Pietroburgo, il 6 agosto 2005. Ho passato l’estate-autunno del 2005 e del 2006 a raccogliere materiali per la tesi di laurea specialistica, e a studiare russo presso il Centro di lingua e cultura russa dell’Università statale di San Pietroburgo. Quando nel 2008 ho passato l’esame di ammissione al dottorato in Storia contemporanea presso l’Istituto di Scienze Umane, ho cominciato a lavorare alla tesi (sul nazionalismo russo di inizio Novecento) tra Helsinki e San Pietroburgo , vivendo a Piter fino all’autunno del 2011. Sono tornato in Italia, ho discusso la tesi di dottorato il 17 febbraio 2012, e poi… come spesso accade, non essendoci molte opportunità nell’immediato, ho deciso di “provare” Mosca. Sono arrivato a Mosca il 6 settembre (sempre questo 6!) del 2012, e già dal gennaio successivo ho insegnato alla RGGU, poi ho ottenuto un fondo di ricerca presso l’Università russa delle scienze umanistiche “Mikhail Sholokhov”, e per un periodo ho collaborato con l’agenzia di stampa RIA Novosti. Dal 2016 lavoro presso l’Istituto di scienze sociali dell’Accademia presidenziale dell’economia nazionale e della pubblica amministrazione, e presso l’Istituto di lingue straniere dell’Università pedagogica di Mosca, dove insegno storia contemporanea.

Tra i temi di cui mi sono occupato, i rapporti tra l’estrema destra italiana e quella russa, questione che mi ha portato anche qualche conseguenza spiacevole qualche tempo fa, mentre al momento sono impegnato in due lavori paralleli ma nemmeno tanto: un progetto di ricerca sulla Guerra civile russa e sull’ideologia dei Bianchi, e una monografia sul nazionalismo russo e la questione ucraina a inizio Novecento.

Una cosa positiva e una negativa della Russia e di Mosca?

Mosca è una megalopoli che indubbiamente stressa: forse va bene se sei uno studente, o al limite nei primi anni di lavoro, dopo inizia a essere stancante, perché ha un ritmo molto sostenuto. Però a Mosca si può tranquillamente fare a meno dell’auto, perché il trasporto pubblico è probabilmente uno dei migliori in Europa; in città ci sono moltissimi parchi, c’è un’ampia scelta di cinema e teatri, e ci sono tante biblioteche; si può mangiare una pizza napoletana a pranzo e andare a cenare in un caffè vietnamita e tutto è molto buono ed autentico… La Russia invece (e so di dire una banalità) è enorme in tutto e per tutto – ma credo che in questa varietà di climi, di panorami, di culture, di tradizioni ci sia una grande ricchezza e una fantastica opportunità che forse sono spesso un po’ sottovalutate.

Dove vedi il tuo futuro?

È una domanda a cui non so dare una risposta univoca – perché ogni volta che ho pianificato qualcosa nella vita tutto è andato in un’altra direzione, e perché dopo tanti anni se c’è il desiderio di provare altre esperienze, dall’altro lato subentrano anche altri elementi, non ultimi gli affetti. Chissà!